La mobilità rappresenta, unitamente alla nascita e alla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, uno dei tratti peculiari delle società contemporanee. Un tratto che ha trasformato la vita degli individui, ampliandone i tempi e gli spazi di azione, così come i caratteri delle città in cui essi sempre più numerosi vivono e si muovono. La metà della popolazione italiana vive oggi in città di dimensioni medio-grandi che gravano su una frazione contenuta del territorio nazionale, città che si caratterizzano sempre più come luoghi della mobilità (Colleoni e Boffi 2016). Innanzitutto perché le popolazioni che risiedono al loro interno si muovono più delle altre per raggiungere località che, in sistemi urbani sempre più estesi e complessi, presentano un maggior livello di interconnessione. Ma anche perché le città medio-grandi richiamano quote crescenti di popolazioni che ne usano temporaneamente gli spazi per studiare, lavorare, accedere ai servizi o trascorrervi il tempo libero (Martinotti 1993, Nuvolati 2007). Poiché la maggior parte degli spostamenti urbani sono fatti con i mezzi di trasporto a motore, le città sono anche il luogo in cui la mobilità ha più influenzato gli individui e l’ambiente urbano. Gli individui, in primo luogo, avendone ampliato le possibilità di movimento e di interazione ma, nel contempo, aumentato la dipendenza dalle vetture private a discapito della mobilità fisica. L’ambiente urbano, poi, avendone conformato la struttura ai requisiti della mobilità veicolare con le note conseguenze negative in termini di deturpamento dello spazio pubblico, dispersione degli insediamenti, incremento del consumo di suolo e aumento dell’emissione di inquinanti. La consapevolezza dell’insostenibilità del trasporto veicolare privato ha portato a proporre politiche idonee a rispondere alla crescente domanda di mobilità delle popolazioni urbane e, nel contempo, a tutelare la qualità dell’ambiente in cui esse vivono e si muovono (Commission Expert Group on Transport and Environment 2000; Banister 2005; Black 2010). Rivolte alla complessità dell’ambiente urbano - l’insieme degli insediamenti abitativi, produttivi e di servizio e delle infrastrutture che ne connettono i luoghi - le politiche per la mobilità sostenibile si configurano come vere e proprie politiche urbane. Intervenendo sui modi, sulle reti e sui nodi del trasporto cittadino esse infatti contribuiscono alla governance urbana proponendo misure e interventi finalizzati a garantire l’accesso alle risorse e agli spazi urbani e a vigilare sulla tutela della loro qualità. Nella convinzione che vivere e muoversi in ambienti di buona qualità contribuisca a migliorare la qualità di vita di chi vive o abita temporaneamente la città. Il saggio affronta il tema della mobilità sostenibile e delle politiche per il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano. Successivamente all’inquadramento dell’oggetto e alla presentazione delle principali politiche urbane, viene dedicata attenzione all’analisi di quelle più innovative, con particolare riguardo ai Piani urbani per la mobilità sostenibile (PUMS). Il caso studio riguarda le politiche per la mobilità sostenibile e il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano di Bologna, Torino e Milano, le città che sul tema hanno negli ultimi anni mostrato i più elevati livelli di innovatività e riconoscimento nazionale.
Colleoni, M., Rossetti, M. (2018). Mobilità sostenibile e miglioramento della qualità dell'ambiente urbano. In G. Nuvolati (a cura di), Sviluppo urbano e politiche per la qualità della vita (pp. 47-63). Firenze : Firenze University Press.
Mobilità sostenibile e miglioramento della qualità dell'ambiente urbano
Colleoni, M;Rossetti, M
2018
Abstract
La mobilità rappresenta, unitamente alla nascita e alla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, uno dei tratti peculiari delle società contemporanee. Un tratto che ha trasformato la vita degli individui, ampliandone i tempi e gli spazi di azione, così come i caratteri delle città in cui essi sempre più numerosi vivono e si muovono. La metà della popolazione italiana vive oggi in città di dimensioni medio-grandi che gravano su una frazione contenuta del territorio nazionale, città che si caratterizzano sempre più come luoghi della mobilità (Colleoni e Boffi 2016). Innanzitutto perché le popolazioni che risiedono al loro interno si muovono più delle altre per raggiungere località che, in sistemi urbani sempre più estesi e complessi, presentano un maggior livello di interconnessione. Ma anche perché le città medio-grandi richiamano quote crescenti di popolazioni che ne usano temporaneamente gli spazi per studiare, lavorare, accedere ai servizi o trascorrervi il tempo libero (Martinotti 1993, Nuvolati 2007). Poiché la maggior parte degli spostamenti urbani sono fatti con i mezzi di trasporto a motore, le città sono anche il luogo in cui la mobilità ha più influenzato gli individui e l’ambiente urbano. Gli individui, in primo luogo, avendone ampliato le possibilità di movimento e di interazione ma, nel contempo, aumentato la dipendenza dalle vetture private a discapito della mobilità fisica. L’ambiente urbano, poi, avendone conformato la struttura ai requisiti della mobilità veicolare con le note conseguenze negative in termini di deturpamento dello spazio pubblico, dispersione degli insediamenti, incremento del consumo di suolo e aumento dell’emissione di inquinanti. La consapevolezza dell’insostenibilità del trasporto veicolare privato ha portato a proporre politiche idonee a rispondere alla crescente domanda di mobilità delle popolazioni urbane e, nel contempo, a tutelare la qualità dell’ambiente in cui esse vivono e si muovono (Commission Expert Group on Transport and Environment 2000; Banister 2005; Black 2010). Rivolte alla complessità dell’ambiente urbano - l’insieme degli insediamenti abitativi, produttivi e di servizio e delle infrastrutture che ne connettono i luoghi - le politiche per la mobilità sostenibile si configurano come vere e proprie politiche urbane. Intervenendo sui modi, sulle reti e sui nodi del trasporto cittadino esse infatti contribuiscono alla governance urbana proponendo misure e interventi finalizzati a garantire l’accesso alle risorse e agli spazi urbani e a vigilare sulla tutela della loro qualità. Nella convinzione che vivere e muoversi in ambienti di buona qualità contribuisca a migliorare la qualità di vita di chi vive o abita temporaneamente la città. Il saggio affronta il tema della mobilità sostenibile e delle politiche per il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano. Successivamente all’inquadramento dell’oggetto e alla presentazione delle principali politiche urbane, viene dedicata attenzione all’analisi di quelle più innovative, con particolare riguardo ai Piani urbani per la mobilità sostenibile (PUMS). Il caso studio riguarda le politiche per la mobilità sostenibile e il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano di Bologna, Torino e Milano, le città che sul tema hanno negli ultimi anni mostrato i più elevati livelli di innovatività e riconoscimento nazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.