L’agire educativo è un movimento complesso che interroga le pratiche che costellano la vita quotidiana di un servizio educativo per illuminare zone di apertura e di possibilità oltre la fattualità contingente. Nel panorama di crisi della nostra contemporaneità in cui è sempre più difficile rintracciare quale fare sia effettivamente educativo e in cui un sapere tecnico-operativo non pare sufficiente alla formazione di un profilo di educatore competente, gli operatori pongono alle istituzioni formative e ai servizi domande complesse e chiedono di essere sostenuti nella capacità di integrare uno sguardo metodologico e progettuale con una disposizione a riflettere profondamente sul loro operato. Dalla prospettiva dei servizi, negli ultimi vent’anni, una nuova logica della valutazione e della qualità hanno impattato sulla loro identità culturale: nuovi sistemi e nuove procedure di valutazione del lavoro educativo hanno modificato la fisionomia dei servizi, sempre più chiamati a elaborare strumenti di restituzione formale e a incentivare i propri processi di comunicazione interna ed esterna. In questo quadro complesso le funzioni di coordinamento e di supervisione assumono, oggi più che in passato, un ruolo centrale come dispositivi di secondo livello, che permettono di far dialogare i diversi piani in cui si articola la realtà educativa di un servizio, da quella organizzativo gestionale a quella pedagogico progettuale, a quella della formazione e della manutenzione del gruppo di lavoro. Il contributo intende riflettere sull’importanza di pensare queste due funzioni secondo una prospettiva che, nel riconoscere la distinzione tra i due ruoli, provi anche a tratteggiare alcuni snodi di continuità. Se la supervisione è quel dispositivo che consente all’organizzazione di «guardarsi allo specchio» e di meta-riflettere sui suoi processi interni, per assumere maggiore capacità di gestire la regia dei piani di lavoro in cui si articola il suo mandato, questa finalità trova nella funzione di coordinamento un asse importante su cui fare leva. La funzione di coordinamento, infatti, si esplicita come capacità di mettere in comunicazione e di integrare il piano della progettazione e della pianificazione di un intervento educativo, con la capacità di guidare il gruppo degli operatori nel mantenere la motivazione e la tenuta sul compito, favorendo la loro crescita come insieme coeso. Il contributo intende riflettere sulle forme possibili di un’ «alleanza”» tra il ruolo di supervisore e quello di coordinatore come due funzioni che, ciascuna dal proprio osservatorio e ciascuna in vista di obiettivi specifici e mirati, promuovono entrambe la crescita della cultura educativa di un servizio educativo e del suo benessere interno.
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, S. (2016). La continuità tra le funzioni di coordinamento e di supervisione. In L. Perla, M.G. Riva (a cura di), L'agire educativo. Manuale per educatori e operatori socio-assistenziali (pp. 309-318). Brescia : La Scuola.
La continuità tra le funzioni di coordinamento e di supervisione
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, STEFANIA
2016
Abstract
L’agire educativo è un movimento complesso che interroga le pratiche che costellano la vita quotidiana di un servizio educativo per illuminare zone di apertura e di possibilità oltre la fattualità contingente. Nel panorama di crisi della nostra contemporaneità in cui è sempre più difficile rintracciare quale fare sia effettivamente educativo e in cui un sapere tecnico-operativo non pare sufficiente alla formazione di un profilo di educatore competente, gli operatori pongono alle istituzioni formative e ai servizi domande complesse e chiedono di essere sostenuti nella capacità di integrare uno sguardo metodologico e progettuale con una disposizione a riflettere profondamente sul loro operato. Dalla prospettiva dei servizi, negli ultimi vent’anni, una nuova logica della valutazione e della qualità hanno impattato sulla loro identità culturale: nuovi sistemi e nuove procedure di valutazione del lavoro educativo hanno modificato la fisionomia dei servizi, sempre più chiamati a elaborare strumenti di restituzione formale e a incentivare i propri processi di comunicazione interna ed esterna. In questo quadro complesso le funzioni di coordinamento e di supervisione assumono, oggi più che in passato, un ruolo centrale come dispositivi di secondo livello, che permettono di far dialogare i diversi piani in cui si articola la realtà educativa di un servizio, da quella organizzativo gestionale a quella pedagogico progettuale, a quella della formazione e della manutenzione del gruppo di lavoro. Il contributo intende riflettere sull’importanza di pensare queste due funzioni secondo una prospettiva che, nel riconoscere la distinzione tra i due ruoli, provi anche a tratteggiare alcuni snodi di continuità. Se la supervisione è quel dispositivo che consente all’organizzazione di «guardarsi allo specchio» e di meta-riflettere sui suoi processi interni, per assumere maggiore capacità di gestire la regia dei piani di lavoro in cui si articola il suo mandato, questa finalità trova nella funzione di coordinamento un asse importante su cui fare leva. La funzione di coordinamento, infatti, si esplicita come capacità di mettere in comunicazione e di integrare il piano della progettazione e della pianificazione di un intervento educativo, con la capacità di guidare il gruppo degli operatori nel mantenere la motivazione e la tenuta sul compito, favorendo la loro crescita come insieme coeso. Il contributo intende riflettere sulle forme possibili di un’ «alleanza”» tra il ruolo di supervisore e quello di coordinatore come due funzioni che, ciascuna dal proprio osservatorio e ciascuna in vista di obiettivi specifici e mirati, promuovono entrambe la crescita della cultura educativa di un servizio educativo e del suo benessere interno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.