Che cos’è l’abitudine? E quali sono i suoi ambiti di applicazione? Quando, nel suo articolo De l’habitude del 1876, Léon Dumont offre una risposta a simili quesiti, è ben consapevole della portata innovativa delle sue soluzioni. Se infatti, come egli afferma, l’abitudine è un “fatto universale”, la sua azione non può essere circoscritta – com’era stato fatto sino a quel momento – alla sola sfera del vivente, ma deve essere ricercata anche nelle proprietà della materia inorganica. Così come l’uomo è in grado di acquisire determinate abitudini di movimento, allo stesso modo un abito, se indossato a lungo, si adatta alla forma del corpo; la serratura scatta con maggiore prontezza dopo esser stata utilizzata più volte; e lo strumento musicale acquista armoniosità se suonato per molto tempo dalle sapienti mani del musicista. Prendendo avvio dalle precedenti riflessioni francesi sull’abitudine, e con uno sguardo attento all’empirismo inglese, all’evoluzionismo darwiniano e alle coeve acquisizioni della scienza neurologica, Dumont fornisce una descrizione dell’abitudine che non mancherà di esercitare una profonda fascinazione sui suoi contemporanei.
Vincenti, D. (2020). Il "De l'habitude" di Léon Dumont. Un saggio di psicologia scientifica?. In D. Vincenti (a cura di), L. Dumont, L'abitudine (pp. 7-29). Sesto San Giovanni : Mimesis.
Il "De l'habitude" di Léon Dumont. Un saggio di psicologia scientifica?
Vincenti, D
2020
Abstract
Che cos’è l’abitudine? E quali sono i suoi ambiti di applicazione? Quando, nel suo articolo De l’habitude del 1876, Léon Dumont offre una risposta a simili quesiti, è ben consapevole della portata innovativa delle sue soluzioni. Se infatti, come egli afferma, l’abitudine è un “fatto universale”, la sua azione non può essere circoscritta – com’era stato fatto sino a quel momento – alla sola sfera del vivente, ma deve essere ricercata anche nelle proprietà della materia inorganica. Così come l’uomo è in grado di acquisire determinate abitudini di movimento, allo stesso modo un abito, se indossato a lungo, si adatta alla forma del corpo; la serratura scatta con maggiore prontezza dopo esser stata utilizzata più volte; e lo strumento musicale acquista armoniosità se suonato per molto tempo dalle sapienti mani del musicista. Prendendo avvio dalle precedenti riflessioni francesi sull’abitudine, e con uno sguardo attento all’empirismo inglese, all’evoluzionismo darwiniano e alle coeve acquisizioni della scienza neurologica, Dumont fornisce una descrizione dell’abitudine che non mancherà di esercitare una profonda fascinazione sui suoi contemporanei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.