Il contributo prende in esame la narrativa breve di Clara Sereni, a partire dai due primissimi racconti degli anni Sessanta, concentrandosi sulle due raccolte “Manicomio primavera” e “Eppure”. Con il ricorso anche ai materiali preparatori (indici ed epigrafi in particolare) conservati all’Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieussieux l’obiettivo del saggio è individuare e seguire le gugliate, i raccordi, i punti che connettono fra loro i racconti che compongono le raccolte, i raffinati giochi di rimandi e richiami, anche a distanza, fra i due libri. La Sereni è infatti autrice di spiccata consapevolezza, particolarmente attenta alle potenzialità espressive del riunire, all’architettura calcolata e bilanciata delle sue opere: i “politesti” che allestisce sono esempi evidenti di dispositivi narrativi in cui la costruzione, la selezione, la sequenza delle singole parti, gli elementi paratestuali, offrono al lettore, rispetto alla somma dei valori semantici delle singole tessere, un rilevante senso aggiuntivo.
Caputo, F. (2023). Il filo dei racconti di Clara Sereni. Manicomio primavera e Eppure. In S. Casini, P.V. Scricciolo, F. Scrivano (a cura di), «Radici aeree». Studi, testimonianze e riflessioni su Clara Sereni Atti del Convegno di Studi Perugia, 19-20 maggio 2022 (pp. 235). Perugia : ali&no.
Il filo dei racconti di Clara Sereni. Manicomio primavera e Eppure
Caputo, F
2023
Abstract
Il contributo prende in esame la narrativa breve di Clara Sereni, a partire dai due primissimi racconti degli anni Sessanta, concentrandosi sulle due raccolte “Manicomio primavera” e “Eppure”. Con il ricorso anche ai materiali preparatori (indici ed epigrafi in particolare) conservati all’Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieussieux l’obiettivo del saggio è individuare e seguire le gugliate, i raccordi, i punti che connettono fra loro i racconti che compongono le raccolte, i raffinati giochi di rimandi e richiami, anche a distanza, fra i due libri. La Sereni è infatti autrice di spiccata consapevolezza, particolarmente attenta alle potenzialità espressive del riunire, all’architettura calcolata e bilanciata delle sue opere: i “politesti” che allestisce sono esempi evidenti di dispositivi narrativi in cui la costruzione, la selezione, la sequenza delle singole parti, gli elementi paratestuali, offrono al lettore, rispetto alla somma dei valori semantici delle singole tessere, un rilevante senso aggiuntivo.File | Dimensione | Formato | |
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