Forme diverse di malattie neurodegenerative possono manifestarsi con profili cognitivi diversi, verosimilmente in relazione alle aree cerebrali interessate dalla patologia. Come esempi di patologia a diversa espressione cognitiva, abbiamo studiato le abilità di lettura in pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD, n=19), da afasia primaria progressiva (PPA, n=6: 4 con variante logopenica, 1 con variante semantica e 1 con prevalente anomia) e da atrofia corticale posteriore (PCA, n=4). Come gruppo di controllo sono stati esaminati 34 soggetti esenti da patologia neurologica e di pari età e scolarità. Le prove sperimentali utilizzate consistevano in compiti di lettura (Toraldo et al., 2006) e ripetizione di parole e non-parole, lettura di parole con accento piano o sdrucciolo test di decisione lessicale orale e scritta. Nei compiti di decisione lessicale orale i soggetti con AD hanno ottenuto prestazioni significativamente inferiori rispetto ai soggetti con PCA, mentre il profilo opposto è emerso per la prova di decisione lessicale scritta. La lettura di non-parole è risultata significativamente peggiore rispetto a quella di parole sia nei soggetti con AD che in quelli con PPA. L’analisi per casi singoli ha permesso di individuare la presenza di dislessia fonologica nel 50% (n=2) dei casi con PCA, in una percentuale molto minore nei casi con AD (15.8%) e con PPA (16.7%). In un unico caso affetto da AD il disturbo di lettura è stato classificato come dislessia superficiale. Profili diversi delle abilità di lettura sono stati osservati in tutti i gruppi, senza quindi poter identificare alcun profilo fortemente diagnostico. In generale i pazienti con PCA risultano maggiormente compromessi rispetto agli altri due gruppi. Inoltre, peggiori prestazioni in modalità visiva sembrano indirizzare verso una diagnosi di PCA, mentre peggiori prestazioni in modalità orale potrebbero orientare verso una diagnosi di AD. Pur con i limiti dovuti alla scarsa numerosità del campione, è ipotizzabile il ruolo di una critica localizzazione posteriore della patologia neurodegenerativa, più focalizzata ed evidente nei casi di PCA, a cui, negli stessi casi, si associa uno specifico deficit visuospaziale. Bibliografia Toraldo A. et al. Reading disorders in a language with shallow orthography: A multiple single-case study in Italian. Aphasiology, 20: 823-850, 2006
Lucchelli, F., Ripamonti, E., Lazzati, G., Martini, E., Luzzatti, C. (2015). Deficit di lettura nelle patologie neurodegenerative: malattia di Alzheimer, afasia primaria progressiva ed atrofia corticale posteriore a confronto. In Atti del Congresso Annuale della Società Italiana di Neuropsicologia. Padova 27-28 Novembre 2015 (pp.33-34).
Deficit di lettura nelle patologie neurodegenerative: malattia di Alzheimer, afasia primaria progressiva ed atrofia corticale posteriore a confronto
RIPAMONTI, ENRICO;LUZZATTI, CLAUDIO GIUSEPPE
2015
Abstract
Forme diverse di malattie neurodegenerative possono manifestarsi con profili cognitivi diversi, verosimilmente in relazione alle aree cerebrali interessate dalla patologia. Come esempi di patologia a diversa espressione cognitiva, abbiamo studiato le abilità di lettura in pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD, n=19), da afasia primaria progressiva (PPA, n=6: 4 con variante logopenica, 1 con variante semantica e 1 con prevalente anomia) e da atrofia corticale posteriore (PCA, n=4). Come gruppo di controllo sono stati esaminati 34 soggetti esenti da patologia neurologica e di pari età e scolarità. Le prove sperimentali utilizzate consistevano in compiti di lettura (Toraldo et al., 2006) e ripetizione di parole e non-parole, lettura di parole con accento piano o sdrucciolo test di decisione lessicale orale e scritta. Nei compiti di decisione lessicale orale i soggetti con AD hanno ottenuto prestazioni significativamente inferiori rispetto ai soggetti con PCA, mentre il profilo opposto è emerso per la prova di decisione lessicale scritta. La lettura di non-parole è risultata significativamente peggiore rispetto a quella di parole sia nei soggetti con AD che in quelli con PPA. L’analisi per casi singoli ha permesso di individuare la presenza di dislessia fonologica nel 50% (n=2) dei casi con PCA, in una percentuale molto minore nei casi con AD (15.8%) e con PPA (16.7%). In un unico caso affetto da AD il disturbo di lettura è stato classificato come dislessia superficiale. Profili diversi delle abilità di lettura sono stati osservati in tutti i gruppi, senza quindi poter identificare alcun profilo fortemente diagnostico. In generale i pazienti con PCA risultano maggiormente compromessi rispetto agli altri due gruppi. Inoltre, peggiori prestazioni in modalità visiva sembrano indirizzare verso una diagnosi di PCA, mentre peggiori prestazioni in modalità orale potrebbero orientare verso una diagnosi di AD. Pur con i limiti dovuti alla scarsa numerosità del campione, è ipotizzabile il ruolo di una critica localizzazione posteriore della patologia neurodegenerativa, più focalizzata ed evidente nei casi di PCA, a cui, negli stessi casi, si associa uno specifico deficit visuospaziale. Bibliografia Toraldo A. et al. Reading disorders in a language with shallow orthography: A multiple single-case study in Italian. Aphasiology, 20: 823-850, 2006I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.