Il presente lavoro di ricerca si è proposto di esaminare le prime fasi dello sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down, allo scopo di evidenziare l’esistenza di fenomeni e processi propri del normale sviluppo del linguaggio all’interno di una popolazione caratterizzata da un profilo evolutivo atipico, dal punto di vista sia cognitivo che linguistico. I partecipanti ai quattro studi riportati nel presente lavoro sono stati estratti da un gruppo di bambini seguiti nell’ambito di un progetto longitudinale sul monitoraggio dello sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down. Due degli studi condotti sono relativi all’utilizzo dei gesti comunicativi, data la predisposizione, rilevata da diverse ricerche in letteratura, per l’uso della modalità gestuale da parte di questi bambini; dal primo studio, che si è proposto di effettuare un confronto fra bambini con sindrome di Down di 24 mesi e coetanei con sviluppo del linguaggio rallentato, è emerso come il profilo comunicativo preverbale, vocale e gestuale, mostrato dai bambini con sindrome di Down si manifesti, nelle prime fasi di acquisizione del linguaggio, come un semplice rallentamento dello sviluppo tipico. Inoltre, il secondo studio ha permesso di rilevare, nello sviluppo gestuale dei bambini con sindrome di Down, due processi simili a quelli che sono stati identificati nella letteratura relativa allo sviluppo tipico: il ruolo dei gesti come “ponte” fra la comprensione e la produzione verbale ed il ruolo predittivo dei gesti, in associazione alla comprensione verbale, sul successivo sviluppo lessicale. Il terzo studio è, invece, relativo alla relazione intercorrente fra lo sviluppo lessicale e morfosintattico, poiché i dati relativi allo sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down sono stati frequentemente utilizzati a sostegno dell’ipotesi dell’indipendenza fra le diverse aree del linguaggio, dato il riscontro di una maggiore compromissione a livello morfosintattico rispetto ad abilità lessicali relativamente preservate; i dati rilevati dal presente studio hanno, invece, permesso di sottolineare come, nonostante l’esistenza di una difficoltà specifica a livello morfosintattico, lo sviluppo lessicale e sintattico risultino essere correlati anche all’interno di questa popolazione, allo stesso modo in cui avviene nello sviluppo tipico. Da ultimo, il quarto studio, alla luce della prospettiva socio-interazionista, ha preso in esame le caratteristiche lessicali e strutturali del linguaggio rivolto ai bambini con sindrome di Down, al fine di verificare la tipicità dell’input che viene loro indirizzato; a tale proposito è stato rilevato come il linguaggio materno diretto ai bambini con sindrome di Down si collochi ad un livello intermedio rispetto a quello indirizzato a bambini con sviluppo tipico di pari età cronologica o di pari ampiezza lessicale, risultando più semplice di quanto previsto sulla base dell’età cronologica, ma più complesso di quanto richiesto dalle competenze linguistiche dei bambini.
(2008). Fenomeni tipici e atipici nello sviluppo linguistico di bambini con sindrome di Down. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008).
Fenomeni tipici e atipici nello sviluppo linguistico di bambini con sindrome di Down
ZAMPINI, LAURA
2008
Abstract
Il presente lavoro di ricerca si è proposto di esaminare le prime fasi dello sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down, allo scopo di evidenziare l’esistenza di fenomeni e processi propri del normale sviluppo del linguaggio all’interno di una popolazione caratterizzata da un profilo evolutivo atipico, dal punto di vista sia cognitivo che linguistico. I partecipanti ai quattro studi riportati nel presente lavoro sono stati estratti da un gruppo di bambini seguiti nell’ambito di un progetto longitudinale sul monitoraggio dello sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down. Due degli studi condotti sono relativi all’utilizzo dei gesti comunicativi, data la predisposizione, rilevata da diverse ricerche in letteratura, per l’uso della modalità gestuale da parte di questi bambini; dal primo studio, che si è proposto di effettuare un confronto fra bambini con sindrome di Down di 24 mesi e coetanei con sviluppo del linguaggio rallentato, è emerso come il profilo comunicativo preverbale, vocale e gestuale, mostrato dai bambini con sindrome di Down si manifesti, nelle prime fasi di acquisizione del linguaggio, come un semplice rallentamento dello sviluppo tipico. Inoltre, il secondo studio ha permesso di rilevare, nello sviluppo gestuale dei bambini con sindrome di Down, due processi simili a quelli che sono stati identificati nella letteratura relativa allo sviluppo tipico: il ruolo dei gesti come “ponte” fra la comprensione e la produzione verbale ed il ruolo predittivo dei gesti, in associazione alla comprensione verbale, sul successivo sviluppo lessicale. Il terzo studio è, invece, relativo alla relazione intercorrente fra lo sviluppo lessicale e morfosintattico, poiché i dati relativi allo sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down sono stati frequentemente utilizzati a sostegno dell’ipotesi dell’indipendenza fra le diverse aree del linguaggio, dato il riscontro di una maggiore compromissione a livello morfosintattico rispetto ad abilità lessicali relativamente preservate; i dati rilevati dal presente studio hanno, invece, permesso di sottolineare come, nonostante l’esistenza di una difficoltà specifica a livello morfosintattico, lo sviluppo lessicale e sintattico risultino essere correlati anche all’interno di questa popolazione, allo stesso modo in cui avviene nello sviluppo tipico. Da ultimo, il quarto studio, alla luce della prospettiva socio-interazionista, ha preso in esame le caratteristiche lessicali e strutturali del linguaggio rivolto ai bambini con sindrome di Down, al fine di verificare la tipicità dell’input che viene loro indirizzato; a tale proposito è stato rilevato come il linguaggio materno diretto ai bambini con sindrome di Down si collochi ad un livello intermedio rispetto a quello indirizzato a bambini con sviluppo tipico di pari età cronologica o di pari ampiezza lessicale, risultando più semplice di quanto previsto sulla base dell’età cronologica, ma più complesso di quanto richiesto dalle competenze linguistiche dei bambini.File | Dimensione | Formato | |
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