Il contributo vuole presentare l’impianto del lavoro di ricerca di dottorato del proponente. Inserendosi nel quadro della pedagogia sociale, la ricerca è focalizzata sulla triangolazione tra: delle forme di lavoro precario, definibili come caratterizzate da una importante flessibilità dell’«occupazione» e della «prestazione» (Gallino, 2009); le «storia di vita» (Merrill e West, 2012), dei soggetti che attraversano questi contesti lavorativi, sempre più frammentate e individualizzate; e gli apprendimenti sociali, connessi all’«educazione sociale» (Tramma, 2019), disseminati nei contesti lavorativi precari e nel panorama sociale del capitalismo contemporaneo. La ricerca, idiografica e qualitativa, ha inteso esplorare – mediante l’utilizzo di interviste semi- strutturate, proposte sia a funzionari sindacali come testimoni privilegiati in prima battuta, sia a lavoratrici e lavoratori in una seconda fase della ricerca – tre direttrici educative (dal vario grado di formalità e intenzionalità) connesse a queste forme di lavoro iper-flessibile: - L’educazione al lavoro precario, ovvero quei processi biografici individuali, ma socialmente definiti, che hanno portato le persone incontrate nel corso della ricerca a svolgere queste forme di lavoro; - L’educazione nel lavoro precario, ovvero quei processi formativi (intenzionali e non) – connessi all’organizzazione del lavoro (in termini spaziali, temporali e di processi produttivi) e alle sue conseguenze in termini di relazioni orizzontali e verticali – che educano lavoratrici e lavoratori a un’idea di lavoro e di sé nel lavoro; alle relazioni con i colleghi e/o i superiori; alle prospettive lavorative… - L’educazione del lavoro precario, considerabile come l’insieme delle conseguenze dell’attuale forma di organizzazione capitalista del lavoro sulla vita personale (Sennett, 2001) che portano a «costruire la propria vita» (Beck, 2008), le proprie prospettive future, relazioni e quotidianità – con uno sguardo in particolare al nesso tra il “tempo di lavoro” e il “tempo di vita” – con un forte ancoraggio alle contingenze (im)poste dal lavoro. In sintesi, l’obiettivo è proporre una caratterizzazione delle riflessioni pedagogico-sociali che hanno informato l’impianto della ricerca, e di restituire alcune considerazioni preliminari costruite a partire dal materiale ricavato durante la fase di raccolta dati empirica, attualmente in fase di conclusione.
Romeo, S. (2023). Storie di vita e apprendimenti sociali nel lavoro precario. In M. Fabbri, P. Malavasi, A. Rosa, I. Vannini (a cura di), Sistemi Educativi, Orientamento, Lavoro. Junior Conference (pp. 123-125). Lecce : Pensa MultiMedia Editore s.r.l..
Storie di vita e apprendimenti sociali nel lavoro precario
Simone Romeo
Primo
2023
Abstract
Il contributo vuole presentare l’impianto del lavoro di ricerca di dottorato del proponente. Inserendosi nel quadro della pedagogia sociale, la ricerca è focalizzata sulla triangolazione tra: delle forme di lavoro precario, definibili come caratterizzate da una importante flessibilità dell’«occupazione» e della «prestazione» (Gallino, 2009); le «storia di vita» (Merrill e West, 2012), dei soggetti che attraversano questi contesti lavorativi, sempre più frammentate e individualizzate; e gli apprendimenti sociali, connessi all’«educazione sociale» (Tramma, 2019), disseminati nei contesti lavorativi precari e nel panorama sociale del capitalismo contemporaneo. La ricerca, idiografica e qualitativa, ha inteso esplorare – mediante l’utilizzo di interviste semi- strutturate, proposte sia a funzionari sindacali come testimoni privilegiati in prima battuta, sia a lavoratrici e lavoratori in una seconda fase della ricerca – tre direttrici educative (dal vario grado di formalità e intenzionalità) connesse a queste forme di lavoro iper-flessibile: - L’educazione al lavoro precario, ovvero quei processi biografici individuali, ma socialmente definiti, che hanno portato le persone incontrate nel corso della ricerca a svolgere queste forme di lavoro; - L’educazione nel lavoro precario, ovvero quei processi formativi (intenzionali e non) – connessi all’organizzazione del lavoro (in termini spaziali, temporali e di processi produttivi) e alle sue conseguenze in termini di relazioni orizzontali e verticali – che educano lavoratrici e lavoratori a un’idea di lavoro e di sé nel lavoro; alle relazioni con i colleghi e/o i superiori; alle prospettive lavorative… - L’educazione del lavoro precario, considerabile come l’insieme delle conseguenze dell’attuale forma di organizzazione capitalista del lavoro sulla vita personale (Sennett, 2001) che portano a «costruire la propria vita» (Beck, 2008), le proprie prospettive future, relazioni e quotidianità – con uno sguardo in particolare al nesso tra il “tempo di lavoro” e il “tempo di vita” – con un forte ancoraggio alle contingenze (im)poste dal lavoro. In sintesi, l’obiettivo è proporre una caratterizzazione delle riflessioni pedagogico-sociali che hanno informato l’impianto della ricerca, e di restituire alcune considerazioni preliminari costruite a partire dal materiale ricavato durante la fase di raccolta dati empirica, attualmente in fase di conclusione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.