È il 1967 quando, fallita la collaborazione presso la clinica della Borde con Jean Oury e Félix Guattari – pionieri della psicoterapia istituzionale – , Fernand Deligny (1913-1996) decide di ritirarsi sulle Cevenne, complesso montuoso della Francia meridionale, e istituirvi «piccole unità sparse», dedite all’accoglienza di bambini affetti da grave autismo. In questo paesaggio impervio, selvaggio, distante dalle comodità e sicurezze del vivere sociale, l’educatore francese trascorrerà gli ultimi anni della sua vita, cercando di elaborare una strategia educativa non già volta all’“addomesticamento” dei bambini intellettualmente disabili, ma alla condivisione degli spazi e alla realizzazione di una vita comune.
Vincenti, D. (2020). Il ragazzo selvaggio delle Cevenne. La pedagogia di Jean Itard nell'opera di Fernand Deligny. In M. Bertini (a cura di), Una zattera sui monti. Stare accanto a bambini che non parlano: cronaca di un tentativo (pp. 9-24). Firenze : AlefBet.
Il ragazzo selvaggio delle Cevenne. La pedagogia di Jean Itard nell'opera di Fernand Deligny
Vincenti, D
2020
Abstract
È il 1967 quando, fallita la collaborazione presso la clinica della Borde con Jean Oury e Félix Guattari – pionieri della psicoterapia istituzionale – , Fernand Deligny (1913-1996) decide di ritirarsi sulle Cevenne, complesso montuoso della Francia meridionale, e istituirvi «piccole unità sparse», dedite all’accoglienza di bambini affetti da grave autismo. In questo paesaggio impervio, selvaggio, distante dalle comodità e sicurezze del vivere sociale, l’educatore francese trascorrerà gli ultimi anni della sua vita, cercando di elaborare una strategia educativa non già volta all’“addomesticamento” dei bambini intellettualmente disabili, ma alla condivisione degli spazi e alla realizzazione di una vita comune.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.