I comportamenti prosociali definiscono le azioni messe in atto per beneficiare gli altri senza trarne un vantaggio personale (Eisenberg et al., 2015) ed includono l'aiuto, la condivisione e la consolazione. Dalla letteratura emerge che in età prescolare lo sviluppo di tali comportamenti procede di pari passo con quello delle competenze socio-emotive e linguistiche (Eggum et al., 2011; Girard et al., 2016). Tuttavia ad oggi pochi studi hanno analizzato gli effetti delle abilità di cognizione sociale e di linguaggio sui comportamenti prosociali messi in atto spontaneamente nella prima infanzia. Il presente contributo è volto ad indagare il ruolo di conoscenza delle emozioni, teoria della mente e linguaggio recettivo nella frequenza dei comportamenti prosociali di aiuto verso i pari, utilizzando un disegno di ricerca multi-tratto multi-metodo. Hanno partecipato 149 bambini di età compresa tra 24 e 47 mesi, di estrazione socio-economica media, frequentanti alcuni nidi piemontesi. Sono stati somministrati l'AKT (Denham, 1986), due prove di teoria della mente (comprensione del desiderio altrui di Wellman & Liu, 2004, e vera credenza di Wellman, 1991) e il PPVT (Dunn & Dunn, 1981). Inoltre, ogni bambino è stato osservato in momenti di gioco libero con i pari, rilevando i comportamenti prosociali di aiuto attraverso una griglia osservativa costruita ad hoc, ispirata ai protocolli sperimentali di Dunfield e collaboratori (Dunfield & Kuhlmeier, 2013; Dunfield et al., 2011). Le analisi dei dati mostrano che la frequenza con cui i bambini aiutano gli altri è determinata soprattutto dalla conoscenza delle emozioni (p < .01) e dal genere femminile (p < .05), mentre il linguaggio recettivo ha una tendenza alla significatività statistica (p = .053). I risultati ottenuti forniscono spunti di riflessione per la progettazione e implementazione di programmi di intervento efficaci nella prima infanzia.
Conte, E., Grazzani, I., Pepe, A. (2017). I comportamenti di aiuto nella prima infanzia. Uno studio multi-tratto multi-metodo sugli effetti di cognizione sociale e linguaggio recettivo. In Book of Abstract (pp.48-49).
I comportamenti di aiuto nella prima infanzia. Uno studio multi-tratto multi-metodo sugli effetti di cognizione sociale e linguaggio recettivo
CONTE, ELISABETTAPrimo
;GRAZZANI, ILARIASecondo
;PEPE, ALESSANDROUltimo
2017
Abstract
I comportamenti prosociali definiscono le azioni messe in atto per beneficiare gli altri senza trarne un vantaggio personale (Eisenberg et al., 2015) ed includono l'aiuto, la condivisione e la consolazione. Dalla letteratura emerge che in età prescolare lo sviluppo di tali comportamenti procede di pari passo con quello delle competenze socio-emotive e linguistiche (Eggum et al., 2011; Girard et al., 2016). Tuttavia ad oggi pochi studi hanno analizzato gli effetti delle abilità di cognizione sociale e di linguaggio sui comportamenti prosociali messi in atto spontaneamente nella prima infanzia. Il presente contributo è volto ad indagare il ruolo di conoscenza delle emozioni, teoria della mente e linguaggio recettivo nella frequenza dei comportamenti prosociali di aiuto verso i pari, utilizzando un disegno di ricerca multi-tratto multi-metodo. Hanno partecipato 149 bambini di età compresa tra 24 e 47 mesi, di estrazione socio-economica media, frequentanti alcuni nidi piemontesi. Sono stati somministrati l'AKT (Denham, 1986), due prove di teoria della mente (comprensione del desiderio altrui di Wellman & Liu, 2004, e vera credenza di Wellman, 1991) e il PPVT (Dunn & Dunn, 1981). Inoltre, ogni bambino è stato osservato in momenti di gioco libero con i pari, rilevando i comportamenti prosociali di aiuto attraverso una griglia osservativa costruita ad hoc, ispirata ai protocolli sperimentali di Dunfield e collaboratori (Dunfield & Kuhlmeier, 2013; Dunfield et al., 2011). Le analisi dei dati mostrano che la frequenza con cui i bambini aiutano gli altri è determinata soprattutto dalla conoscenza delle emozioni (p < .01) e dal genere femminile (p < .05), mentre il linguaggio recettivo ha una tendenza alla significatività statistica (p = .053). I risultati ottenuti forniscono spunti di riflessione per la progettazione e implementazione di programmi di intervento efficaci nella prima infanzia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.