Gli studi sul legame di attaccamento adulto, in particolare amoroso, come emerge dalla letteratura più recente (Barone, Del Corno, 2007; Santona, Zavattini, 2007), sono stati a lungo caratterizzati da alcune criticità. Già nel 1994, Griffin e Bartholomew sostenevano che "la linea teorica di base della teoria dell’attaccamento come sviluppata da John Bowlby e Mary Ainsworth é rimasta sempre più sullo sfondo rispetto alla natura strettamente empirica della ricerca; inoltre non si è avuta una metodologia condivisa per delineare e misurare lo stile di attaccamento" (p.18). In particolare, a fronte dello sviluppo di un’ampia gamma di strumenti per la valutazione dei legami intimi, si registra ancora oggi un contenuto interesse per l'approfondimento teorico della nozione di legame al partner e conseguentemente una scarsa attenzione alle componenti del legame stesso effettivamente indagate dai singoli strumenti. In altri termini, se una teoria può essere testata solo indirettamente, attraverso procedure di misura collegate a quello che si ritiene essere, più o meno implicitamente, la natura del fenomeno studiato, la messa a punto di uno strumento per analizzare il legame al partner comporta, di fatto, una opzione teorica di fondo circa gli aspetti di tale nozione effettivamente analizzati e il grado di accuratezza con cui sono misurati. Una questione preliminare, quindi, strettamente connessa alla ideazione degli strumenti, ma anche alle scelte dell'operatore e del clinico che intendano indagare alcuni aspetti del legame amoroso, riguarda l'individuazione di ciò che è specifico dell’attaccamento al partner rispetto sia alla relazione amorosa in senso lato, sia ai pari, sia all'attaccamento alla famiglia di origine. Tale questione, che non ha trovato a tutt'oggi un'esauriente risposta, rende la ricerca applicata agli strumenti una delle sfide potenzialmente più feconde all'interno di questa area, perché la sua soluzione rimanda, nella sostanza, all'elaborazione di un esaustivo modello evolutivo, in grado di spiegare contestualmente la natura dei diversi legami di attaccamento lungo l'arco di vita, i processi sottesi alla loro costruzione e la continuità/discontinuità nella qualità dei legami stessi. Allo stato attuale, gli strumenti di misura dell'attaccamento al partner, sebbene si caratterizzino per una gamma variegata di metodologie e tecniche di rilevazione (quali: questionari, interviste e, in misura minore, tecniche osservative), costituiscono, in larga misura, un adattamento o una rielaborazione di alcuni strumenti di base (cfr. box 1) frutto del lavoro pionieristico di un ridotto numero di autori (Hazan e Shaver, 1987; Bartolomew e Horowitz, 1991, George, ????Main, 1985), oppure una loro integrazione con altre misure; i più recenti si ispirano più direttamente alla prospettiva evolutivo-psicosociale di Hazan e Shaver (Shaver, Hazan e Bradshaw, 1988; Hazan, Zeifmann, 1999). Esiste inoltre una serie di strumenti più o meno marcatamente orientati in senso clinico, tendenzialmente frutto di una sintesi fra la teoria dell'attaccamento ed orientamenti teorici diversi. Sulla base di queste considerazioni, ci è parso interessante ricostruire il percorso di creazione ed evoluzione di tali strumenti, focalizzando l'attenzione sugli aspetti del costrutto evidenziabili alla base di ogni singola misura, sulla loro struttura e sul sistema di codifica adottato nonché su alcune delle caratteristiche psicometriche di base. La rassegna si articola in tre Sezioni: la prima dedicata agli strumenti self report, la seconda alle interviste e la terza alle tecniche osservative dirette e indirette.
Carli, L., Cavanna, D. (2009). Strumenti di valutazione dell'attaccamento al partner. In L.L. Carli, D. Cavanna, G.C. Zavattini (a cura di), Psicologia delle relazioni di coppia (pp. 215-247). il Mulino.
Strumenti di valutazione dell'attaccamento al partner
CARLI, LUCIA LEONILDE;
2009
Abstract
Gli studi sul legame di attaccamento adulto, in particolare amoroso, come emerge dalla letteratura più recente (Barone, Del Corno, 2007; Santona, Zavattini, 2007), sono stati a lungo caratterizzati da alcune criticità. Già nel 1994, Griffin e Bartholomew sostenevano che "la linea teorica di base della teoria dell’attaccamento come sviluppata da John Bowlby e Mary Ainsworth é rimasta sempre più sullo sfondo rispetto alla natura strettamente empirica della ricerca; inoltre non si è avuta una metodologia condivisa per delineare e misurare lo stile di attaccamento" (p.18). In particolare, a fronte dello sviluppo di un’ampia gamma di strumenti per la valutazione dei legami intimi, si registra ancora oggi un contenuto interesse per l'approfondimento teorico della nozione di legame al partner e conseguentemente una scarsa attenzione alle componenti del legame stesso effettivamente indagate dai singoli strumenti. In altri termini, se una teoria può essere testata solo indirettamente, attraverso procedure di misura collegate a quello che si ritiene essere, più o meno implicitamente, la natura del fenomeno studiato, la messa a punto di uno strumento per analizzare il legame al partner comporta, di fatto, una opzione teorica di fondo circa gli aspetti di tale nozione effettivamente analizzati e il grado di accuratezza con cui sono misurati. Una questione preliminare, quindi, strettamente connessa alla ideazione degli strumenti, ma anche alle scelte dell'operatore e del clinico che intendano indagare alcuni aspetti del legame amoroso, riguarda l'individuazione di ciò che è specifico dell’attaccamento al partner rispetto sia alla relazione amorosa in senso lato, sia ai pari, sia all'attaccamento alla famiglia di origine. Tale questione, che non ha trovato a tutt'oggi un'esauriente risposta, rende la ricerca applicata agli strumenti una delle sfide potenzialmente più feconde all'interno di questa area, perché la sua soluzione rimanda, nella sostanza, all'elaborazione di un esaustivo modello evolutivo, in grado di spiegare contestualmente la natura dei diversi legami di attaccamento lungo l'arco di vita, i processi sottesi alla loro costruzione e la continuità/discontinuità nella qualità dei legami stessi. Allo stato attuale, gli strumenti di misura dell'attaccamento al partner, sebbene si caratterizzino per una gamma variegata di metodologie e tecniche di rilevazione (quali: questionari, interviste e, in misura minore, tecniche osservative), costituiscono, in larga misura, un adattamento o una rielaborazione di alcuni strumenti di base (cfr. box 1) frutto del lavoro pionieristico di un ridotto numero di autori (Hazan e Shaver, 1987; Bartolomew e Horowitz, 1991, George, ????Main, 1985), oppure una loro integrazione con altre misure; i più recenti si ispirano più direttamente alla prospettiva evolutivo-psicosociale di Hazan e Shaver (Shaver, Hazan e Bradshaw, 1988; Hazan, Zeifmann, 1999). Esiste inoltre una serie di strumenti più o meno marcatamente orientati in senso clinico, tendenzialmente frutto di una sintesi fra la teoria dell'attaccamento ed orientamenti teorici diversi. Sulla base di queste considerazioni, ci è parso interessante ricostruire il percorso di creazione ed evoluzione di tali strumenti, focalizzando l'attenzione sugli aspetti del costrutto evidenziabili alla base di ogni singola misura, sulla loro struttura e sul sistema di codifica adottato nonché su alcune delle caratteristiche psicometriche di base. La rassegna si articola in tre Sezioni: la prima dedicata agli strumenti self report, la seconda alle interviste e la terza alle tecniche osservative dirette e indirette.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.