Riflettendo sul rapporto tra luoghi e corpi dei vivi e dei morti, Remotti (1993; 2006; 2022) ha evidenziato come i rimedi sociali per affrontare la morte siano il risultato della combinazione di tre categorie fondamentali: “ciò che scompare”, “ciò che rimane” e “ciò che riemerge”. La morte non produce mai uno scomparire totale, c’è sempre qualche cosa che resta: ossa, oggetti, affetti, ricordi. In questo saggio argomentiamo che, in linea con queste premesse, sia possibile interrogare il rapporto tra immanenza e trascendenza nella relazione con i morti. In epoche e contesti geografici differenti, le società hanno instaurato un rapporto con i defunti in cui si alternano amore, venerazione, affetto, paura o repulsione, e deciso se e come i morti possano continuare a stare tra i vivi. Parlare con i morti, vederli in sogno o durante la veglia possono essere eventi eccezionali di incontro con il trascendente, oppure esperienze quotidiane laddove in quanto presenze visibili o invisibili muovono le cose del mondo. In questo saggio ci interroghiamo sulla contrapposizione tra società trascendentali e società immanentiste (Sahlins 2022), mostrando come in un quadro di effervescenza e differenziazione culturale il mondo continui ad apparire incantato, spingendoci a riflettere sul nostro rapporto con i morti e più in generale sulla possibilità di cogliere una realtà evanescente in cui la distinzione tra immanenza e trascendenza si fa più incerta.

Brivio, A., Mattalucci, C. (2024). I morti tra i vivi: tra immanenza e trascendenza. In J. Javier González Díez, A. Gusman (a cura di), Gli altri e noi (pp. 145-176). Torino : Accademia University Press.

I morti tra i vivi: tra immanenza e trascendenza

Brivio A.;Mattalucci C.
2024

Abstract

Riflettendo sul rapporto tra luoghi e corpi dei vivi e dei morti, Remotti (1993; 2006; 2022) ha evidenziato come i rimedi sociali per affrontare la morte siano il risultato della combinazione di tre categorie fondamentali: “ciò che scompare”, “ciò che rimane” e “ciò che riemerge”. La morte non produce mai uno scomparire totale, c’è sempre qualche cosa che resta: ossa, oggetti, affetti, ricordi. In questo saggio argomentiamo che, in linea con queste premesse, sia possibile interrogare il rapporto tra immanenza e trascendenza nella relazione con i morti. In epoche e contesti geografici differenti, le società hanno instaurato un rapporto con i defunti in cui si alternano amore, venerazione, affetto, paura o repulsione, e deciso se e come i morti possano continuare a stare tra i vivi. Parlare con i morti, vederli in sogno o durante la veglia possono essere eventi eccezionali di incontro con il trascendente, oppure esperienze quotidiane laddove in quanto presenze visibili o invisibili muovono le cose del mondo. In questo saggio ci interroghiamo sulla contrapposizione tra società trascendentali e società immanentiste (Sahlins 2022), mostrando come in un quadro di effervescenza e differenziazione culturale il mondo continui ad apparire incantato, spingendoci a riflettere sul nostro rapporto con i morti e più in generale sulla possibilità di cogliere una realtà evanescente in cui la distinzione tra immanenza e trascendenza si fa più incerta.
Capitolo o saggio
Vivi; Morti; Immanenza; Trascendenza
Italian
Gli altri e noi
Javier González Díez, J. ; Gusman, A
2024
9791255001171
Accademia University Press
145
176
Brivio, A., Mattalucci, C. (2024). I morti tra i vivi: tra immanenza e trascendenza. In J. Javier González Díez, A. Gusman (a cura di), Gli altri e noi (pp. 145-176). Torino : Accademia University Press.
none
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/548903
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact