Il contributo intende porre attenzione, attraverso alcuni esempi concreti tratti dalle riflessioni e dagli esiti di una ricerca sul campo, a ciò che concretamente “fa educazione”, in particolare agli elementi materiali (umani e non-umani) che quotidianamente, intrecciandosi tra loro, danno corpo alla scuola e a determinate pratiche educative: muri, finestre, aule, corridoi, spazi interni ed esterni, colori, arredi, oggetti (didattici e di uso comune), insegnanti, alunni, presidi, genitori, ecc. Sovente, infatti, nella ricerca in ambito educativo oggetti, artefatti, spazi sono considerati elementi periferici rispetto ad oggetti di analisi più “classici” come le iniziative e il metodo dell'insegnante, le sue modalità comunicative, l’insieme delle relazioni e del class discourse, le caratteristiche e la qualità dell'apprendimento da parte degli studenti, giusto per fare alcuni esempi. Cosa accade se, invece, si considerano gli artefatti, i mundane objects, le tecnologie, gli arredi, quali attori non secondari delle pratiche educative? Se il ricercatore prova a “seguire gli oggetti”? La metafora della rete di attori (umani e non-umani), suggerita dall'approccio dell'Actor-network Theory – esplorata pur con delle differenze sostanziali già da Riccardo Massa e dai suoi più stretti collaboratori attraverso il concetto di dispositivo – propone e consente di pensare oggi la scuola da un punto di vista ancora poco esplorato: un groviglio sociomateriale, un reticolo di legami più o meno stabili, un luogo da “disarticolare”, uno spazio che si crea e si ricrea costantemente, dove l'elemento della contingenza rimanda non solo a un'idea delle pratiche educative come qualcosa che sempre sfugge al completo governo da parte dell'essere umano, ma anche e soprattutto a un’apertura “praticabile” al cambiamento.
Barbanti, C. (2016). Actor-network theory e ricerca educativa: la scuola Steineriana come groviglio sociomateriale di umano e non-umano. Intervento presentato a: Umano, Troppo umano, Post-umano. Nuove frontiere del sapere e sfide pedagogiche, Università degli Studi Milano-Bicocca.
Actor-network theory e ricerca educativa: la scuola Steineriana come groviglio sociomateriale di umano e non-umano
BARBANTI, CAMILLA VIRGINIA
Primo
2016
Abstract
Il contributo intende porre attenzione, attraverso alcuni esempi concreti tratti dalle riflessioni e dagli esiti di una ricerca sul campo, a ciò che concretamente “fa educazione”, in particolare agli elementi materiali (umani e non-umani) che quotidianamente, intrecciandosi tra loro, danno corpo alla scuola e a determinate pratiche educative: muri, finestre, aule, corridoi, spazi interni ed esterni, colori, arredi, oggetti (didattici e di uso comune), insegnanti, alunni, presidi, genitori, ecc. Sovente, infatti, nella ricerca in ambito educativo oggetti, artefatti, spazi sono considerati elementi periferici rispetto ad oggetti di analisi più “classici” come le iniziative e il metodo dell'insegnante, le sue modalità comunicative, l’insieme delle relazioni e del class discourse, le caratteristiche e la qualità dell'apprendimento da parte degli studenti, giusto per fare alcuni esempi. Cosa accade se, invece, si considerano gli artefatti, i mundane objects, le tecnologie, gli arredi, quali attori non secondari delle pratiche educative? Se il ricercatore prova a “seguire gli oggetti”? La metafora della rete di attori (umani e non-umani), suggerita dall'approccio dell'Actor-network Theory – esplorata pur con delle differenze sostanziali già da Riccardo Massa e dai suoi più stretti collaboratori attraverso il concetto di dispositivo – propone e consente di pensare oggi la scuola da un punto di vista ancora poco esplorato: un groviglio sociomateriale, un reticolo di legami più o meno stabili, un luogo da “disarticolare”, uno spazio che si crea e si ricrea costantemente, dove l'elemento della contingenza rimanda non solo a un'idea delle pratiche educative come qualcosa che sempre sfugge al completo governo da parte dell'essere umano, ma anche e soprattutto a un’apertura “praticabile” al cambiamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.