In questo lavoro, basato su una ricerca etnografica in Arabia Saudita, si cerca di delineare un modello interpretativo delle relazioni tra beduini nomadi e Stato alla luce dell’idea di “sviluppo”. Il Governo Saudita ha infatti attuato (a partire dagli anni 1970 ad oggi) una serie di interventi nel settore nomade adottando, come idea centrale, quella di sviluppo così come questa si configura nei discorsi delle agenzie internazionali e di quelle organizzazioni di ricerca europee e nordamericane specializzate in questo genere di ricerche: convertire i nomedi pastori (beduini) all’agricoltura. L’ articolo dimostra come non soltanto le politiche di intervento messe in atto nel settore nomade dallo stato saudita, e fondate su una immagine “progressiva” e “lineare” dello sviluppo, siano fallite, ma mostra anche come i gruppi nomadi abbiano saputo reinterpretare questi interventi alla luce delle loro esigenze, e di utilizzare le risorse messe a disposizione dallo stato saudita in maniera tale da dare una svolta alla loro economia pur mantenendola legata, contro le aspettative governative, alle attività pastorali.
Fabietti, U. (2006). Facing Change in Arabia: The Bedouin Community and the Notion of Development. In D. Chatty (a cura di), Nomadic Societies in the Middle East and North Africa. Entering the 21st Century. Brill.
Facing Change in Arabia: The Bedouin Community and the Notion of Development
FABIETTI, UGO ENZO MAURO
2006
Abstract
In questo lavoro, basato su una ricerca etnografica in Arabia Saudita, si cerca di delineare un modello interpretativo delle relazioni tra beduini nomadi e Stato alla luce dell’idea di “sviluppo”. Il Governo Saudita ha infatti attuato (a partire dagli anni 1970 ad oggi) una serie di interventi nel settore nomade adottando, come idea centrale, quella di sviluppo così come questa si configura nei discorsi delle agenzie internazionali e di quelle organizzazioni di ricerca europee e nordamericane specializzate in questo genere di ricerche: convertire i nomedi pastori (beduini) all’agricoltura. L’ articolo dimostra come non soltanto le politiche di intervento messe in atto nel settore nomade dallo stato saudita, e fondate su una immagine “progressiva” e “lineare” dello sviluppo, siano fallite, ma mostra anche come i gruppi nomadi abbiano saputo reinterpretare questi interventi alla luce delle loro esigenze, e di utilizzare le risorse messe a disposizione dallo stato saudita in maniera tale da dare una svolta alla loro economia pur mantenendola legata, contro le aspettative governative, alle attività pastorali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.