Spesso, investitori ed economisti si rivolgono alla teoria dei giochi per aiutarsi a prendere scelte ottimali, ma questa può spesso indurre ad errori. Infatti, la teoria dei giochi fa previsioni assumendo capacità cognitive illimitate, che sono implausibili dal punto di vista cognitivo, e che potrebbero specialmente essere fuorvianti laddove le nostre scelte dipendono da altri, che potrebbero non comportarsi in modo poi così strategico. Durante gli ultimi vent’anni, le neuroscienze e le scienze cognitive hanno dipinto un’immagine più psico-biologicamente plausibile di come ragionano e interagiscono gli esseri umani. Nella prima parte di questo capitolo, descriveremo come una rete cerebrale particolare, incentrata sulla corteccia mediale prefrontale, sembri giocare un ruolo particolare nella cognizione sociale (e non necessariamente nella cognizione “in generale”) e nella sofisticatezza del ragionamento strategico in un concorso finanziario ispirato da Keynes. Quest’area cerebrale potrebbe essere specializzata nel compiere inferenze sugli altri, mentre questi compiono inferenze su di noi. Nella seconda parte, illustreremo diversi modi in cui, la mente-cervello potrebbe aver tentato di “semplificare” i problemi decisionali, portandoci a restringere l’attenzione su alcune informazioni, a scapito di altre. Infatti, mostreremo come molte delle nostre decisioni potrebbero già essere racchiuse nel modo in cui analizziamo visivamente le informazioni a disposizione. Plausibilmente, una futura teoria delle decisioni riuscirà ad integrare la teoria dei giochi, con una teoria della mente.
Polonio, L., Chierchia, G. (2020). Il comportamento strategico e i suoi limiti. In Duccio Martelli Giorgio Coricelli (a cura di), Neurofinanza - Le basi neurali delle scelte finanziarie (pp. 143-163). ITA : Egea Spa.
Il comportamento strategico e i suoi limiti
Luca PolonioPrimo
;
2020
Abstract
Spesso, investitori ed economisti si rivolgono alla teoria dei giochi per aiutarsi a prendere scelte ottimali, ma questa può spesso indurre ad errori. Infatti, la teoria dei giochi fa previsioni assumendo capacità cognitive illimitate, che sono implausibili dal punto di vista cognitivo, e che potrebbero specialmente essere fuorvianti laddove le nostre scelte dipendono da altri, che potrebbero non comportarsi in modo poi così strategico. Durante gli ultimi vent’anni, le neuroscienze e le scienze cognitive hanno dipinto un’immagine più psico-biologicamente plausibile di come ragionano e interagiscono gli esseri umani. Nella prima parte di questo capitolo, descriveremo come una rete cerebrale particolare, incentrata sulla corteccia mediale prefrontale, sembri giocare un ruolo particolare nella cognizione sociale (e non necessariamente nella cognizione “in generale”) e nella sofisticatezza del ragionamento strategico in un concorso finanziario ispirato da Keynes. Quest’area cerebrale potrebbe essere specializzata nel compiere inferenze sugli altri, mentre questi compiono inferenze su di noi. Nella seconda parte, illustreremo diversi modi in cui, la mente-cervello potrebbe aver tentato di “semplificare” i problemi decisionali, portandoci a restringere l’attenzione su alcune informazioni, a scapito di altre. Infatti, mostreremo come molte delle nostre decisioni potrebbero già essere racchiuse nel modo in cui analizziamo visivamente le informazioni a disposizione. Plausibilmente, una futura teoria delle decisioni riuscirà ad integrare la teoria dei giochi, con una teoria della mente.File | Dimensione | Formato | |
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