La crescente securitarizzazione della vita urbana ha comportato uno spostamento da una concezione del governo della città focalizzato sulla necessità di far fronte ad una serie di problemi sociali ad una incentrata sulla prevenzione situazionale e sulla criminalizzazione di problemi, conflitti e gruppi. Il discorso pubblico dominante sulla sicurezza, inoltre, ha fatto propria la distinzione tra rischi oggettivi e percezione soggettiva al fine sia di promuovere le istituzioni locali come il principale attore politico-istituzionale che deve farsi carico del senso di insicurezza della cittadinanza, sia di rafforzare i poteri delle forze di polizia (nazionali e locali) nei confronti delle minacce (oggettive e/o percepite) che mettono a repentaglio la sicurezza pubblica nei contesti urbani. Infine, la sicurezza urbana, re-incorniciata nei termini di bisogni legittimi e diritti della cittadinanza, è divenuta vieppiù una questione politicamente neutra (la sicurezza non è né di destra né di sinistra). Nel capitolo illustriamo come, oggi, i principali attori istituzionali definiscono l’agenda della sicurezza per l’area metropolitana Milanese, il tipo di obiettivi che cercano di perseguire, gli strumenti normativi e le risorse di cui possono disporre, assieme alla divisione del lavoro e alle forme di cooperazione che cercano di attuare. Ci proponiamo, inoltre, di mettere in luce come la stessa possibilità di immaginare una governance della città metropolitana milanese sia resa possibile anche da una definizione condivisa di ciò che la sicurezza è o dovrebbe essere.
Quassoli, F., Colombo, M., Molteni, A. (2019). La sicurezza come dispositivo di governance urbana? Discorsi istituzionali, pratiche e politiche nella città metropolitana. In A. Andreotti (a cura di), Governare Milano nel nuovo millennio (pp. 43-70). Bologna : Il Mulino.
La sicurezza come dispositivo di governance urbana? Discorsi istituzionali, pratiche e politiche nella città metropolitana
Quassoli, F;Colombo, M;
2019
Abstract
La crescente securitarizzazione della vita urbana ha comportato uno spostamento da una concezione del governo della città focalizzato sulla necessità di far fronte ad una serie di problemi sociali ad una incentrata sulla prevenzione situazionale e sulla criminalizzazione di problemi, conflitti e gruppi. Il discorso pubblico dominante sulla sicurezza, inoltre, ha fatto propria la distinzione tra rischi oggettivi e percezione soggettiva al fine sia di promuovere le istituzioni locali come il principale attore politico-istituzionale che deve farsi carico del senso di insicurezza della cittadinanza, sia di rafforzare i poteri delle forze di polizia (nazionali e locali) nei confronti delle minacce (oggettive e/o percepite) che mettono a repentaglio la sicurezza pubblica nei contesti urbani. Infine, la sicurezza urbana, re-incorniciata nei termini di bisogni legittimi e diritti della cittadinanza, è divenuta vieppiù una questione politicamente neutra (la sicurezza non è né di destra né di sinistra). Nel capitolo illustriamo come, oggi, i principali attori istituzionali definiscono l’agenda della sicurezza per l’area metropolitana Milanese, il tipo di obiettivi che cercano di perseguire, gli strumenti normativi e le risorse di cui possono disporre, assieme alla divisione del lavoro e alle forme di cooperazione che cercano di attuare. Ci proponiamo, inoltre, di mettere in luce come la stessa possibilità di immaginare una governance della città metropolitana milanese sia resa possibile anche da una definizione condivisa di ciò che la sicurezza è o dovrebbe essere.File | Dimensione | Formato | |
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