Questo saggio, inserito in un volume collettaneo dedicato all’implicito pedagogico del pensiero di Michel Foucault, prende le mosse dalla centralità che il corpo assume nell’opera del filosofo francese. Si è provato a seguire il filo pedagogico di un discorso attorno alla produzione di verità come formazione e costituzione della soggettività, che ha proprio nel corpo il suo correlato teorico-pratico decisivo. L’attraversamento del discorso foucaultiano sul corpo, si sviluppa attorno a quattro nuclei concettuali, corrispondenti ad altrettante funzioni del corpo come strumento di produzione della soggettività: il primo nucleo è costituito dalla ricomposizione del campo analitico che consente di leggere gli elementi di rottura che portano da una rappresentazione del corpo come strumento di esercizio della volontà razionale, che Foucault delinea attraverso la nozione di padronanza di sé, rinviando ad un fondamentale implicito pedagogico presente nei discorsi e nelle pratiche sul corpo concernente la costituzione del soggetto morale, ad una rappresentazione del corpo come strumento di addestramento ed esercizio disciplinare che ha nel controllo e nell’assoggettamento delle forze del corpo, il fondamentale operatore pedagogico sul soggetto. Il secondo nucleo è costituito dalla frattura prodottasi nell’esperienza moderna della follia, rispetto alla quale Foucault ci permette di osservare la nascita di un vero e proprio dispositivo pedagogico tutto interno alla riorganizzazione del sapere medico attorno all’esperienza dell’internamento e della pretesa di cura che in modo confuso si appronta sul corpo dei folli; l’emergere di un dispositivo medico-pedagogico che muovendo dal riconoscimento della singolarità dei corpi definisce la possibilità/necessità di agire nei termini dell’inclusione sociale, attraverso le strategie correzionali e riabilitative, porta con sé l’effetto di prelevamento di sapere sull’individuo e la possibilità di sviluppare, a partire da qui, un discorso scientifico e di verità sul soggetto; lungo questa direttrice la nascita della clinica viene a fondarsi come produzione ed elaborazione di un sapere medico totalmente radicato sul corpo anatomico capace di disvelare la verità scientifica sulla vita.Il terzo nucleo è dato dalla frattura tecnico-politica determinata dalla riorganizzazione sociale delle istituzioni moderne secondo la logica dei dispositivi disciplinari, rispetto ai quali rintracciamo forse la più significativa e profonda dimensione pedagogica del corpo che l’analitica foucaultiana ha permesso di interpretare in tutta la sua efficacia formativa. Sul corpo e nel corpo si gioca l’intreccio tra sapere e potere che proprio l’emergere del dispositivo disciplinare consente di realizzare, gettando luce sul lato più oscuro della pedagogia come istanza moderna del controllo e dell’assoggettamento: per Foucault non è più la quantità ma la qualità del controllo ad assumere rilevanza pedagogica nel funzionamento delle discipline, sono la meccanica e l’economia delle forze dei corpi a costituire il nuovo sapere pedagogico da cui è scaturito il modello della rieducazione come trattamento correzionale. Il quarto nucleo è rintracciabile nella produzione analitica di Foucault attorno alla dimensione della sessualità in Occidente; il corpo appare al centro di una produzione discorsiva che a partire dal rapporto con la dimensione del piacere sessuale, permette di definirlo scientificamente, lo individua e lo lascia emergere come oggetto di un sapere specifico che permette di accedere alla dimensione più nascosta e segreta del soggetto. Dall’uso dei “piaceri” come problematizzazione antica della corporeità in quanto fonte del piacere alla scientia sexualis come produzione discorsiva che ha come oggetto specifico la sessualità, si consuma quella frattura decisiva che riconfigura il campo del sapere e delle pratiche pedagogiche sul corpo in rapporto all’emergere di un dispositivo di sessualità. Per Foucault, dunque, la dimensione più rilevante che segna il passaggio moderno dei discorsi sulla sessualità, che definiscono quest’ultima come oggetto di un sapere articolato e disseminato nelle scienze umane e nelle scienze naturali, è quello dell’economia del desiderio e dell’istinto nei dispositivi sessuali; il corpo, proprio nel dispositivo di sessualità, assurge alla propria funzione di quartiere di forza per la verità del soggetto. In questo senso il corpo diviene dispositivo pedagogico, nel suo significato più pieno, in quanto strumento attraverso cui si produce la verità sul soggetto.
Barone, P. (2009). Il corpo come quartiere di forza della verità. In F. Cappa (a cura di), Foucault come educatore : spazio, tempo, corpo e cura nei dispositivi pedagogici. Milano : Franco Angeli.
Il corpo come quartiere di forza della verità
BARONE, PIERANGELO
2009
Abstract
Questo saggio, inserito in un volume collettaneo dedicato all’implicito pedagogico del pensiero di Michel Foucault, prende le mosse dalla centralità che il corpo assume nell’opera del filosofo francese. Si è provato a seguire il filo pedagogico di un discorso attorno alla produzione di verità come formazione e costituzione della soggettività, che ha proprio nel corpo il suo correlato teorico-pratico decisivo. L’attraversamento del discorso foucaultiano sul corpo, si sviluppa attorno a quattro nuclei concettuali, corrispondenti ad altrettante funzioni del corpo come strumento di produzione della soggettività: il primo nucleo è costituito dalla ricomposizione del campo analitico che consente di leggere gli elementi di rottura che portano da una rappresentazione del corpo come strumento di esercizio della volontà razionale, che Foucault delinea attraverso la nozione di padronanza di sé, rinviando ad un fondamentale implicito pedagogico presente nei discorsi e nelle pratiche sul corpo concernente la costituzione del soggetto morale, ad una rappresentazione del corpo come strumento di addestramento ed esercizio disciplinare che ha nel controllo e nell’assoggettamento delle forze del corpo, il fondamentale operatore pedagogico sul soggetto. Il secondo nucleo è costituito dalla frattura prodottasi nell’esperienza moderna della follia, rispetto alla quale Foucault ci permette di osservare la nascita di un vero e proprio dispositivo pedagogico tutto interno alla riorganizzazione del sapere medico attorno all’esperienza dell’internamento e della pretesa di cura che in modo confuso si appronta sul corpo dei folli; l’emergere di un dispositivo medico-pedagogico che muovendo dal riconoscimento della singolarità dei corpi definisce la possibilità/necessità di agire nei termini dell’inclusione sociale, attraverso le strategie correzionali e riabilitative, porta con sé l’effetto di prelevamento di sapere sull’individuo e la possibilità di sviluppare, a partire da qui, un discorso scientifico e di verità sul soggetto; lungo questa direttrice la nascita della clinica viene a fondarsi come produzione ed elaborazione di un sapere medico totalmente radicato sul corpo anatomico capace di disvelare la verità scientifica sulla vita.Il terzo nucleo è dato dalla frattura tecnico-politica determinata dalla riorganizzazione sociale delle istituzioni moderne secondo la logica dei dispositivi disciplinari, rispetto ai quali rintracciamo forse la più significativa e profonda dimensione pedagogica del corpo che l’analitica foucaultiana ha permesso di interpretare in tutta la sua efficacia formativa. Sul corpo e nel corpo si gioca l’intreccio tra sapere e potere che proprio l’emergere del dispositivo disciplinare consente di realizzare, gettando luce sul lato più oscuro della pedagogia come istanza moderna del controllo e dell’assoggettamento: per Foucault non è più la quantità ma la qualità del controllo ad assumere rilevanza pedagogica nel funzionamento delle discipline, sono la meccanica e l’economia delle forze dei corpi a costituire il nuovo sapere pedagogico da cui è scaturito il modello della rieducazione come trattamento correzionale. Il quarto nucleo è rintracciabile nella produzione analitica di Foucault attorno alla dimensione della sessualità in Occidente; il corpo appare al centro di una produzione discorsiva che a partire dal rapporto con la dimensione del piacere sessuale, permette di definirlo scientificamente, lo individua e lo lascia emergere come oggetto di un sapere specifico che permette di accedere alla dimensione più nascosta e segreta del soggetto. Dall’uso dei “piaceri” come problematizzazione antica della corporeità in quanto fonte del piacere alla scientia sexualis come produzione discorsiva che ha come oggetto specifico la sessualità, si consuma quella frattura decisiva che riconfigura il campo del sapere e delle pratiche pedagogiche sul corpo in rapporto all’emergere di un dispositivo di sessualità. Per Foucault, dunque, la dimensione più rilevante che segna il passaggio moderno dei discorsi sulla sessualità, che definiscono quest’ultima come oggetto di un sapere articolato e disseminato nelle scienze umane e nelle scienze naturali, è quello dell’economia del desiderio e dell’istinto nei dispositivi sessuali; il corpo, proprio nel dispositivo di sessualità, assurge alla propria funzione di quartiere di forza per la verità del soggetto. In questo senso il corpo diviene dispositivo pedagogico, nel suo significato più pieno, in quanto strumento attraverso cui si produce la verità sul soggetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.