Il saggio richiama le linee di tendenza nello sviluppo dell’istituzione ‘scuola’ e nella definizione del ruolo dell’insegnante, per come si è modificato nel corso dei secoli. Particolare attenzione viene data all’analisi della professionalità dell’insegnante nella società contemporanea, particolarmente sollecitata dalla legge sull’autonomia scolastica alla fine degli anni novanta del secolo scorso. Il docente deve superare le vecchie concezioni burocratiche della scuola e del suo ruolo in essa, per accedere a una professionalità alta e complessa, in linea con le richieste della società attuale, diventando ‘produttore di formazione’ e dunque un vero e proprio ‘professionista dell’educazione e della formazione’. Nel saggio, infatti, si analizzano le competenze trasversali necessarie allo sviluppo della professionalità docente, che devono essere considerate costitutive al pari delle conoscenze e competenze nello specifico disciplinare. Il docente, attraverso lo specifico insegnamento disciplinare, e proprio durante le pratiche di insegnamento quotidiano è, di fatto e nel bene o nel male, protagonista del processo formativo, insieme ai suoi allievi, al Consiglio di classe, al Collegio docenti, al Consiglio di Istituto e al Dirigente, alla comunità di professionisti di cui fa parte. Infatti, sempre di più si evidenzia l’importanza di costruzione di comunità di professionisti che si costituiscano come ‘comunità di pratiche’, in grado di migliorare il proprio stile educativo e il proprio metodo didattico in seguito agli scambi di riflessioni, opinioni, ricerca di significati attuati con i colleghi. Utilizzando gli stimoli offerti da Schon, si discutono le modalità di gestire e di confrontarsi con la propria conoscenza e pratica professionale. L’insegnante è però professionista di una pratica molto complessa, in quanto i processi educativi e formativi, come quelli dell’apprendimento, non sono facilmente controllabili, perchè in essi rientrano variabili difficilmente misurabili quali gli aspetti motivazionali profondi, le dinamiche emotive e relazionali, il peso delle proprie autobiografie, le dinamiche di gruppo presenti sia nel gruppo-classe sia nel gruppo dei docenti - cioè nello staff adulto responsabile del processo educativo -, le specificità dei dispositivi latenti di strutturazione del contesto formativo, come ben evidenziato da Riccardo Massa. Occorre superare la cultura della scissione che da decenni divide la dimensione dell’istruzione e della didattica da quella della relazione, degli affetti, dell’educazione, per proporre invece una cultura dell’integrazione e della consapevolezza della molteplicità delle dimensioni in gioco, accettando anche la compresenza di livelli molto diversi. Occorre diffondere questa cultura e sensibilizzare i diversi attori in gioco nel sistema-scuola, mediante la formazione e la promozione di una professionalità alta, complessa, relazionale e ‘clinica’, capace di sospendere la propensione al giudizio immediato per disporsi in un’ottica di distanza riflessiva, di ricerca, di analisi e di decostruzione, di ascolto, sulla cui base poter rifondare una nuova consapevolezza critica e avveduta della complessità dei processi educativi e formativi in atto nel sistema-scuola.
Riva, M. (2008). Professionalità riflessiva e relazionale dell'insegnante. In M.G. Riva (a cura di), L'insegnante professionista dell'educazione e della formazione (pp. 135-239). Pisa : ETS.
Professionalità riflessiva e relazionale dell'insegnante
RIVA, MARIA GRAZIA
2008
Abstract
Il saggio richiama le linee di tendenza nello sviluppo dell’istituzione ‘scuola’ e nella definizione del ruolo dell’insegnante, per come si è modificato nel corso dei secoli. Particolare attenzione viene data all’analisi della professionalità dell’insegnante nella società contemporanea, particolarmente sollecitata dalla legge sull’autonomia scolastica alla fine degli anni novanta del secolo scorso. Il docente deve superare le vecchie concezioni burocratiche della scuola e del suo ruolo in essa, per accedere a una professionalità alta e complessa, in linea con le richieste della società attuale, diventando ‘produttore di formazione’ e dunque un vero e proprio ‘professionista dell’educazione e della formazione’. Nel saggio, infatti, si analizzano le competenze trasversali necessarie allo sviluppo della professionalità docente, che devono essere considerate costitutive al pari delle conoscenze e competenze nello specifico disciplinare. Il docente, attraverso lo specifico insegnamento disciplinare, e proprio durante le pratiche di insegnamento quotidiano è, di fatto e nel bene o nel male, protagonista del processo formativo, insieme ai suoi allievi, al Consiglio di classe, al Collegio docenti, al Consiglio di Istituto e al Dirigente, alla comunità di professionisti di cui fa parte. Infatti, sempre di più si evidenzia l’importanza di costruzione di comunità di professionisti che si costituiscano come ‘comunità di pratiche’, in grado di migliorare il proprio stile educativo e il proprio metodo didattico in seguito agli scambi di riflessioni, opinioni, ricerca di significati attuati con i colleghi. Utilizzando gli stimoli offerti da Schon, si discutono le modalità di gestire e di confrontarsi con la propria conoscenza e pratica professionale. L’insegnante è però professionista di una pratica molto complessa, in quanto i processi educativi e formativi, come quelli dell’apprendimento, non sono facilmente controllabili, perchè in essi rientrano variabili difficilmente misurabili quali gli aspetti motivazionali profondi, le dinamiche emotive e relazionali, il peso delle proprie autobiografie, le dinamiche di gruppo presenti sia nel gruppo-classe sia nel gruppo dei docenti - cioè nello staff adulto responsabile del processo educativo -, le specificità dei dispositivi latenti di strutturazione del contesto formativo, come ben evidenziato da Riccardo Massa. Occorre superare la cultura della scissione che da decenni divide la dimensione dell’istruzione e della didattica da quella della relazione, degli affetti, dell’educazione, per proporre invece una cultura dell’integrazione e della consapevolezza della molteplicità delle dimensioni in gioco, accettando anche la compresenza di livelli molto diversi. Occorre diffondere questa cultura e sensibilizzare i diversi attori in gioco nel sistema-scuola, mediante la formazione e la promozione di una professionalità alta, complessa, relazionale e ‘clinica’, capace di sospendere la propensione al giudizio immediato per disporsi in un’ottica di distanza riflessiva, di ricerca, di analisi e di decostruzione, di ascolto, sulla cui base poter rifondare una nuova consapevolezza critica e avveduta della complessità dei processi educativi e formativi in atto nel sistema-scuola.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.