Introduzione. In letteratura c'è generalmente consenso sul fatto che le abilità empatiche promuovano il benessere psico-sociale e riducano il rischio di sviluppare condotte antisociali (Ostrov et al., 2013). Tuttavia, le ricerche che hanno indagato il rapporto tra empatia e comportamenti aggressivi forniscono risultati controversi: gli studi nel periodo scolare e adolescenziale hanno rilevato robuste correlazioni negative tra empatia affettiva e aggressività (Berger et al., 2015; Carlo et al., 2012; de Kemp et al., 2007), mentre le ricerche in infanzia ed età prescolare riportano sia assenza di relazioni sia correlazioni negative e positive (Belacchi & Farina, 2010; Garner & Dunsmore, 2011; Lovett & Sheffield, 2007). Inoltre, il rapporto di influenza tra empatia e comportamenti aggressivi nella prima infanzia è stato scarsamente indagato. Lo scopo di questo contributo è quindi quello di fare luce sul ruolo dell'empatia nei comportamenti aggressivi, controllando per età e genere. Metodo. Lo studio ha coinvolto 118 bambini di due e tre anni. I comportamenti aggressivi sono stati osservati in contesti di gioco libero tra pari, utilizzando una griglia osservativa che rileva l'aggressività proattiva e reattiva (Ostrov et al., 2013). Ai genitori è stato chiesto di completare l'EmQue-I13 (Grazzani et al., 2016), che valuta contagio emotivo, attenzione alle emozioni altrui e azioni prosociali. Risultati. Dalle analisi dei dati emerge una correlazione positiva statisticamente significativa tra azioni prosociali e aggressività proattiva (p < .05). Inoltre, le analisi mostrano che le azioni prosociali aumentano con l'età (p < .05) e che i maschi mettono in atto più aggressioni proattive delle femmine (p< .02). Le analisi di regressione hanno mostrato che età, genere, ed empatia affettiva contribuiscono a spiegare più del 18% della varianza nei comportamenti aggressivi proattivi (p < .01), con un peso significativo di genere, contagio emotivo e azioni prosociali (p < .05). Conclusioni. Il presente studio contribuisce alla letteratura esistente sul ruolo dell'empatia affettiva nell'aggressività durante la prima infanzia. Dal momento che il contagio emotivo e le azioni prosociali influiscono sui comportamenti aggressivi proattivi, gli studi futuri dovrebbero approfondire se ci siano altre variabili intervenienti, sia individuali che ambientali.
Conte, E. (2017). Empatia e comportamenti aggressivi nella prima infanzia. In Book of Abstract (pp.46-47).
Empatia e comportamenti aggressivi nella prima infanzia
CONTE, ELISABETTA
Primo
2017
Abstract
Introduzione. In letteratura c'è generalmente consenso sul fatto che le abilità empatiche promuovano il benessere psico-sociale e riducano il rischio di sviluppare condotte antisociali (Ostrov et al., 2013). Tuttavia, le ricerche che hanno indagato il rapporto tra empatia e comportamenti aggressivi forniscono risultati controversi: gli studi nel periodo scolare e adolescenziale hanno rilevato robuste correlazioni negative tra empatia affettiva e aggressività (Berger et al., 2015; Carlo et al., 2012; de Kemp et al., 2007), mentre le ricerche in infanzia ed età prescolare riportano sia assenza di relazioni sia correlazioni negative e positive (Belacchi & Farina, 2010; Garner & Dunsmore, 2011; Lovett & Sheffield, 2007). Inoltre, il rapporto di influenza tra empatia e comportamenti aggressivi nella prima infanzia è stato scarsamente indagato. Lo scopo di questo contributo è quindi quello di fare luce sul ruolo dell'empatia nei comportamenti aggressivi, controllando per età e genere. Metodo. Lo studio ha coinvolto 118 bambini di due e tre anni. I comportamenti aggressivi sono stati osservati in contesti di gioco libero tra pari, utilizzando una griglia osservativa che rileva l'aggressività proattiva e reattiva (Ostrov et al., 2013). Ai genitori è stato chiesto di completare l'EmQue-I13 (Grazzani et al., 2016), che valuta contagio emotivo, attenzione alle emozioni altrui e azioni prosociali. Risultati. Dalle analisi dei dati emerge una correlazione positiva statisticamente significativa tra azioni prosociali e aggressività proattiva (p < .05). Inoltre, le analisi mostrano che le azioni prosociali aumentano con l'età (p < .05) e che i maschi mettono in atto più aggressioni proattive delle femmine (p< .02). Le analisi di regressione hanno mostrato che età, genere, ed empatia affettiva contribuiscono a spiegare più del 18% della varianza nei comportamenti aggressivi proattivi (p < .01), con un peso significativo di genere, contagio emotivo e azioni prosociali (p < .05). Conclusioni. Il presente studio contribuisce alla letteratura esistente sul ruolo dell'empatia affettiva nell'aggressività durante la prima infanzia. Dal momento che il contagio emotivo e le azioni prosociali influiscono sui comportamenti aggressivi proattivi, gli studi futuri dovrebbero approfondire se ci siano altre variabili intervenienti, sia individuali che ambientali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.