Nell’ovvia impossibilità di dar conto dei legami, piuttosto noti e da sempre indissolubili, tra vino e immaginario, una riflessione sulle pratiche, in particolare l’attività dell’assaggio incorporata nel rituale della degustazione, può mettere in luce come l’immaginario, a fianco dell’attività tecnico-analitica volta a rendere intelligibile il vino degustato, sia una risorsa che crea la realtà del vino ai sensi. Tale riflessione mette in evidenza come il linguaggio della degustazione, partendo da Wittgenstein, sia uno strumento di conoscenza e, con ciò, un ponte che realizza un attraversamento tra mondi immaginati, carichi di memoria, e immaginabili. La descrizione delle proprietà dei vini, in particolare degli aromi, si pone così – tramite metafore, perifrasi e sinestesia – come un metodo pratico per lavorare sui limiti del linguaggio in rapporto al mondo conoscibile, quello del vino assaggiato, dove l’immaginario procura senso – gusto, sensibilità, sensazione propriamente estetica – della realtà di ciò che gli amatori di vino cercano di conoscere.
Navarini, G. (2015). Immaginario e pratiche sociali: note sulla sensibilità dei mondi del vino. QUADERNI DI TEORIA SOCIALE(2), 77-95.
Immaginario e pratiche sociali: note sulla sensibilità dei mondi del vino
NAVARINI, GIANMARCO
Primo
2015
Abstract
Nell’ovvia impossibilità di dar conto dei legami, piuttosto noti e da sempre indissolubili, tra vino e immaginario, una riflessione sulle pratiche, in particolare l’attività dell’assaggio incorporata nel rituale della degustazione, può mettere in luce come l’immaginario, a fianco dell’attività tecnico-analitica volta a rendere intelligibile il vino degustato, sia una risorsa che crea la realtà del vino ai sensi. Tale riflessione mette in evidenza come il linguaggio della degustazione, partendo da Wittgenstein, sia uno strumento di conoscenza e, con ciò, un ponte che realizza un attraversamento tra mondi immaginati, carichi di memoria, e immaginabili. La descrizione delle proprietà dei vini, in particolare degli aromi, si pone così – tramite metafore, perifrasi e sinestesia – come un metodo pratico per lavorare sui limiti del linguaggio in rapporto al mondo conoscibile, quello del vino assaggiato, dove l’immaginario procura senso – gusto, sensibilità, sensazione propriamente estetica – della realtà di ciò che gli amatori di vino cercano di conoscere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.