Le Cure Palliative (cp) stanno conoscendo in Italia un rapido incremento (istat, 2012), a causa dell’aumento delle malattie neoplastiche e ad andamento cronico-evolutivo. I professionisti impegnati in questo settore rispondono ai bisogni di cura di tutta la persona, inclusi quelli psicologici, sociali, spirituali che il delicato momento del fine-vita chiama in causa (Kendall et al., 2007). I professionisti delle cp, dunque, dovranno acquisire una competenza trasversale e composita per poter rispondere al bisogno di cura globale del paziente e del nucleo familiare (sicp, 2013). Il core dell’apprendimento in cp è stato individuato dalla Società Italiana di cp (sicp, 2013) in un mix di saperi specialistici, organizzativi, di ruolo e impliciti, legati fortemente all’idea che ci si sta prendendo cura di un paziente che non potrà essere guarito. Alle competenze non deve pertanto essere attribuito un significato neutro, intendendole come semplici azioni da svolgere: a esse si deve accordare un’importante funzione di crescita e maturazione personale e professionale, considerando anche i processi profondi che rendono gli operatori capaci di attribuire un orizzonte di senso e di motivazione a tutte le azioni di cura in ambito palliativo (Landmark et al., 2004). Una formazione specifica per le cp è presente in Italia soprattutto attraverso Master di alta formazione (Legge n. 38, 2010). Il presente contributo vuole presentare una proposta formativa rivolta a 30 partecipanti (medici, infermieri, assistenti sociali) di un Master di primo livello in cp. Suddivisi in tre gruppi secondo il proprio profilo professionale, i partecipanti sono stati invitati a creare un collage (Butler-Kisber, 2010) che rappresentasse la loro idea di buona morte. In seguito a un momento di creazione individuale, i collage sono stati presentati e narrati da ogni singolo professionista al gruppo intero, con la presenza della conduttrice del gruppo. La proposta è stata pensata in chiave di ricerca, all’interno di un progetto più ampio, ma anche formativa, per attivare nei professionisti una riflessione utile a tematizzare i propri impliciti, i propri valori relativi alla morte e per attivare un pensiero circa le competenze necessarie per agire un ruolo professionale nell’accompagnamento verso il fine-vita.
Gambacorti Passerini, M., Destrebecq, A., Terzoni, S., Zannini, L. (2018). Formare alla cura del fine-vita: il collage come strategia riflessiva per i partecipanti di un Master in Cure Palliative. In L. Zannini, M. D'Oria (a cura di), Diventare professionisti della salute e della cura. Buone pratiche e ricerche (pp. 90-99). FrancoAngeli.
Formare alla cura del fine-vita: il collage come strategia riflessiva per i partecipanti di un Master in Cure Palliative
Gambacorti Passerini, M;Zannini, L
2018
Abstract
Le Cure Palliative (cp) stanno conoscendo in Italia un rapido incremento (istat, 2012), a causa dell’aumento delle malattie neoplastiche e ad andamento cronico-evolutivo. I professionisti impegnati in questo settore rispondono ai bisogni di cura di tutta la persona, inclusi quelli psicologici, sociali, spirituali che il delicato momento del fine-vita chiama in causa (Kendall et al., 2007). I professionisti delle cp, dunque, dovranno acquisire una competenza trasversale e composita per poter rispondere al bisogno di cura globale del paziente e del nucleo familiare (sicp, 2013). Il core dell’apprendimento in cp è stato individuato dalla Società Italiana di cp (sicp, 2013) in un mix di saperi specialistici, organizzativi, di ruolo e impliciti, legati fortemente all’idea che ci si sta prendendo cura di un paziente che non potrà essere guarito. Alle competenze non deve pertanto essere attribuito un significato neutro, intendendole come semplici azioni da svolgere: a esse si deve accordare un’importante funzione di crescita e maturazione personale e professionale, considerando anche i processi profondi che rendono gli operatori capaci di attribuire un orizzonte di senso e di motivazione a tutte le azioni di cura in ambito palliativo (Landmark et al., 2004). Una formazione specifica per le cp è presente in Italia soprattutto attraverso Master di alta formazione (Legge n. 38, 2010). Il presente contributo vuole presentare una proposta formativa rivolta a 30 partecipanti (medici, infermieri, assistenti sociali) di un Master di primo livello in cp. Suddivisi in tre gruppi secondo il proprio profilo professionale, i partecipanti sono stati invitati a creare un collage (Butler-Kisber, 2010) che rappresentasse la loro idea di buona morte. In seguito a un momento di creazione individuale, i collage sono stati presentati e narrati da ogni singolo professionista al gruppo intero, con la presenza della conduttrice del gruppo. La proposta è stata pensata in chiave di ricerca, all’interno di un progetto più ampio, ma anche formativa, per attivare nei professionisti una riflessione utile a tematizzare i propri impliciti, i propri valori relativi alla morte e per attivare un pensiero circa le competenze necessarie per agire un ruolo professionale nell’accompagnamento verso il fine-vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.