La nuova disciplina del “Made in Italy” mira a proteggere le imprese italiane dalla contraffazione, puntando a valorizzare il lavoro e i prodotti nazionali, con una particolare attenzione alla piccola e media impresa italiana. Tra gli scopi, la difesa dei consumatori dalle frodi che possono essere perpetrate da imprese straniere. L’idea del “Made in Italy” nasce con la Legge 24 dicembre 2003, n. 350, per poi svilupparsi con la Legge 23 luglio 2009 n. 99 e il successivo decreto legge 25 settembre 2009, n. 135. Il saggio cerca di inquadrare la disciplina del “Made in Italy”– nel sistema. E in particolare cerca di inquadrarla nel sistema degli istituti di diritto industriale e delle norme anticotraffazione presenti nel Codice di Proprietà Industriale. Il saggio ha come obiettivo la ricostruzione dell’evoluzione normativa che ha portato alla disciplina del Made in Italy e l’esame delle norme del Codice di Proprietà Industriale sullo sfondo del quale la nuova normativa va applicata. Sommario: 1.- Premessa 2.- La ratio del “Made in Italy” 3.- Evoluzione della disciplina del “Made in Italy” 4.- Il “Made in Italy” nell’ambito degli istituti del diritto industriale 5.- Tentativo di inquadramento del “Made in Italy” negli istituti del diritto industriale a) “Made in Italy” come denominazione di origine o indicazione di provenienza b) “Made in Italy” come marchio di qualità c) “Made in Italy” come marchio collettivo d) “Made in Italy” come marchio corporativo? e) “Made in Italy” e CPI in relazione alla disciplina della nullità 6.- “Made in Italy” e protezione dei consumatori 7.- Il Codice doganale 8.- Riflessioni conclusive: il “Made in Italy” come fattispecie di reato.
Franceschelli, V. (2010). "Made in Italy". Much Ado about Nothing. In Studi in memoria di Paola A. E. Frassi (pp. 337-362). Milano : Giuffrè.
"Made in Italy". Much Ado about Nothing
FRANCESCHELLI, VINCENZO
2010
Abstract
La nuova disciplina del “Made in Italy” mira a proteggere le imprese italiane dalla contraffazione, puntando a valorizzare il lavoro e i prodotti nazionali, con una particolare attenzione alla piccola e media impresa italiana. Tra gli scopi, la difesa dei consumatori dalle frodi che possono essere perpetrate da imprese straniere. L’idea del “Made in Italy” nasce con la Legge 24 dicembre 2003, n. 350, per poi svilupparsi con la Legge 23 luglio 2009 n. 99 e il successivo decreto legge 25 settembre 2009, n. 135. Il saggio cerca di inquadrare la disciplina del “Made in Italy”– nel sistema. E in particolare cerca di inquadrarla nel sistema degli istituti di diritto industriale e delle norme anticotraffazione presenti nel Codice di Proprietà Industriale. Il saggio ha come obiettivo la ricostruzione dell’evoluzione normativa che ha portato alla disciplina del Made in Italy e l’esame delle norme del Codice di Proprietà Industriale sullo sfondo del quale la nuova normativa va applicata. Sommario: 1.- Premessa 2.- La ratio del “Made in Italy” 3.- Evoluzione della disciplina del “Made in Italy” 4.- Il “Made in Italy” nell’ambito degli istituti del diritto industriale 5.- Tentativo di inquadramento del “Made in Italy” negli istituti del diritto industriale a) “Made in Italy” come denominazione di origine o indicazione di provenienza b) “Made in Italy” come marchio di qualità c) “Made in Italy” come marchio collettivo d) “Made in Italy” come marchio corporativo? e) “Made in Italy” e CPI in relazione alla disciplina della nullità 6.- “Made in Italy” e protezione dei consumatori 7.- Il Codice doganale 8.- Riflessioni conclusive: il “Made in Italy” come fattispecie di reato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.