L’unione di tre innovazioni come la Rete Internet, la connessione in mobilità e i social media ha portato, secondo alcuni autori, a una condizione che viene definita «iperconnessione» (si veda Chayko 2017). Tale condizione mette gli utenti nella possibilità di essere permanentemente immersi in un flusso di informazione e comunicazione sia in entrata che in uscita dai loro dispositivi. È stato soprattutto lo smartphone ad aver portato l’iperconnessione nell’esperienza di vita della maggioranza dei cittadini dei Paesi industrializzati, a cominciare dalla fascia giovane della popolazione che risulta particolarmente toccata dal nuovo ambiente comunicativo (Mascheroni – Ólafsson 2016). La connessione ubiqua e permanente ha aperto così una serie di nuove opportunità di comunicazione, lavoro e svago che sono più flessibili, veloci e facili di sempre. Allo stesso tempo, però, essa finisce per essere difficile da gestire nella quotidianità. Infatti, questi strumenti, e i mondi che si aprono tramite essi, ci riempiono di stimoli che possono anche essere eccessivi, stressanti e distraenti, facendo emergere sempre più chiaramente negli ultimi anni la necessità di un filtro e di una regolazione da parte degli individui, così come delle comunità (Gui 2014).
Gui, M. (2019). Gestire il tempo e l'attenzione. In M. Gui (a cura di), Benessere Digitale a scuola e a casa. Un percorso di educazione ai media nella connessione permanente (pp. 137-154). Milano : Mondadori Education.
Gestire il tempo e l'attenzione
Gui, M
2019
Abstract
L’unione di tre innovazioni come la Rete Internet, la connessione in mobilità e i social media ha portato, secondo alcuni autori, a una condizione che viene definita «iperconnessione» (si veda Chayko 2017). Tale condizione mette gli utenti nella possibilità di essere permanentemente immersi in un flusso di informazione e comunicazione sia in entrata che in uscita dai loro dispositivi. È stato soprattutto lo smartphone ad aver portato l’iperconnessione nell’esperienza di vita della maggioranza dei cittadini dei Paesi industrializzati, a cominciare dalla fascia giovane della popolazione che risulta particolarmente toccata dal nuovo ambiente comunicativo (Mascheroni – Ólafsson 2016). La connessione ubiqua e permanente ha aperto così una serie di nuove opportunità di comunicazione, lavoro e svago che sono più flessibili, veloci e facili di sempre. Allo stesso tempo, però, essa finisce per essere difficile da gestire nella quotidianità. Infatti, questi strumenti, e i mondi che si aprono tramite essi, ci riempiono di stimoli che possono anche essere eccessivi, stressanti e distraenti, facendo emergere sempre più chiaramente negli ultimi anni la necessità di un filtro e di una regolazione da parte degli individui, così come delle comunità (Gui 2014).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.