Il tema delle emozioni e della progettazione è qui affrontato relativamente all’educazione e all’assistenza nel sociale, un contesto lavorativo che ha forti specificità, sebbene non manchino aperture più generali e connessioni con altri contesti. Il tema della gestione delle emozioni prende spunto dal caso concreto di una équipe educativa che richiede un aiuto formativo per poter meglio affrontare episodi di aggressività che avvengono frequentemente in un centro educativo assistenziale. Scopriamo così che l’aggressività e le sensazioni ad essa collegate dipendono non soltanto da dinamiche intrapsichiche profonde, ma anche da aspetti organizzativi e di mandato sociale. Passiamo poi a esaminare la particolare “dissonanza emotiva” che caratterizza alcune professioni, e il legame di questa con il job burnout, ricavando alcune indicazioni HR che portano verso una prevenzione compensativa in presenza di fattori di stress che sono connaturati al tipo di lavoro, e dunque – secondo alcune ricerche – ineliminabili. Vi sono invece strumenti che consentono di elaborare emozioni e sentimenti. Nei contesti educativi, un aspetto distintivo è la disponibilità di meccanismi di deferimento/differimento: protocolli e procedure (come la verifica dei progetti educativi e la riunione di équipe) che consentono di prendere un qualsiasi avvenimento che accada durante il lavoro e di trasportarlo in un altro tempo e in un altro spazio per analizzarlo. Gli strumenti di deferimento/differimento sono ancor più potenti quando garantiscono un’elaborazione delle emozioni che si ingenerano nel rapporto tra colleghi, non solo con l’utenza. Iniziamo poi ad affrontare il tema delle emozioni legate alla progettazione, una attività spesso vissuta come costrizione (con motivate istanze di critica economico-politica e organizzativa) ma che può invece diventare motore di rinnovamento e rivitalizzazione del lavoro. È molto interessante tematizzare che cosa sia la progettazione nel sociale e, descritte le sue fasi, comprendere le emozioni che le contraddistinguono e prepararsi a gestirle per portare a buon fine la progettazione. Lo scritto si conclude con alcune osservazioni sulla necessità di “retrogettarsi”, cioè di richiamare – specialmente nei momenti di difficoltà – i progetti delineati, per utilizzarli come bussola di orientamento. Così il progetto cessa di essere “lettera morta” o una formalità burocratica, e diviene un ulteriore strumento di deferimento/differimento, partecipando quindi di questa dinamica emotiva tutta da navigare che è il lavoro sociale.
Serrelli, E. (2015). Emozioni e progettazione nel lavoro sociale [Working paper].
Emozioni e progettazione nel lavoro sociale
SERRELLI, EMANUELE
2015
Abstract
Il tema delle emozioni e della progettazione è qui affrontato relativamente all’educazione e all’assistenza nel sociale, un contesto lavorativo che ha forti specificità, sebbene non manchino aperture più generali e connessioni con altri contesti. Il tema della gestione delle emozioni prende spunto dal caso concreto di una équipe educativa che richiede un aiuto formativo per poter meglio affrontare episodi di aggressività che avvengono frequentemente in un centro educativo assistenziale. Scopriamo così che l’aggressività e le sensazioni ad essa collegate dipendono non soltanto da dinamiche intrapsichiche profonde, ma anche da aspetti organizzativi e di mandato sociale. Passiamo poi a esaminare la particolare “dissonanza emotiva” che caratterizza alcune professioni, e il legame di questa con il job burnout, ricavando alcune indicazioni HR che portano verso una prevenzione compensativa in presenza di fattori di stress che sono connaturati al tipo di lavoro, e dunque – secondo alcune ricerche – ineliminabili. Vi sono invece strumenti che consentono di elaborare emozioni e sentimenti. Nei contesti educativi, un aspetto distintivo è la disponibilità di meccanismi di deferimento/differimento: protocolli e procedure (come la verifica dei progetti educativi e la riunione di équipe) che consentono di prendere un qualsiasi avvenimento che accada durante il lavoro e di trasportarlo in un altro tempo e in un altro spazio per analizzarlo. Gli strumenti di deferimento/differimento sono ancor più potenti quando garantiscono un’elaborazione delle emozioni che si ingenerano nel rapporto tra colleghi, non solo con l’utenza. Iniziamo poi ad affrontare il tema delle emozioni legate alla progettazione, una attività spesso vissuta come costrizione (con motivate istanze di critica economico-politica e organizzativa) ma che può invece diventare motore di rinnovamento e rivitalizzazione del lavoro. È molto interessante tematizzare che cosa sia la progettazione nel sociale e, descritte le sue fasi, comprendere le emozioni che le contraddistinguono e prepararsi a gestirle per portare a buon fine la progettazione. Lo scritto si conclude con alcune osservazioni sulla necessità di “retrogettarsi”, cioè di richiamare – specialmente nei momenti di difficoltà – i progetti delineati, per utilizzarli come bussola di orientamento. Così il progetto cessa di essere “lettera morta” o una formalità burocratica, e diviene un ulteriore strumento di deferimento/differimento, partecipando quindi di questa dinamica emotiva tutta da navigare che è il lavoro sociale.File | Dimensione | Formato | |
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