La pandemia ha posto i servizi educativi per l’infanzia di fronte alla necessità di fronteggiare inediti problemi e di allestire nuove risposte in tempi rapidi. Questa situazione di crisi, pur nella sua portata drammatica, ha tuttavia indotto le équipe educative a porsi in contatto in modo inedito con i metodi di lavoro, gli assetti pedagogico-organizzativi e i presupposti educativi ritenuti validi fino a quel momento, cogliendo la necessità di aprire nuove prospettive, innovando. Anche alla pedagogia dell’infanzia queste esperienze innovative aprono nuove sollecitazioni riflessive, chiedendo la tematizzazione, in una dialettica teorico-pratica, dei fenomeni educativi che si snodano sul campo. Le innovazioni educative condotte dai servizi 0-6 della coop. Oplà (Vimercate- MB) offrono spunti alla riflessione pedagogica, in particolare relativamente ad alcune questioni: 1)la riprogettazione dei servizi. Nei mesi più duri di lockdown è stata sperimentata la riorganizzazione del servizio educativo oltre i confini tradizionali. Alcune educatrici, con una stretta attività di coordinamento e supervisione pedagogica, hanno organizzato il servizio presso le abitazioni delle famiglie utenti, allestendo in nuove coordinate, le proposte educative per gruppi ridotti di bambini. Ne sono nate nuove possibilità di interpretazione del ruolo educativo e della progettualità dei servizi. 2)le relazioni educative a distanza. Le équipe educative hanno attivato fin da subito una pluralità di forme di comunicazione online con le famiglie non tanto e non solo per inviare proposte di attività da far svolgere ai bambini quanto piuttosto per condividere le esperienze educative, raccolte dai genitori, che i bambini vivevano nella quotidianità delle relazioni familiari prendendo parte a processi di partecipazione alla vita culturale, giorno dopo giorno. Il lavoro educativo, reinterpretato mediante l’uso di codici digitali, ha così mantenuto vivo a distanza il legame con i bambini ed ha sostenuto i genitori, valorizzandone competenze e autorevolezza. 3)l’educazione come partecipazione culturale. I bambini crescono e imparano nella partecipazione al mondo culturale di cui, insieme agli adulti, sono parte. Assumendo questa prospettiva la riapertura dei servizi è stata accompagnata da una riorganizzazione della progettualità educativa, sottolineando le già attive connessioni tra le esperienze di apprendimento offerte ai bambini nell’ambiente interno e in quello esterno. Aule e giardino, con le loro peculiarità, compongono il complesso e organico contesto culturale della vita quotidiana e dell’educazione, nel quale bambini e adulti condividono relazioni e apprendimenti. Come tematizzare e assumere le pratiche educative innovative come dimensioni costitutive del discorso pedagogico sull’educazione dell’infanzia?
Infantino, A. (2022). Sfide e opportunità: esperienze di innovazione nell'educazione dell'infanzia. In E.M. Floriana Falcinelli (a cura di), Lo zerosei di fronte all'emergenza COVID. Esperienze, ricerche e riflessioni pedagogiche (pp. 57-67). Città di Castello (PG) : Zeroseiup.
Sfide e opportunità: esperienze di innovazione nell'educazione dell'infanzia
Infantino, A
2022
Abstract
La pandemia ha posto i servizi educativi per l’infanzia di fronte alla necessità di fronteggiare inediti problemi e di allestire nuove risposte in tempi rapidi. Questa situazione di crisi, pur nella sua portata drammatica, ha tuttavia indotto le équipe educative a porsi in contatto in modo inedito con i metodi di lavoro, gli assetti pedagogico-organizzativi e i presupposti educativi ritenuti validi fino a quel momento, cogliendo la necessità di aprire nuove prospettive, innovando. Anche alla pedagogia dell’infanzia queste esperienze innovative aprono nuove sollecitazioni riflessive, chiedendo la tematizzazione, in una dialettica teorico-pratica, dei fenomeni educativi che si snodano sul campo. Le innovazioni educative condotte dai servizi 0-6 della coop. Oplà (Vimercate- MB) offrono spunti alla riflessione pedagogica, in particolare relativamente ad alcune questioni: 1)la riprogettazione dei servizi. Nei mesi più duri di lockdown è stata sperimentata la riorganizzazione del servizio educativo oltre i confini tradizionali. Alcune educatrici, con una stretta attività di coordinamento e supervisione pedagogica, hanno organizzato il servizio presso le abitazioni delle famiglie utenti, allestendo in nuove coordinate, le proposte educative per gruppi ridotti di bambini. Ne sono nate nuove possibilità di interpretazione del ruolo educativo e della progettualità dei servizi. 2)le relazioni educative a distanza. Le équipe educative hanno attivato fin da subito una pluralità di forme di comunicazione online con le famiglie non tanto e non solo per inviare proposte di attività da far svolgere ai bambini quanto piuttosto per condividere le esperienze educative, raccolte dai genitori, che i bambini vivevano nella quotidianità delle relazioni familiari prendendo parte a processi di partecipazione alla vita culturale, giorno dopo giorno. Il lavoro educativo, reinterpretato mediante l’uso di codici digitali, ha così mantenuto vivo a distanza il legame con i bambini ed ha sostenuto i genitori, valorizzandone competenze e autorevolezza. 3)l’educazione come partecipazione culturale. I bambini crescono e imparano nella partecipazione al mondo culturale di cui, insieme agli adulti, sono parte. Assumendo questa prospettiva la riapertura dei servizi è stata accompagnata da una riorganizzazione della progettualità educativa, sottolineando le già attive connessioni tra le esperienze di apprendimento offerte ai bambini nell’ambiente interno e in quello esterno. Aule e giardino, con le loro peculiarità, compongono il complesso e organico contesto culturale della vita quotidiana e dell’educazione, nel quale bambini e adulti condividono relazioni e apprendimenti. Come tematizzare e assumere le pratiche educative innovative come dimensioni costitutive del discorso pedagogico sull’educazione dell’infanzia?File | Dimensione | Formato | |
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