A lungo si è dibattuto in dottrina sulla rilevanza e significatività degli studi in tema di metodi di previsione delle insolvenze. La letteratura sulle crisi è ricca di contributi volti ad enfatizzare l’importanza di cogliere con congruo anticipo i primi sintomi del malessere aziendale. Le radici di quelle correnti dottrinali, volte ad elaborare modelli in grado di "catturare" i segnali di una crisi latente, sono a nostro avviso, da ricercarsi nei primi studi condotti in materia di previsioni aziendali. La funzione previsiva ha, infatti, da sempre affascinato gli studiosi delle nostre discipline. Nessuno può disconoscere l’importanza, per qualsiasi combinazione produttiva, di considerare attentamente le conseguenze che scelte imprenditoriali possono produrre nel futuro più o meno prossimo. Nei tempi trascorsi, l’orientamento della gestione aziendale appariva più semplice, lo studioso infatti poteva permettersi di pervenire nel campo dell’indagine prospettiva alla costruzione di principi generali di quasi universale applicazione. Col mutamento del contesto temporale in cui operano le aziende i cultori delle nostre discipline si sono visti costretti a costruire modelli sempre più sofisticati attingendo in larga misura dalle scienze matematico statistiche. Nonostante ciò non si può negare che quanto osservato in passato dai Maestri della Ragioneria risulta ancora oggi ai nostri occhi ricco di implicazioni operative. Il presente contributo è orientato alla ricerca di quelle radici ragionieristiche, troppo spesso dimenticate o per altri motivi accantonate, degli studi in tema di previsione degli stati di crisi.
Verona, R., Pierotti, M. (2006). L'evoluzione del contributo dell'analisi di bilancio nello studio dei dissesti. In Poddighe, F, Madonna, S (a cura di), I modelli di previsione delle crisi aziendali: possibilità e limiti. Giuffrè.
L'evoluzione del contributo dell'analisi di bilancio nello studio dei dissesti
PIEROTTI, MARIA RITA
2006
Abstract
A lungo si è dibattuto in dottrina sulla rilevanza e significatività degli studi in tema di metodi di previsione delle insolvenze. La letteratura sulle crisi è ricca di contributi volti ad enfatizzare l’importanza di cogliere con congruo anticipo i primi sintomi del malessere aziendale. Le radici di quelle correnti dottrinali, volte ad elaborare modelli in grado di "catturare" i segnali di una crisi latente, sono a nostro avviso, da ricercarsi nei primi studi condotti in materia di previsioni aziendali. La funzione previsiva ha, infatti, da sempre affascinato gli studiosi delle nostre discipline. Nessuno può disconoscere l’importanza, per qualsiasi combinazione produttiva, di considerare attentamente le conseguenze che scelte imprenditoriali possono produrre nel futuro più o meno prossimo. Nei tempi trascorsi, l’orientamento della gestione aziendale appariva più semplice, lo studioso infatti poteva permettersi di pervenire nel campo dell’indagine prospettiva alla costruzione di principi generali di quasi universale applicazione. Col mutamento del contesto temporale in cui operano le aziende i cultori delle nostre discipline si sono visti costretti a costruire modelli sempre più sofisticati attingendo in larga misura dalle scienze matematico statistiche. Nonostante ciò non si può negare che quanto osservato in passato dai Maestri della Ragioneria risulta ancora oggi ai nostri occhi ricco di implicazioni operative. Il presente contributo è orientato alla ricerca di quelle radici ragionieristiche, troppo spesso dimenticate o per altri motivi accantonate, degli studi in tema di previsione degli stati di crisi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.