Questo contributo approfondisce la poetica di Mariangela Gualtieri, poetessa e performer teatrale contemporanea, A partire da una riflessione sul dispositivo della formazione come teatro, le riflessioni sviluppate riguardano il linguaggio poetico e teatrale come spazio mediatore tra terapia e formazione, capace di produrre in un gruppo di formazione un processo di apprendimento integrato e aperto all’esplorazione del registro emozionale. Quest’ipotesi verrà sviluppata attraverso la narrazione di un’esperienza formativa nella quale il contatto con la parola di Gualtieri permette al gruppo di mettere in scena una sofferenza legata a un vissuto istituzionale e di poterla ri-presentificare. In una prospettiva clinica di lettura dei processi formativi il testo intende portare un contributo all’analisi della formazione come processo di sviluppo estetico e come capacità poetica di dare senso al proprio compito di cura e alla sofferenza degli utenti attraverso un’immersione nel registro sensoriale ed emozionale della scena formativa.
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, S. (2014). "Chi ci guarderà come si guarda / il bambino che dorme". La parola infante di Mariangela Gualtieri: frammenti poetici per un'educazione alla levità. In M.G. Contini, M. Fabbri (a cura di), Il futuro ricordato. Impegno etico e progettualità educativa (pp. 457-470). Pisa : ETS.
"Chi ci guarderà come si guarda / il bambino che dorme". La parola infante di Mariangela Gualtieri: frammenti poetici per un'educazione alla levità
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, STEFANIAPrimo
2014
Abstract
Questo contributo approfondisce la poetica di Mariangela Gualtieri, poetessa e performer teatrale contemporanea, A partire da una riflessione sul dispositivo della formazione come teatro, le riflessioni sviluppate riguardano il linguaggio poetico e teatrale come spazio mediatore tra terapia e formazione, capace di produrre in un gruppo di formazione un processo di apprendimento integrato e aperto all’esplorazione del registro emozionale. Quest’ipotesi verrà sviluppata attraverso la narrazione di un’esperienza formativa nella quale il contatto con la parola di Gualtieri permette al gruppo di mettere in scena una sofferenza legata a un vissuto istituzionale e di poterla ri-presentificare. In una prospettiva clinica di lettura dei processi formativi il testo intende portare un contributo all’analisi della formazione come processo di sviluppo estetico e come capacità poetica di dare senso al proprio compito di cura e alla sofferenza degli utenti attraverso un’immersione nel registro sensoriale ed emozionale della scena formativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.