A cinquecento anni dalla stesura de Il Principe (1513-2013), l’opera di Niccolò Machiavelli continua a riscuotere un enorme successo e a suscitare accesi dibattiti. Esperti in scienze politiche seguitano a rivisitare l’eredità di Machiavelli da un punto di vista politologico, così come studiosi in scienze umane continuano a considerare i suoi lavori sotto il profilo storico e letterario. Recenti studi sembrano dunque perpetuare la tradizionale tripartizione analitica, secondo la quale i lavori di Machiavelli andrebbero distinti tra politica, storia e letteratura, quali campi disciplinarmente diversi per conoscenze e competenze. Lo scopo di questo mio breve intervento consiste piuttosto nel sovvertire un approccio limitante e unidimensionale rispetto alla poliedricità, all’unitarietà e alle potenzialità inespresse, ancora presenti nel pensiero machiavelliano. L’obiettivo che mi prefiggo di conseguire consiste pertanto nell’indicare alcuni legami e differenze che congiungono o distinguono fra di loro le opere politiche, storiche e letterarie, soprattutto quando in esse vengono descritte e rappresentate diversificate forme di interazione fra esseri umani, espresse tanto nella sfera politica, quanto nello spazio privato. Poca attenzione è stata, infatti, finora riservata alle raffigurazioni ambivalenti che Machiavelli fa di caratteri maschili e femminili, soprattutto quando viene a tratteggiare le infinite sfumature della natura umana, così come si esprime nella politica e nella famiglia. L’autore ricorre così a diversificati strumenti teorici e a efficaci pratiche espressive (dalla politica al teatro), al fine di indicare le diverse modalità di pensare, agire e sentire che gli esseri umani impiegano nel conseguire fini strumentali, nel collaborare per il bene comune o nell’incontrarsi, grazie a un sentimento condiviso. Il controllo esercitato su soggetti a fini politici si differenzia pertanto dalla forza comunicativa, espressa attraverso i sentimenti. Cercherò quindi di analizzare alcune opere di Machiavelli secondo una prospettiva delle relazioni di genere, al fine di individuare non solo una nozione asimmetrica di potere che li sottende, bensì anche un’idea paritaria di rispetto su cui si fondano. Al fine di indicare la dialettica di potere e sentimento, farò riferimento a diverse filosofie del segreto e a complesse dialettiche del disvelamento, così come espresse ne Il Principe e nelle commedie, in particolare in Clizia e ne La Mandragola. Il mio intervento si articolerà come segue: 1. rappresentazione della natura umana e dell’agire politico secondo la prospettiva del maschio sovrano, come appare ne Il Principe; 2. individuazione delle idee di riconoscimento e rispetto quale base di relazioni personali e familiari riuscite. In conclusione, sosterrò che - diversamente dalla politica - nei rapporti sentimentali e familiari intrighi e violenze falliscono, laddove gli individui sono interessati alla condivisione di un terreno comune. A differenza de Il Principe, un sentimento corrisposto è sempre un processo reciproco di svelamento e di continua rinegoziazione dei confini del Sé rispetto agli altri. Il rispetto nega la guerra, in politica e nel privato.
Calloni, M. (2015). Filosofia del segreto e dialettica del disvelamento in Machiavelli. Un confronto fra Il Principe e le commedie.. In G.M. Chiodi, R. Gatti (a cura di), La filosofia politica di Machiavelli (pp. 129-141). Milano : Franco Angeli.
Filosofia del segreto e dialettica del disvelamento in Machiavelli. Un confronto fra Il Principe e le commedie.
CALLONI, MARINA
2015
Abstract
A cinquecento anni dalla stesura de Il Principe (1513-2013), l’opera di Niccolò Machiavelli continua a riscuotere un enorme successo e a suscitare accesi dibattiti. Esperti in scienze politiche seguitano a rivisitare l’eredità di Machiavelli da un punto di vista politologico, così come studiosi in scienze umane continuano a considerare i suoi lavori sotto il profilo storico e letterario. Recenti studi sembrano dunque perpetuare la tradizionale tripartizione analitica, secondo la quale i lavori di Machiavelli andrebbero distinti tra politica, storia e letteratura, quali campi disciplinarmente diversi per conoscenze e competenze. Lo scopo di questo mio breve intervento consiste piuttosto nel sovvertire un approccio limitante e unidimensionale rispetto alla poliedricità, all’unitarietà e alle potenzialità inespresse, ancora presenti nel pensiero machiavelliano. L’obiettivo che mi prefiggo di conseguire consiste pertanto nell’indicare alcuni legami e differenze che congiungono o distinguono fra di loro le opere politiche, storiche e letterarie, soprattutto quando in esse vengono descritte e rappresentate diversificate forme di interazione fra esseri umani, espresse tanto nella sfera politica, quanto nello spazio privato. Poca attenzione è stata, infatti, finora riservata alle raffigurazioni ambivalenti che Machiavelli fa di caratteri maschili e femminili, soprattutto quando viene a tratteggiare le infinite sfumature della natura umana, così come si esprime nella politica e nella famiglia. L’autore ricorre così a diversificati strumenti teorici e a efficaci pratiche espressive (dalla politica al teatro), al fine di indicare le diverse modalità di pensare, agire e sentire che gli esseri umani impiegano nel conseguire fini strumentali, nel collaborare per il bene comune o nell’incontrarsi, grazie a un sentimento condiviso. Il controllo esercitato su soggetti a fini politici si differenzia pertanto dalla forza comunicativa, espressa attraverso i sentimenti. Cercherò quindi di analizzare alcune opere di Machiavelli secondo una prospettiva delle relazioni di genere, al fine di individuare non solo una nozione asimmetrica di potere che li sottende, bensì anche un’idea paritaria di rispetto su cui si fondano. Al fine di indicare la dialettica di potere e sentimento, farò riferimento a diverse filosofie del segreto e a complesse dialettiche del disvelamento, così come espresse ne Il Principe e nelle commedie, in particolare in Clizia e ne La Mandragola. Il mio intervento si articolerà come segue: 1. rappresentazione della natura umana e dell’agire politico secondo la prospettiva del maschio sovrano, come appare ne Il Principe; 2. individuazione delle idee di riconoscimento e rispetto quale base di relazioni personali e familiari riuscite. In conclusione, sosterrò che - diversamente dalla politica - nei rapporti sentimentali e familiari intrighi e violenze falliscono, laddove gli individui sono interessati alla condivisione di un terreno comune. A differenza de Il Principe, un sentimento corrisposto è sempre un processo reciproco di svelamento e di continua rinegoziazione dei confini del Sé rispetto agli altri. Il rispetto nega la guerra, in politica e nel privato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.