da un decennio iniziamo, con fatica e distrazione, ad acquisire il fatto che un’era geologica sembra finita e un nuovo tempo profondo, una nuova “era” geologica e culturale si diparte verso un futuro incerto, denominata Antropocene, dove l’uomo riscopre nelle sedimentazioni della terra, nei ghiacciai, nella biodiversità il proprio ruolo di cambiamento dei sistemi climatici, rimasti per qualche decina di migliaia di anni in una relativa, e discontinua, stabilità. E proprio all’Ottocento di De Andrè, a quel fulgore di macchine a vapore e poi a combustibili fossili, di treni alla conquista di territori, e con l’inizio della mercificazione e disincanto della “natura”, che si fa risalire oggi un “marcatore” geologico netto dell’inizio dell’Antropocene seguendo le tracce dell’innalzarsi dell’emissione antropiche di CO2 nei carotaggi di ghiaccio in Antartide, e il correlato aumento delle temperature medie sul globo . Una faglia epocale sembra aprirsi, dove la dimensione del futuro si mostra come minaccia catastrofica ad amplificare tante altre “crisi” delle umanità a noi accanto: il futuro è sempre più difficile da “immaginare” e sognare, mentre le dimensioni della vita sembrano schiacciarsi, vivere e sopravvivere, in un presente immediato e perpetuo del consumismo quotidiano.
Van Aken, M. (2018). Vivibilità e crisi ambientale: culture, dis-misura e vivere-sopra,. In A. Lombardozzi (a cura di), Vivere Sopravvivere, (pp. 125-151). Alpes.
Vivibilità e crisi ambientale: culture, dis-misura e vivere-sopra,
Van Aken, M
2018
Abstract
da un decennio iniziamo, con fatica e distrazione, ad acquisire il fatto che un’era geologica sembra finita e un nuovo tempo profondo, una nuova “era” geologica e culturale si diparte verso un futuro incerto, denominata Antropocene, dove l’uomo riscopre nelle sedimentazioni della terra, nei ghiacciai, nella biodiversità il proprio ruolo di cambiamento dei sistemi climatici, rimasti per qualche decina di migliaia di anni in una relativa, e discontinua, stabilità. E proprio all’Ottocento di De Andrè, a quel fulgore di macchine a vapore e poi a combustibili fossili, di treni alla conquista di territori, e con l’inizio della mercificazione e disincanto della “natura”, che si fa risalire oggi un “marcatore” geologico netto dell’inizio dell’Antropocene seguendo le tracce dell’innalzarsi dell’emissione antropiche di CO2 nei carotaggi di ghiaccio in Antartide, e il correlato aumento delle temperature medie sul globo . Una faglia epocale sembra aprirsi, dove la dimensione del futuro si mostra come minaccia catastrofica ad amplificare tante altre “crisi” delle umanità a noi accanto: il futuro è sempre più difficile da “immaginare” e sognare, mentre le dimensioni della vita sembrano schiacciarsi, vivere e sopravvivere, in un presente immediato e perpetuo del consumismo quotidiano.File | Dimensione | Formato | |
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