Abstract - A horizon of partly dolomitic limestones, with bituminous intercalations and quartziferous bodies, Ladinian-Carnian in age, is well known in geological literature and Lombard mining tradition as “Metalliferous”. It is stratigraphically confined between a thick sequence of carbonatic platform limestones at the bottom and a siliciclastic lagoon sequence at the top; it extends about 80 km, in an W-E direction, from the Lecco Lake to the Sabbia valley. This horizon hosts several Zn-Pb-F-Ba ore bodies, extensively mined during the last millennium. Gorno is the most important mining field of the Seriana Valley (BG), where about 10 m. raw sphalerite, galena and calamine ores were extracted. There are a lot of minor mining sites as well located where the peculiar type of metallogenic event (strata-bound ore deposits with lateral zoning) produced alternations of calamine ore deposits, or metal sulphides, or exclusively fluorite – or barite – like the Laghetto di Polzone and Cespedosio mines. Today these mining sites are abandoned. The ore bodies have an inhomogeneous distribution inside the “Metalliferous”, and are irregular in shape (lenticular, columnar or stratiform), attitude (from sub-horizontal to sub-vertical) and size (length ranging from 100 m to more than 1 km, thickness from few meters to more than 10 meters). As a consequence, the mining exploitation techniques are varied, and the companies that mined during the last 2 centuries have used different techniques, depending 66 on technology, planning, extension of the mining concession and investments. These mining activities, both at the surface and underground, represent a huge heritage of ore geology and industrial archaeology. Hundreds of kilometres of tunnels – from the valley floor to more than 2000 meters in height – allow detailed mineralogical, lithological, stratigraphical and structural observations (i.e. imposing mining stopes), as a live, evocative 3D representation. The remnants of the ore conveyance and processing plants – like cableways, decauvilles, dumps and washing plants – are not only decayed mining plants to reclaim, but in fact they have a much bigger value: they testify that the mining activities marked this area, moulding in the centuries an unmistakable “mining landscape”. Briefly the “Metalliferous”, winding and binding some valleys of the Lombard Alps, is like a thread of an ideal geological, industrial, historical and tourist route (some mining districts lie inside a Regional Park). These values combined as a whole, make the “Metalliferous” as a “unicum”, requiring comprehensive improvement, because it deserves the qualification of “The Orobic Pb and Zn Route”. During the planning stage it is essential to contemplate different proposals for a wide consumer range (from school-children to universities). The appropriate tools could be a sort of “Supplemented Tourist Routes” (STR), planned for the peculiar technological, natural and social requirements for the different consumers. The STR will be able to create a revival of underground experiences (the suggestion of the darkness and the ore mineral) and open air phenomena (geology, flora, fauna and landscape). The STR will allow cultural enrichment of visitors, through didactic reconstructions of historical, geological or technical aspects, or by guided mineral search and collection. Currently time, there are some initiatives managed and supported by the Lombardy Region and by the municipalities, universities and authorities, in order to improve and to make safe some mining sites. Nevertheless, all these initiatives are penalised by the dispersion or unavailability of the technical documents and records. For this reason, an investment for the recovery of these documents is essential and still possible, thanks to the historical memory of technicians and researchers that worked in the old mines, in order to commence effective recovery projects, without favouring only local or light-hearted aspects.
Un orizzonte di calcari, in parte dolomitici, con intercalazioni bituminose e inquarzamenti massivi, di età Ladinico-Carnica, è ben noto nella letteratura giacimentologica e soprattutto nella tradizione mineraria lombarda come “Metallifero”. Stratigraficamente confinato al passaggio tra una potente sequenza di calcari di piattaforma carbonatica a letto e una sequenza lagunare a dominante silico – clastica a tetto, si estende per circa 80 km in senso O-E, dal Lago di Lecco alla Val Sabbia. Questo livello ospita frequenti corpi minerari a Pb–Zn–F–Ba che, nell’ultimo millennio, hanno dato luogo ad estese ed intensive coltivazioni minerarie. Il bacino estrattivo più noto è quello di Gorno (l.s.) in Val Seriana (BG), dove sono stati estratti complessivamente non meno di 10 Mt di grezzi a blenda, galena e calamine. Sono presenti anche numerosi poli estrattivi minori dove, proprio per la particolare connotazione giacimentologica dell’evento metallogenico (depositi strata-bound con zonalità laterali), si alternano miniere di sole calamine, o di solfuri metallici, oppure esclusivamente di fluorite o di barite. In questi siti minerari non si esercita oggi alcuna attività estrattiva. I corpi minerari sono irregolari e variabili: come loro distribuzione all’interno del Metallifero, come morfologia, giacitura e dimensioni. Ne è conseguita una altrettanto varia tipologia di tecniche di coltivazione mineraria. Infatti le società che si sono succedute almeno negli ultimi due secoli hanno adottato sistemi di coltivazione mineraria tra i più disparati, nel tempo e nelle aree di rispettiva competenza, per livello tecnologico, scelte progettuali, estensione delle concessioni ed entità degli investimenti. I lavori minerari, in superficie e in sottosuolo, sul territorio interessato da questo orizzonte “Metallifero” consentono di disporre di un immenso patrimonio di valenze geologiche, giacimentologiche e tecnologiche di archeologia industriale. Gallerie, che si diramano per qualche centinaio di km da quote fondo valle fino a oltre 2000 m, permettono di osservare aspetti mineralogici, litologici, stratigrafici, strutturali e soprattutto giacimentologici, come alcuni vuoti di coltivazione, sotto una luce particolarmente inusuale e suggestiva, quasi una rappresentazione 3D dal vivo. Ciò che resta degli impianti di trasporto e di trattamento del minerale, come teleferiche, decauville, discariche e laverie, non rappresentano solo un complesso di strutture minerarie degradate da bonificare, ma possiedono valenze ben superiori: esse testimoniano che l’attività estrattiva ha fortemente marcato queste località, andando a costituire nei secoli una inconfondibile fisionomia di “paesaggio minerario”. Il “Metallifero”, dipanandosi attraverso e legando tra loro alcune vallate delle Alpi Lombarde, rappresenta una sorta di filo conduttore di un ideale percorso, allo stesso tempo geologico e di archeologia industriale, storico-culturale ma anche turistico. L’in- 65 sieme delle sue valenze, coniugate in un mosaico armonico, lo pone come un “unicum” che richiede una sua valorizzazione necessariamente unitaria e complessiva, potendosi a pieno titolo denominare “Via del piombo e zinco delle Orobie”. In fase progettuale sono da ricercare quindi offerte diversificate per una ampia gamma di potenziali fruitori. Gli strumenti idonei potrebbero essere una sorta di “Itinerari Turistici Integrati” (ITI), pensati e progettati in modo da permettere al potenziale fruitore di calarsi nei molteplici aspetti, tecnologici, naturali e sociali, che hanno contribuito a creare la personalità di queste valli. Gli ITI faranno conoscere e vivere sia le esperienze in sottosuolo sia i fenomeni naturali all’aperto e permetteranno al visitatore di arricchirsi culturalmente, mediante ricostruzioni didattiche di soggetti storici, geologici o di tecnica mineraria, o di partecipare in prima persona alle visite tramite metodi interattivi. Attualmente sono in corso iniziative, sia da parte della Regione Lombardia, con il supporto di Università, che da parte di Comuni, singoli o raggruppati in consorzio, per la valorizzazione di alcuni siti minerari e per la messa in sicurezza di aspetti riguardanti la Protezione Civile. Tali iniziative soffrono però della tragica situazione attuale di dispersione di tutta la documentazione tecnica o della sua pratica indisponibilità. A tal riguardo si ritiene quindi indispensabile un investimento, anche istituzionale, oggi ancora possibile grazie alla memoria storica di tecnici e ricercatori che, in passato, si trovarono ad operare personalmente nelle miniere ancora in attività. Sarebbe fortemente auspicabile inoltre che i progetti di recupero in atto e futuri su queste miniere rispettino la continuità e unitarietà del tema geo-giacimentologico del “Metallifero” e non siano improntati a privilegiare iniziative troppo locali, se non campanilistiche, e talora aspetti più ludici che culturali.
Rodeghiero, F., Cavallo, A. (2011). Idee guida per una valorizzazione del patrimonio minerario del metallifero triassico in Lombardia. In D.e.p.l. Agata Patanè - Servizio Attività Museali - Dipartimento per le Attività Bibliotecarie (a cura di), Recupero e valorizzazione delle miniere dismesse:lo stato dell’arte in italia (pp. 65-77). Roma : ISPRA - Settore Editoria.
Idee guida per una valorizzazione del patrimonio minerario del metallifero triassico in Lombardia
RODEGHIERO, FRANCO;CAVALLO, ALESSANDRO
2011
Abstract
Abstract - A horizon of partly dolomitic limestones, with bituminous intercalations and quartziferous bodies, Ladinian-Carnian in age, is well known in geological literature and Lombard mining tradition as “Metalliferous”. It is stratigraphically confined between a thick sequence of carbonatic platform limestones at the bottom and a siliciclastic lagoon sequence at the top; it extends about 80 km, in an W-E direction, from the Lecco Lake to the Sabbia valley. This horizon hosts several Zn-Pb-F-Ba ore bodies, extensively mined during the last millennium. Gorno is the most important mining field of the Seriana Valley (BG), where about 10 m. raw sphalerite, galena and calamine ores were extracted. There are a lot of minor mining sites as well located where the peculiar type of metallogenic event (strata-bound ore deposits with lateral zoning) produced alternations of calamine ore deposits, or metal sulphides, or exclusively fluorite – or barite – like the Laghetto di Polzone and Cespedosio mines. Today these mining sites are abandoned. The ore bodies have an inhomogeneous distribution inside the “Metalliferous”, and are irregular in shape (lenticular, columnar or stratiform), attitude (from sub-horizontal to sub-vertical) and size (length ranging from 100 m to more than 1 km, thickness from few meters to more than 10 meters). As a consequence, the mining exploitation techniques are varied, and the companies that mined during the last 2 centuries have used different techniques, depending 66 on technology, planning, extension of the mining concession and investments. These mining activities, both at the surface and underground, represent a huge heritage of ore geology and industrial archaeology. Hundreds of kilometres of tunnels – from the valley floor to more than 2000 meters in height – allow detailed mineralogical, lithological, stratigraphical and structural observations (i.e. imposing mining stopes), as a live, evocative 3D representation. The remnants of the ore conveyance and processing plants – like cableways, decauvilles, dumps and washing plants – are not only decayed mining plants to reclaim, but in fact they have a much bigger value: they testify that the mining activities marked this area, moulding in the centuries an unmistakable “mining landscape”. Briefly the “Metalliferous”, winding and binding some valleys of the Lombard Alps, is like a thread of an ideal geological, industrial, historical and tourist route (some mining districts lie inside a Regional Park). These values combined as a whole, make the “Metalliferous” as a “unicum”, requiring comprehensive improvement, because it deserves the qualification of “The Orobic Pb and Zn Route”. During the planning stage it is essential to contemplate different proposals for a wide consumer range (from school-children to universities). The appropriate tools could be a sort of “Supplemented Tourist Routes” (STR), planned for the peculiar technological, natural and social requirements for the different consumers. The STR will be able to create a revival of underground experiences (the suggestion of the darkness and the ore mineral) and open air phenomena (geology, flora, fauna and landscape). The STR will allow cultural enrichment of visitors, through didactic reconstructions of historical, geological or technical aspects, or by guided mineral search and collection. Currently time, there are some initiatives managed and supported by the Lombardy Region and by the municipalities, universities and authorities, in order to improve and to make safe some mining sites. Nevertheless, all these initiatives are penalised by the dispersion or unavailability of the technical documents and records. For this reason, an investment for the recovery of these documents is essential and still possible, thanks to the historical memory of technicians and researchers that worked in the old mines, in order to commence effective recovery projects, without favouring only local or light-hearted aspects.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.