L’errore più grande quando si fanno i primi passi in un’epoca nuova è che la testa resti indietro e si continuino a usare categorie invecchiate, cioè quelle sviluppate per essere adatte solo a un’epoca passata. Così facendo la nostra immaginazione sociologica non può dispiegare tutte le possibilità di futuro. Nella misura in cui la società della conoscenza è nuova, essendo stata diagnosticata solo negli ultimi cinquant’anni, sono richieste categorie analitiche che, in parte, devono essere ridefinite (per es. conoscenza, cittadinanza) e, in parte, devono ancora sorgere nel nostro orizzonte culturale. La radicalità della situazione è subito chiara, non appena si consideri che il deficit per analizzare la società della conoscenza è proprio di conoscenza. Senza conoscenza capace di fronteggiare la complessità in cui viviamo, è illusoria la speranza di domare i rischi, che proprio con la conoscenza trasformiamo da naturali in sociali generandone di nuovi e inauditi, e di comprendere la specificità della conoscenza all’interno delle produzioni umane.
Cerroni, A. (2019). Società della conoscenza e partecipazione democratica. Cambiare orizzonte. In C. Buzzacchi, P. Costa, F. Pizzolato (a cura di), Technopolis. La città sicura tra mediazione giuridica e profezia tecnologica (pp. 63-77). Milano : Giuffrè.
Società della conoscenza e partecipazione democratica. Cambiare orizzonte
Cerroni, A
2019
Abstract
L’errore più grande quando si fanno i primi passi in un’epoca nuova è che la testa resti indietro e si continuino a usare categorie invecchiate, cioè quelle sviluppate per essere adatte solo a un’epoca passata. Così facendo la nostra immaginazione sociologica non può dispiegare tutte le possibilità di futuro. Nella misura in cui la società della conoscenza è nuova, essendo stata diagnosticata solo negli ultimi cinquant’anni, sono richieste categorie analitiche che, in parte, devono essere ridefinite (per es. conoscenza, cittadinanza) e, in parte, devono ancora sorgere nel nostro orizzonte culturale. La radicalità della situazione è subito chiara, non appena si consideri che il deficit per analizzare la società della conoscenza è proprio di conoscenza. Senza conoscenza capace di fronteggiare la complessità in cui viviamo, è illusoria la speranza di domare i rischi, che proprio con la conoscenza trasformiamo da naturali in sociali generandone di nuovi e inauditi, e di comprendere la specificità della conoscenza all’interno delle produzioni umane.File | Dimensione | Formato | |
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