Il saggio analizza le condizioni e le forme di dialogo a partire dalle riflessioni di alcuni filosofi musulmani contemporanei, che pur giungendo a esiti finali diversi, condividono però l’assunto che la condizione filosofica della necessità e possibilità del dialogo si radichi nella consapevolezza che nessuna identità è monolitica e nessuna cultura o religione è avulsa da un contesto più ampio con cui interagisce e da cui è legata da molteplici forme di contributo. La consapevolezza di un grado di pluralismo interno che caratterizza ogni religione e cultura, e anche ogni identità individuale, è la condizione razionale-filosofica centrale che legittima il dialogo con l’altro da sé. Dal punto di vista del metodo del dialogo, questo implica l’esercizio di ricercare gli elementi condivisi ma anche di individuare e circoscrivere la reciproca irriducibile “differenza” religiosa: questo ritmo mantiene il dialogo “in essere”, perché evita il duplice scoglio dell’affermazione di una differenza assoluta che porta all’incomunicabilità e al conflitto, o al contrario della fusionalità indifferente, che cancella in modo non meno determinato lo statuto dell’alterità.
Monti, P. (2018). Se stessi come interlocutori: soggetti e interpretazioni nel dialogo interreligioso. In A. Pacini (a cura di), Raccontarsi e lasciarsi raccontare. Esperimenti di dialogo islamo-cristiano (pp. 32-42). Venezia : Marsilio.
Se stessi come interlocutori: soggetti e interpretazioni nel dialogo interreligioso
Monti, Paolo
2018
Abstract
Il saggio analizza le condizioni e le forme di dialogo a partire dalle riflessioni di alcuni filosofi musulmani contemporanei, che pur giungendo a esiti finali diversi, condividono però l’assunto che la condizione filosofica della necessità e possibilità del dialogo si radichi nella consapevolezza che nessuna identità è monolitica e nessuna cultura o religione è avulsa da un contesto più ampio con cui interagisce e da cui è legata da molteplici forme di contributo. La consapevolezza di un grado di pluralismo interno che caratterizza ogni religione e cultura, e anche ogni identità individuale, è la condizione razionale-filosofica centrale che legittima il dialogo con l’altro da sé. Dal punto di vista del metodo del dialogo, questo implica l’esercizio di ricercare gli elementi condivisi ma anche di individuare e circoscrivere la reciproca irriducibile “differenza” religiosa: questo ritmo mantiene il dialogo “in essere”, perché evita il duplice scoglio dell’affermazione di una differenza assoluta che porta all’incomunicabilità e al conflitto, o al contrario della fusionalità indifferente, che cancella in modo non meno determinato lo statuto dell’alterità.File | Dimensione | Formato | |
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