Il saggio affronta il tema della «rifugiatizzazione» dei senza dimora a partire da un contesto di particolare interesse: la città di Como, un luogo di confine dove la presenza di rifugiati, soprattutto se senza dimora, ha catalizzato le paure dei cittadini e delle Istituzioni pubbliche. A fronte di un’avversione diffusa, una parte della società civile si è invece mobilitata per fornire aiuto e supporto ai più bisognosi. Il saggio prende quindi in esame l’evoluzione di uno specifico campo di azione solidale che si è progressivamente (ri)strutturato in città a fronte di ripetuti momenti di «crisi» occorsi tra il 2016 e la Pandemia da Covid-19. Adottando una prospettiva analitica diacronica, sono individuate le strategie che gli attori del terzo settore hanno ideato e poi introdotto per rispondere ad una serie di necessità non coperte dal mercato e dalle politiche di welfare formali. Da questo punto di vista, la presenza di «rifugiati senza dimora» rappresenta tanto un fattore di sfida e di stress istituzionale ed organizzativo, quanto una spinta per l’innovazione nei percorsi solidali che l’azione umanitaria può apportare su un tema socialmente e politicamente sensibile.
Bonizzoni, P., Molli, S., Dimitriadis, I. (2023). Rifugiati senza dimora: innovazioni e punti di svolta nell’impegno solidale. In M. Ambrosini (a cura di), Rifugiati e solidali : l'accoglienza dei richiedenti asilo in Italia (pp. 249-277). Bologna : Il Mulino.
Rifugiati senza dimora: innovazioni e punti di svolta nell’impegno solidale
Bonizzoni, P
;Dimitriadis, I
2023
Abstract
Il saggio affronta il tema della «rifugiatizzazione» dei senza dimora a partire da un contesto di particolare interesse: la città di Como, un luogo di confine dove la presenza di rifugiati, soprattutto se senza dimora, ha catalizzato le paure dei cittadini e delle Istituzioni pubbliche. A fronte di un’avversione diffusa, una parte della società civile si è invece mobilitata per fornire aiuto e supporto ai più bisognosi. Il saggio prende quindi in esame l’evoluzione di uno specifico campo di azione solidale che si è progressivamente (ri)strutturato in città a fronte di ripetuti momenti di «crisi» occorsi tra il 2016 e la Pandemia da Covid-19. Adottando una prospettiva analitica diacronica, sono individuate le strategie che gli attori del terzo settore hanno ideato e poi introdotto per rispondere ad una serie di necessità non coperte dal mercato e dalle politiche di welfare formali. Da questo punto di vista, la presenza di «rifugiati senza dimora» rappresenta tanto un fattore di sfida e di stress istituzionale ed organizzativo, quanto una spinta per l’innovazione nei percorsi solidali che l’azione umanitaria può apportare su un tema socialmente e politicamente sensibile.File | Dimensione | Formato | |
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