Obiettivi e priorità di Azione Riduzione dei costi dell’energia, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia: sono questi gli obiettivi del documento di Strategia Energetica Nazionale, pensati ad oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale. Con riferimento al settore dell’upstream, l’Italia ha a disposizione ingenti riserve provate di gas e petrolio, le più importanti dell’ Europa continentale dopo i paesi nordici. In particolare, dagli ultimi dati disponibili al 31.12.2011, circa il 60% delle riserve di gas si trova nelle zone marine (in modo specifico nella zona A) e proprio dal mare proviene anche il 70% della produzione italiana (zone A e B). Secondo il documento di Strategia Energetica Nazionale al 2020 verrà sviluppata l’attuale produzione annuale italiana, sia onshore che offshore, ritornando sostanzialmente ai livelli degli anni novanta. E’ prevista infatti ulteriore produzione di idrocarburi pari a circa 24 milioni di boe/anno (barili di olio equivalente) di gas e 57 di olio, portando dal 7 al 14% il contributo al fabbisogno energetico totale. Questo consentirà non solo di mobilitare investimenti e creare ulteriore occupazione ma soprattutto di conseguire un risparmio sulla bolletta energetica di circa 5 miliardi di euro l’anno. La realizzazione dei progetti legati alle attività estrattive prevedono comunque un impegno del Governo a non perseguirne lo sviluppo in aree sensibili in mare o in terraferma, ponendo quindi la massima attenzione alle tematiche ambientali e rispettando i più elevati standard internazionali in termini di sicurezza. Tutti gli sforzi del Paese devono essere infatti orientati verso la ripresa di una crescita sostenibile. Coerentemente con queste necessità, la nuova Strategia Energetica Nazionale si incentra sui quattro obiettivi principali citati in premessa: 1. ridurre significativamente il gap di costo dell’energia per i consumatori e le imprese, con un allineamento ai prezzi e costi dell’energia europei; 2. raggiungere e superare gli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto europeo Clima-Energia 2020; 3. continuare a migliorare la nostra sicurezza di approvvigionamento, soprattutto nel settore gas, e ridurre la dipendenza dall’estero; 4. favorire la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico. Per il raggiungimento degli obiettivi citati, nel medio - lungo periodo ovvero per il 2020 che rappresenta il principale orizzonte di riferimento del documento, la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure, avviate o in corso di definizione, tra cui quella che interessa la “produzione sostenibile di idrocarburi nazionali” Saranno quindi necessari sia provvedimenti di tipo normativo, che garantiscano proprio il rispetto dei più elevati standard internazionali per la sicurezza delle attività estrattive e la tutela ambientale semplificando anche gli iter autorizzativi, sia iniziative di supporto al settore industriale, per favorire l’ulteriore sviluppo di poli tecnologici. In particolare gli interventi di carattere normativo che interessano il settore offshore si propongono di: rafforzare le misure di sicurezza delle operazioni, in particolare attraverso l’implementazione delle misure di sicurezza offshore previste dalla proposta di regolamento europeo; adeguare gli iter autorizzativi agli standard europei, in particolare quelli previsti dalla recente proposta del Parlamento europeo, adottando ad esempio un modello di conferimento di un titolo abilitativo unico per esplorazione e produzione e prevedendo un termine ultimo per l’espressione di intese e pareri; fermi restando i limiti di tutela offshore definiti dal Codice Ambiente, recentemente aggiornato dal decreto legge 22 giugno 2012, n. 83 convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134, sviluppare la produzione, in particolare quella di gas naturale, conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli altri Paesi UE e mantenendo gli attuali vincoli di sicurezza e di tutela paesaggistica e ambientale. Le attività offshore sono state profondamente condizionate proprio dalle modifiche introdotte in passato al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 che ha interdetto tali attività in molte aree, bloccando di fatto la maggior parte delle attività di ricerca e sviluppo offshore e cancellando progetti per 3,5 miliardi di euro. IL MARE - Supplemento al Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse - Anno LVII N. 2 - 28 Febbraio 2013 63 In materia di sicurezza delle attività offshore e dal confronto con le performance europee, in termini di blow-out registrati, l’Italia si colloca in una posizione di assoluta eccellenza, come dimostrano le statistiche che riportano infatti, tra il 2000 e il 2010, la perforazione di 230 pozzi di operatori italiani nelle acque italiane con 0 blowout e 817 nel mondo con un unico blowout (Temsah NW), ovvero con un indice pari a 1,22 ogni 1000 pozzi. Gli operatori europei raggiungono invece un indice pari a 1,88 ogni 1000 pozzi perforati in aree offshore. Inoltre i dati raccolti durante le attività di perforazione e produzione condotte in Italia, sia onshore che offshore, evidenziano un decremento di incidenti rispettivamente del 74% e del 78% nell’anno 2011, se confrontati con i dati del 1995. Con particolare riferimento alle attività offshore si evidenzia che i nostri giacimenti sono ampiamente conosciuti e caratterizzati da regimi di basse temperature e pressioni. Nel documento di Strategia Energetica Nazionale, tra le 5 zone che in Italia offrono un elevato potenziale di sviluppo, vengono citate anche l’Alto Adriatico e il Canale di Sicilia in cui si intendono sviluppare nuove e maggiori attività sostenibili in ambito offshore
Antoncecchi, I., Di Donatantonio, L., Mastrella, R., Montalbano, M. (2013). Strategia energetica nazionale (Sen). In O. Coppi, N. Santoncchi, A. Ligato, A. Orlandi, M. Pellegrini (a cura di), Il mare - supplemento al bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse (pp. 1-76). Roma : DGS UNMIG Ministero Sviluppo Economico.
Strategia energetica nazionale (Sen)
ANTONCECCHI, ILARIAPrimo
;
2013
Abstract
Obiettivi e priorità di Azione Riduzione dei costi dell’energia, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia: sono questi gli obiettivi del documento di Strategia Energetica Nazionale, pensati ad oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale. Con riferimento al settore dell’upstream, l’Italia ha a disposizione ingenti riserve provate di gas e petrolio, le più importanti dell’ Europa continentale dopo i paesi nordici. In particolare, dagli ultimi dati disponibili al 31.12.2011, circa il 60% delle riserve di gas si trova nelle zone marine (in modo specifico nella zona A) e proprio dal mare proviene anche il 70% della produzione italiana (zone A e B). Secondo il documento di Strategia Energetica Nazionale al 2020 verrà sviluppata l’attuale produzione annuale italiana, sia onshore che offshore, ritornando sostanzialmente ai livelli degli anni novanta. E’ prevista infatti ulteriore produzione di idrocarburi pari a circa 24 milioni di boe/anno (barili di olio equivalente) di gas e 57 di olio, portando dal 7 al 14% il contributo al fabbisogno energetico totale. Questo consentirà non solo di mobilitare investimenti e creare ulteriore occupazione ma soprattutto di conseguire un risparmio sulla bolletta energetica di circa 5 miliardi di euro l’anno. La realizzazione dei progetti legati alle attività estrattive prevedono comunque un impegno del Governo a non perseguirne lo sviluppo in aree sensibili in mare o in terraferma, ponendo quindi la massima attenzione alle tematiche ambientali e rispettando i più elevati standard internazionali in termini di sicurezza. Tutti gli sforzi del Paese devono essere infatti orientati verso la ripresa di una crescita sostenibile. Coerentemente con queste necessità, la nuova Strategia Energetica Nazionale si incentra sui quattro obiettivi principali citati in premessa: 1. ridurre significativamente il gap di costo dell’energia per i consumatori e le imprese, con un allineamento ai prezzi e costi dell’energia europei; 2. raggiungere e superare gli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto europeo Clima-Energia 2020; 3. continuare a migliorare la nostra sicurezza di approvvigionamento, soprattutto nel settore gas, e ridurre la dipendenza dall’estero; 4. favorire la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico. Per il raggiungimento degli obiettivi citati, nel medio - lungo periodo ovvero per il 2020 che rappresenta il principale orizzonte di riferimento del documento, la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure, avviate o in corso di definizione, tra cui quella che interessa la “produzione sostenibile di idrocarburi nazionali” Saranno quindi necessari sia provvedimenti di tipo normativo, che garantiscano proprio il rispetto dei più elevati standard internazionali per la sicurezza delle attività estrattive e la tutela ambientale semplificando anche gli iter autorizzativi, sia iniziative di supporto al settore industriale, per favorire l’ulteriore sviluppo di poli tecnologici. In particolare gli interventi di carattere normativo che interessano il settore offshore si propongono di: rafforzare le misure di sicurezza delle operazioni, in particolare attraverso l’implementazione delle misure di sicurezza offshore previste dalla proposta di regolamento europeo; adeguare gli iter autorizzativi agli standard europei, in particolare quelli previsti dalla recente proposta del Parlamento europeo, adottando ad esempio un modello di conferimento di un titolo abilitativo unico per esplorazione e produzione e prevedendo un termine ultimo per l’espressione di intese e pareri; fermi restando i limiti di tutela offshore definiti dal Codice Ambiente, recentemente aggiornato dal decreto legge 22 giugno 2012, n. 83 convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134, sviluppare la produzione, in particolare quella di gas naturale, conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli altri Paesi UE e mantenendo gli attuali vincoli di sicurezza e di tutela paesaggistica e ambientale. Le attività offshore sono state profondamente condizionate proprio dalle modifiche introdotte in passato al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 che ha interdetto tali attività in molte aree, bloccando di fatto la maggior parte delle attività di ricerca e sviluppo offshore e cancellando progetti per 3,5 miliardi di euro. IL MARE - Supplemento al Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse - Anno LVII N. 2 - 28 Febbraio 2013 63 In materia di sicurezza delle attività offshore e dal confronto con le performance europee, in termini di blow-out registrati, l’Italia si colloca in una posizione di assoluta eccellenza, come dimostrano le statistiche che riportano infatti, tra il 2000 e il 2010, la perforazione di 230 pozzi di operatori italiani nelle acque italiane con 0 blowout e 817 nel mondo con un unico blowout (Temsah NW), ovvero con un indice pari a 1,22 ogni 1000 pozzi. Gli operatori europei raggiungono invece un indice pari a 1,88 ogni 1000 pozzi perforati in aree offshore. Inoltre i dati raccolti durante le attività di perforazione e produzione condotte in Italia, sia onshore che offshore, evidenziano un decremento di incidenti rispettivamente del 74% e del 78% nell’anno 2011, se confrontati con i dati del 1995. Con particolare riferimento alle attività offshore si evidenzia che i nostri giacimenti sono ampiamente conosciuti e caratterizzati da regimi di basse temperature e pressioni. Nel documento di Strategia Energetica Nazionale, tra le 5 zone che in Italia offrono un elevato potenziale di sviluppo, vengono citate anche l’Alto Adriatico e il Canale di Sicilia in cui si intendono sviluppare nuove e maggiori attività sostenibili in ambito offshoreFile | Dimensione | Formato | |
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