Il nostro tempo ci propone delle domande educative urgenti che riguardano il futuro delle nuove generazioni e la loro possibilità di trovare il proprio posto all’interno di una società caratterizzata da un’incertezza pervasiva; tale smarrimento interpella il ruolo degli adulti nell’educazione. Come si ripercuote il malessere della cultura nella costruzione intrapsichica e sociale degli adolescenti di oggi? Come interrogare la crisi educativa del nostro tempo di cui l’adolescenza costituisce un sintomo? La delicatezza di una transizione sempre meno sostenuta da dispositivi educativi “eloquenti”, capaci di prendere in carico le domande radicali tipiche di questo passaggio, accentua la vulnerabilità dell’adolescenza, oggi. Il concetto di désenchantement (Gauchet,1995) applicato all’evoluzione delle società post-moderne può essere riletto come abdicazione degli adulti a svolgere il ruolo di testimoni dell’identità del passato e garanti della tenuta dei legami collettivi. A fronte di legami deboli il dolore degli ideali si prolunga per molto tempo in una post-adolescenza che posticipa l’incontro choccante con mondo troppo complesso. Gli adolescenti si trovano confrontati a un compito arduo: fare il lutto del loro passato infantile per reinventarsi un’identità personale e sociale nutrita dal e al desiderio (Recalcati, 2018). Nel passato le società offrivano dei percorsi di rigenerazione dell’incanto infantile tramite l’adesione a valori e ideali collettivi; oggi gli adolescenti paiono abbandonati alla gestione dei loro passaggi identificatori e all’elaborazione dei loro lutti. (Gutton,1996b). I «giochi proiettivi» (Fabbri, 2012) tra adulti e giovani sembrano non lasciare il posto a dinamiche transferali sostenute da una più evoluta separatezza. Come guardare ad alcune forme di sofferenza adolescenziali come manifestazioni di un mondo in cui è in crisi il patto intergenerazionale e la «funzione rispondente» (Kaës, 2012)? Come riprendere le fila di una trasmissione tra adulti e adolescenti in famiglia, a scuola e nei contesti educativi? (Barone, 2018)
Ulivieri Stiozzi Ridolfi, S. (2021). Processi di soggettivazione degli adolescenti di oggi. A chi la funzione rispondente?. In G. Annacontini, M. Pesare (a cura di), Costruire esistenze. Soggettivazione e tecnologie formative del sé (pp. 125-138). Milano : Mimesis.
Processi di soggettivazione degli adolescenti di oggi. A chi la funzione rispondente?
Ulivieri Stiozzi Ridolfi, S
2021
Abstract
Il nostro tempo ci propone delle domande educative urgenti che riguardano il futuro delle nuove generazioni e la loro possibilità di trovare il proprio posto all’interno di una società caratterizzata da un’incertezza pervasiva; tale smarrimento interpella il ruolo degli adulti nell’educazione. Come si ripercuote il malessere della cultura nella costruzione intrapsichica e sociale degli adolescenti di oggi? Come interrogare la crisi educativa del nostro tempo di cui l’adolescenza costituisce un sintomo? La delicatezza di una transizione sempre meno sostenuta da dispositivi educativi “eloquenti”, capaci di prendere in carico le domande radicali tipiche di questo passaggio, accentua la vulnerabilità dell’adolescenza, oggi. Il concetto di désenchantement (Gauchet,1995) applicato all’evoluzione delle società post-moderne può essere riletto come abdicazione degli adulti a svolgere il ruolo di testimoni dell’identità del passato e garanti della tenuta dei legami collettivi. A fronte di legami deboli il dolore degli ideali si prolunga per molto tempo in una post-adolescenza che posticipa l’incontro choccante con mondo troppo complesso. Gli adolescenti si trovano confrontati a un compito arduo: fare il lutto del loro passato infantile per reinventarsi un’identità personale e sociale nutrita dal e al desiderio (Recalcati, 2018). Nel passato le società offrivano dei percorsi di rigenerazione dell’incanto infantile tramite l’adesione a valori e ideali collettivi; oggi gli adolescenti paiono abbandonati alla gestione dei loro passaggi identificatori e all’elaborazione dei loro lutti. (Gutton,1996b). I «giochi proiettivi» (Fabbri, 2012) tra adulti e giovani sembrano non lasciare il posto a dinamiche transferali sostenute da una più evoluta separatezza. Come guardare ad alcune forme di sofferenza adolescenziali come manifestazioni di un mondo in cui è in crisi il patto intergenerazionale e la «funzione rispondente» (Kaës, 2012)? Come riprendere le fila di una trasmissione tra adulti e adolescenti in famiglia, a scuola e nei contesti educativi? (Barone, 2018)File | Dimensione | Formato | |
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