Il saggio prende in esame la voce dei protagonisti e ricostruisce come - attraverso discorsi e dialoghi - Lussu, riducendo al minimo inserti commentativi e riflessivi del narratore, ritragga la concretezza e la crudezza della condizione di vita dei soldati, l’astrattezza velleitaria e le smanie criminali di onnipotenza dei generali, la difficoltà degli ufficiali di mantenersi saldi e lucidi in mezzo a tanta spesso evitabile carneficina. Nella restituzione delle parole di questa umanità in guerra Lussu non si arresta all’area del confronto strutturato e del discorso articolato. Ritrae anche lo spazio di una parola meno organizzata, da un lato seguendo il serpeggiare informale delle voci, il loro costituirsi e diffondersi, dall’altro fissando l’emergenza improvvisa e perentoria delle parole scandite e gridate: ordini e incitamenti. Così come richiama il valore del tacere, tratteggiando silenzi eloquenti, colpevoli, tattici, e silenzi ‘perduti’. L’analisi della zona testuale delle parole dei personaggi fa così emergere con forza la lettura antiretorica della vita di trincea.
Caputo, F. (2009). Per una guerra senza retorica: discorsi e dialoghi in Un anno sull'Altipiano. In P.C. Buffaria, C. Mileschi, L. Salza (a cura di), Gli scrittori e la Grande Guerra. Atti della giornata di studi (17 novembre 2008) (pp. 43-66). Parigi : Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
Per una guerra senza retorica: discorsi e dialoghi in Un anno sull'Altipiano
CAPUTO, FRANCESCA
2009
Abstract
Il saggio prende in esame la voce dei protagonisti e ricostruisce come - attraverso discorsi e dialoghi - Lussu, riducendo al minimo inserti commentativi e riflessivi del narratore, ritragga la concretezza e la crudezza della condizione di vita dei soldati, l’astrattezza velleitaria e le smanie criminali di onnipotenza dei generali, la difficoltà degli ufficiali di mantenersi saldi e lucidi in mezzo a tanta spesso evitabile carneficina. Nella restituzione delle parole di questa umanità in guerra Lussu non si arresta all’area del confronto strutturato e del discorso articolato. Ritrae anche lo spazio di una parola meno organizzata, da un lato seguendo il serpeggiare informale delle voci, il loro costituirsi e diffondersi, dall’altro fissando l’emergenza improvvisa e perentoria delle parole scandite e gridate: ordini e incitamenti. Così come richiama il valore del tacere, tratteggiando silenzi eloquenti, colpevoli, tattici, e silenzi ‘perduti’. L’analisi della zona testuale delle parole dei personaggi fa così emergere con forza la lettura antiretorica della vita di trincea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.