In questo saggio, che si aggiunge e chiude la nuova edizione del volume "Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee di intervento" di Piero Bertolini e Letizia Caronia, si è inteso proporre una riflessione che, in sostanziale continuità con la prospettiva teorica degli autori, consentisse di attualizzarne la rilevanza culturale e pedagogica alla luce delle questioni che nel corso degli ultimi 20 anni - quelli che ci distanziano dalla prima edizione dell'opera, pubblicata nel 1993 - hanno segnato il dibattito culturale e politico sui minori autori di reato. Nell'orizzonte di un'analisi comparativa di carattere internazionale, che fa riferimento sia allo scenario della giustizia minorile statunitense sia al contesto italiano in riferimento alle riforme legislative che sono intervenute nei due paesi e al clima culturale che ha caratterizzato la stagione della tolleranza zero, questo contributo pone in evidenza alcune delle contraddizioni rintracciabili nel modello "Adult time for adult crime" - ovvero di responsabilità equivalente - con cui è stato tradotto il tema della responsabilità del minore autore di reato e che ha dato voce ai sostenitori della proposta di abbassare la soglia di punibilità. Proprio nell'interpretazione di Bertolini rintracciamo le categorie teoriche con le quali mettere in discussione il principio di responsabilità equivalente: il concetto fenomenologico di "intenzionalità", attraverso cui viene letto l'atto deviante del minore, insieme al principio di "genesi attiva del sé" costituiscono i costrutti pedagogici a partire dai quali si può dispiegare la progettualità rieducativa che pone la soggettività del ragazzo al centro.
Barone, P. (2015). I ragazzi difficili nel nuovo millennio. In P. Bertolini, L. Caronia (a cura di), Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee d'intervento (pp. 233-243). Milano : FrancoAngeli srl.
I ragazzi difficili nel nuovo millennio
BARONE, PIERANGELO
2015
Abstract
In questo saggio, che si aggiunge e chiude la nuova edizione del volume "Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee di intervento" di Piero Bertolini e Letizia Caronia, si è inteso proporre una riflessione che, in sostanziale continuità con la prospettiva teorica degli autori, consentisse di attualizzarne la rilevanza culturale e pedagogica alla luce delle questioni che nel corso degli ultimi 20 anni - quelli che ci distanziano dalla prima edizione dell'opera, pubblicata nel 1993 - hanno segnato il dibattito culturale e politico sui minori autori di reato. Nell'orizzonte di un'analisi comparativa di carattere internazionale, che fa riferimento sia allo scenario della giustizia minorile statunitense sia al contesto italiano in riferimento alle riforme legislative che sono intervenute nei due paesi e al clima culturale che ha caratterizzato la stagione della tolleranza zero, questo contributo pone in evidenza alcune delle contraddizioni rintracciabili nel modello "Adult time for adult crime" - ovvero di responsabilità equivalente - con cui è stato tradotto il tema della responsabilità del minore autore di reato e che ha dato voce ai sostenitori della proposta di abbassare la soglia di punibilità. Proprio nell'interpretazione di Bertolini rintracciamo le categorie teoriche con le quali mettere in discussione il principio di responsabilità equivalente: il concetto fenomenologico di "intenzionalità", attraverso cui viene letto l'atto deviante del minore, insieme al principio di "genesi attiva del sé" costituiscono i costrutti pedagogici a partire dai quali si può dispiegare la progettualità rieducativa che pone la soggettività del ragazzo al centro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.