In Italia la formazione universitaria dei maestri prevede accanto ai corsi e al tirocinio la presenza di laboratori didattici. I laboratori permettono il passaggio dai corsi al tirocinio, dalla teoria alla pratica, perché sono un momento in cui gli studenti iniziano a misurarsi con la messa in pratica di quanto appreso nei corsi. In questo modo gli aspetti teorici e pratici del fare scuola si sono saldati perché è possibile legare strettamente fra loro le teorie pedagogiche e le discipline più specifiche e la loro messa in pratica in un circolo che, se aiuta i docenti universitari a scegliere in modo più consapevole quali siano gli argomenti da proporre, dall’altra permette a loro e agli studenti una lettura più consapevole di ciò che avviene nella pratica educativa e viceversa. Inoltre il laboratorio permette di far sperimentare agli studenti cosa sia una didattica attiva chiedendo loro di agire in prima persona e, soprattutto, di riflettere sul metodo didattico adottato, sui punti di forza e sulle difficoltà, con la consapevolezza che questo lavoro non mancherà di innescare un diverso atteggiamento durante il tirocinio e poi nel lavoro di insegnante. Il saggio descrive e analizza le diverse interpretazioni che si possono dare della presenza dei laboratori nella formazione dei maestri e le diverse proposte che ne sono scaturite (laboratori su: tematiche trasversali, che propongono un modello di unità didattica da riproporre nel tirocinio, di approfondimento di tematiche disciplinari, quasi dei seminari, che propongono tematiche ritenute utili a scuola ma non presenti nel percorso).
Kanizsa, S. (2004). Laboratori e tirocinio nella formazione universitaria degli insegnanti. In E. Nigris (a cura di), La formazione degli insegnanti. Roma : Carocci.
Laboratori e tirocinio nella formazione universitaria degli insegnanti
KANIZSA, SILVIA
2004
Abstract
In Italia la formazione universitaria dei maestri prevede accanto ai corsi e al tirocinio la presenza di laboratori didattici. I laboratori permettono il passaggio dai corsi al tirocinio, dalla teoria alla pratica, perché sono un momento in cui gli studenti iniziano a misurarsi con la messa in pratica di quanto appreso nei corsi. In questo modo gli aspetti teorici e pratici del fare scuola si sono saldati perché è possibile legare strettamente fra loro le teorie pedagogiche e le discipline più specifiche e la loro messa in pratica in un circolo che, se aiuta i docenti universitari a scegliere in modo più consapevole quali siano gli argomenti da proporre, dall’altra permette a loro e agli studenti una lettura più consapevole di ciò che avviene nella pratica educativa e viceversa. Inoltre il laboratorio permette di far sperimentare agli studenti cosa sia una didattica attiva chiedendo loro di agire in prima persona e, soprattutto, di riflettere sul metodo didattico adottato, sui punti di forza e sulle difficoltà, con la consapevolezza che questo lavoro non mancherà di innescare un diverso atteggiamento durante il tirocinio e poi nel lavoro di insegnante. Il saggio descrive e analizza le diverse interpretazioni che si possono dare della presenza dei laboratori nella formazione dei maestri e le diverse proposte che ne sono scaturite (laboratori su: tematiche trasversali, che propongono un modello di unità didattica da riproporre nel tirocinio, di approfondimento di tematiche disciplinari, quasi dei seminari, che propongono tematiche ritenute utili a scuola ma non presenti nel percorso).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.