Per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico e per trasformare il futuro è necessario promuovere una consapevolezza ambientale e un pensiero ecologico alimentati da approcci che orientino a rispettare la complessità che caratterizza la rete della vita, a leggere la realtà attraverso un’ottica sistemica, connettiva, relazionale, processuale e a immaginare modi di esistere sostenibili, alternativi agli attuali modelli dominanti. Poiché tali approcci si fondano su paradigmi e visioni del mondo molteplici e non uniformi, nel contributo si intende discutere l’ipotesi di abbandonare una rappresentazione univoca dell’ecologia per “pluralizzarla”. Ciò significa riconoscere da un lato che il pensiero ecologico è internamente differenziato, cioè si basa su presupposti concettuali che derivano da diversi saperi di matrice scientifica o filosofica e da prospettive teoriche alquanto eterogenee (come, ad esempio, gli approcci sistemici, l’epistemologia della complessità, l’ecologia profonda, l’ecologia sociale, l’ecocritica della materia, l’ecofemminismo, il postumanesimo, il neomaterialismo, ecc.), dall’altro che esso chiama in causa differenti ambiti (psichico, sociale, economico, tecnologico, politico, etico, ontologico, epistemico, estetico). Tale pluralità, tuttavia, non solo va compresa e riconosciuta, ma va anche coltivata, in quanto rappresenta una risorsa preziosa per educare a un pensiero ecologico complesso, critico, problematizzante, antidogmatico.
Ferrante, A. (2024). Dall’ecologia alle ecologie. La pluralità come risorsa formativa per il pensiero ecologico. In M. Cagol, M. Ladogana (a cura di), Costruire relazioni. O sul pensiero ecologico (pp. 27-33). Città di Castello (PG) : Zeroseiup.
Dall’ecologia alle ecologie. La pluralità come risorsa formativa per il pensiero ecologico
Ferrante, A
2024
Abstract
Per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico e per trasformare il futuro è necessario promuovere una consapevolezza ambientale e un pensiero ecologico alimentati da approcci che orientino a rispettare la complessità che caratterizza la rete della vita, a leggere la realtà attraverso un’ottica sistemica, connettiva, relazionale, processuale e a immaginare modi di esistere sostenibili, alternativi agli attuali modelli dominanti. Poiché tali approcci si fondano su paradigmi e visioni del mondo molteplici e non uniformi, nel contributo si intende discutere l’ipotesi di abbandonare una rappresentazione univoca dell’ecologia per “pluralizzarla”. Ciò significa riconoscere da un lato che il pensiero ecologico è internamente differenziato, cioè si basa su presupposti concettuali che derivano da diversi saperi di matrice scientifica o filosofica e da prospettive teoriche alquanto eterogenee (come, ad esempio, gli approcci sistemici, l’epistemologia della complessità, l’ecologia profonda, l’ecologia sociale, l’ecocritica della materia, l’ecofemminismo, il postumanesimo, il neomaterialismo, ecc.), dall’altro che esso chiama in causa differenti ambiti (psichico, sociale, economico, tecnologico, politico, etico, ontologico, epistemico, estetico). Tale pluralità, tuttavia, non solo va compresa e riconosciuta, ma va anche coltivata, in quanto rappresenta una risorsa preziosa per educare a un pensiero ecologico complesso, critico, problematizzante, antidogmatico.File | Dimensione | Formato | |
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