La presente ricerca si colloca nel quadro del dibattito interdisciplinare nazionale e internazionale sul Posthuman e i New Materialisms. Tale dibattito negli ultimi anni ha assunto una crescente importanza negli educational studies e nei learning studies e ha dato vita a riflessioni epistemologiche innovative e di grande interesse per il sapere pedagogico. L’ipotesi di fondo da cui è mossa la ricerca è che l’impiego critico e consapevole di un paradigma non-antropocentrico o post-antropocentrico – qual è quello che emerge grazie all’intreccio tra Posthuman e New Materialisms – sia preferibile a uno antropocentrico per studiare i mutamenti in atto nell’ambito formativo e per orientarsi nella direzione di una pedagogia che possa dare un contributo significativo per realizzare una società eticamente ed ecologicamente sostenibile. Oggetto della ricerca sono dunque le premesse teoriche attraverso cui diviene possibile riconoscere e promuovere una prospettiva non-antropocentrica negli studi sull’educazione e sull’apprendimento. Al fine di rintracciare e delineare tali premesse, durante la ricerca si è avviato un confronto tra approcci teorici eterogenei: in particolare, ci si è soffermati sul Postumanesimo, l’Actor-Network Theory (ANT) e il Materialismo Clinico. Si è quindi proceduto a elaborare una chiarificazione delle analogie e delle differenze (teoriche, epistemologiche, etiche, metodologiche, linguistico-concettuali) che intercorrono tra di essi e al contempo a definire i contorni di un quadro paradigmatico che permetta un fruttuoso accostamento tra questi approcci. Nello specifico si sono vagliate le potenzialità euristiche di tre categorie concettuali (agency, materialità educativa, dispositivo pedagogico) rinvenibili nelle teorie cliniche, postumaniste e sociomateriali. Tali categorie consentono di leggere in modo non human-centered le pratiche educative e per questa ragione possono rivelarsi utili per la ricerca teorica ed empirica sul lavoro educativo e sull’educazione diffusa. A ciascuna categoria, pertanto, sono stati dedicati degli studi e degli approfondimenti mirati, nell’auspicio di offrire un contributo scientifico al dibattito pedagogico sul versante teoretico, epistemologico e metodologico. Le tematiche trattate, inoltre, possono essere ulteriormente sviluppate all’interno di ricerche di carattere più applicativo. Ad esempio, si potrebbero impiegare i costrutti teorici menzionati sia per interrogare attraverso una lente postumanista e materialista i contesti formativi professionali (scuole, servizi, setting di secondo livello, ecc.), sia per esplorare dal punto di vista pedagogico le forme di governo dei viventi nella società contemporanea, mostrando la commistione tra l’educazione e il sapere-potere nel produrre specifiche soggettività (umane e non-umane) governabili nel quadro storico di strategie bio/tanatopolitiche che appaiono sempre più violente e pervasive.
Ferrante, A. (2017). Oltre l’antropocentrismo in pedagogia. Il contributo degli approcci postumanisti e materialisti allo sviluppo di una ricerca educativa non human-centered. Intervento presentato a: Giornata dei Poster della Ricerca 2017, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Oltre l’antropocentrismo in pedagogia. Il contributo degli approcci postumanisti e materialisti allo sviluppo di una ricerca educativa non human-centered
Ferrante, A.
2017
Abstract
La presente ricerca si colloca nel quadro del dibattito interdisciplinare nazionale e internazionale sul Posthuman e i New Materialisms. Tale dibattito negli ultimi anni ha assunto una crescente importanza negli educational studies e nei learning studies e ha dato vita a riflessioni epistemologiche innovative e di grande interesse per il sapere pedagogico. L’ipotesi di fondo da cui è mossa la ricerca è che l’impiego critico e consapevole di un paradigma non-antropocentrico o post-antropocentrico – qual è quello che emerge grazie all’intreccio tra Posthuman e New Materialisms – sia preferibile a uno antropocentrico per studiare i mutamenti in atto nell’ambito formativo e per orientarsi nella direzione di una pedagogia che possa dare un contributo significativo per realizzare una società eticamente ed ecologicamente sostenibile. Oggetto della ricerca sono dunque le premesse teoriche attraverso cui diviene possibile riconoscere e promuovere una prospettiva non-antropocentrica negli studi sull’educazione e sull’apprendimento. Al fine di rintracciare e delineare tali premesse, durante la ricerca si è avviato un confronto tra approcci teorici eterogenei: in particolare, ci si è soffermati sul Postumanesimo, l’Actor-Network Theory (ANT) e il Materialismo Clinico. Si è quindi proceduto a elaborare una chiarificazione delle analogie e delle differenze (teoriche, epistemologiche, etiche, metodologiche, linguistico-concettuali) che intercorrono tra di essi e al contempo a definire i contorni di un quadro paradigmatico che permetta un fruttuoso accostamento tra questi approcci. Nello specifico si sono vagliate le potenzialità euristiche di tre categorie concettuali (agency, materialità educativa, dispositivo pedagogico) rinvenibili nelle teorie cliniche, postumaniste e sociomateriali. Tali categorie consentono di leggere in modo non human-centered le pratiche educative e per questa ragione possono rivelarsi utili per la ricerca teorica ed empirica sul lavoro educativo e sull’educazione diffusa. A ciascuna categoria, pertanto, sono stati dedicati degli studi e degli approfondimenti mirati, nell’auspicio di offrire un contributo scientifico al dibattito pedagogico sul versante teoretico, epistemologico e metodologico. Le tematiche trattate, inoltre, possono essere ulteriormente sviluppate all’interno di ricerche di carattere più applicativo. Ad esempio, si potrebbero impiegare i costrutti teorici menzionati sia per interrogare attraverso una lente postumanista e materialista i contesti formativi professionali (scuole, servizi, setting di secondo livello, ecc.), sia per esplorare dal punto di vista pedagogico le forme di governo dei viventi nella società contemporanea, mostrando la commistione tra l’educazione e il sapere-potere nel produrre specifiche soggettività (umane e non-umane) governabili nel quadro storico di strategie bio/tanatopolitiche che appaiono sempre più violente e pervasive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.