Il saggio nella sua prima parte delinea la cornice culturale, familiare e scolastica, in cui si genera il comportamento di bullismo e riflette sui significati e le conseguenze sociali di questa condotta deviante. La seconda parte del saggio propone una concreta ed efficace metodologia di prevenzione del bullismo che vede gli adulti educatori delle istituzioni scolastiche, gli insegnanti, al centro di una formazione mirata su come gestire i comportamenti di bullismo, ma anche su come integrare nei gruppi-classe questi alunni difficili. Abbiamo rivolto l'offerta dei gruppi di formazione agli insegnanti della Scuola Materna, della Scuola Elementare e della Scuola Media del Comune di Gessate, interessati ad approfondire la conoscenza degli aspetti di comunicazione e di personalità degli adolescenti in difficoltà, e, contemporaneamente, abbiamo messo a disposizione degli educatori l'occasione di costruirsi un'esperienza sulla dinamica dei piccoli gruppi. La quasi totalità degli utenti e dei pazienti che in età adulta arrivano, alla presa in carico, dei servizi sociali e sanitari lombardi, deputati al trattamento delle patologie comportamentali, hanno frequentato la sola scuola dell’obbligo, o hanno abbandonato gli studi all’inizio delle scuole superiori, e, quindi, è soprattutto sul momento formativo obbligatorio che occorre investire risorse per la prevenzione della salute fisio-psichica, del disadattamento e del comportamento deviante. Occorre tenere presente che le manifestazioni del disagio evolutivo in quest’arco d’età hanno ottime probabilità di remissione dei sintomi se si interviene con atti pedagogici, attraverso gli altri significativi insegnanti, prima che evolvano in comportamenti sociali patologici come il bullismo, la tossicodipendenza, la malattia di mente, l’alcoolismo, o l’auto-esclusione dalla convivenza e dalla competizione sociale (la dispersione scolastica). L’esperienza di formazione ha affrontato con una comunicazione circolare e coinvolgente, concrete difficoltà di relazione degli insegnanti partecipanti nei confronti di loro alunni difficili ed in difficoltà, con una particolare attenzione ai comportamenti aggressivi e di prevaricazione. I contenuti della discussione-approfondimento sono stati definiti sui problemi concreti riscontrati nella pratica quotidiana dell’insegnamento. Non si è attuata una formazione astratta, ma una supervisione della pratica educativa applicata in classe.
Rossi, E. (2009). La prevenzione del bullismo e l’integrazione degli alunni aggressivi nel gruppo classe. In R. Tauscheck, A. Lucchini (a cura di), Comportamenti giovanili, territorio, sicurezza. Il progetto Gessate (pp. 140-152). Milano : Ed. Franco Angeli.
La prevenzione del bullismo e l’integrazione degli alunni aggressivi nel gruppo classe
ROSSI, EUGENIO
2009
Abstract
Il saggio nella sua prima parte delinea la cornice culturale, familiare e scolastica, in cui si genera il comportamento di bullismo e riflette sui significati e le conseguenze sociali di questa condotta deviante. La seconda parte del saggio propone una concreta ed efficace metodologia di prevenzione del bullismo che vede gli adulti educatori delle istituzioni scolastiche, gli insegnanti, al centro di una formazione mirata su come gestire i comportamenti di bullismo, ma anche su come integrare nei gruppi-classe questi alunni difficili. Abbiamo rivolto l'offerta dei gruppi di formazione agli insegnanti della Scuola Materna, della Scuola Elementare e della Scuola Media del Comune di Gessate, interessati ad approfondire la conoscenza degli aspetti di comunicazione e di personalità degli adolescenti in difficoltà, e, contemporaneamente, abbiamo messo a disposizione degli educatori l'occasione di costruirsi un'esperienza sulla dinamica dei piccoli gruppi. La quasi totalità degli utenti e dei pazienti che in età adulta arrivano, alla presa in carico, dei servizi sociali e sanitari lombardi, deputati al trattamento delle patologie comportamentali, hanno frequentato la sola scuola dell’obbligo, o hanno abbandonato gli studi all’inizio delle scuole superiori, e, quindi, è soprattutto sul momento formativo obbligatorio che occorre investire risorse per la prevenzione della salute fisio-psichica, del disadattamento e del comportamento deviante. Occorre tenere presente che le manifestazioni del disagio evolutivo in quest’arco d’età hanno ottime probabilità di remissione dei sintomi se si interviene con atti pedagogici, attraverso gli altri significativi insegnanti, prima che evolvano in comportamenti sociali patologici come il bullismo, la tossicodipendenza, la malattia di mente, l’alcoolismo, o l’auto-esclusione dalla convivenza e dalla competizione sociale (la dispersione scolastica). L’esperienza di formazione ha affrontato con una comunicazione circolare e coinvolgente, concrete difficoltà di relazione degli insegnanti partecipanti nei confronti di loro alunni difficili ed in difficoltà, con una particolare attenzione ai comportamenti aggressivi e di prevaricazione. I contenuti della discussione-approfondimento sono stati definiti sui problemi concreti riscontrati nella pratica quotidiana dell’insegnamento. Non si è attuata una formazione astratta, ma una supervisione della pratica educativa applicata in classe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.