La scienza della sostenibilità (sustainability science) sta delineando il suo paradigma scientifico integrando aspetti ambientali, economici e sociali in una prospettiva di innovativa relazione tra uomo e sistemi naturali, economici, sociali ed istituzionali nei quali esso vive. Ma al di là del paradigma scientifico - inteso come “una costellazione di conclusioni, concetti, valori, tecniche condivise da una comunità scientifica , e usate dalla comunità per definire problemi e soluzioni lecite” (Kuhn, 1962), la scienza della sostenibilità richiede di definire anche un nuovo paradigma sociale – inteso come “una costellazione di concetti, valori, percezioni e comportamenti condivisi da una comunità, che da forma ad una visione particolare della realtà come base del modo in cui la comunità si organizza” (Capra, 1996). La ragione di questa necessità di nuovi paradigmi nasce proprio dalle specificità della scienza della sostenibilità: problemi e soluzioni lecite possono essere definite solo muovendo da alcuni principi base relativi alla finitezza delle risorse a disposizione, della capacità di carico dei sistemi naturali, del ruolo delle reti e della loro complessità (Buchanan, 2004). Le cosiddette soluzioni lecite non investono però la sola sfera scientifica ma anche e soprattutto i modelli di produzione e consumo e, in ultima analisi, le scelte economiche e sociali di coloro che su quelle stesse risorse basano la propria sopravvivenza. Appare logico, quindi, che il paradigma sociale che determina scelte di produzione e consumo e comportamenti rappresenti la dimensione delle soluzioni lecite dei problemi riguardanti la sostenibilità, sia essa intesa come debole o forte (Daly & Farley, 2004). In questo contesto la scienza della sostenibilità rappresenta una scienza di sintesi che integra diverse discipline al fine di comprendere i cicli di materia ed energia, dinamiche e proprietà delle reti, evoluzione dei sistemi e, quindi, per comprendere il futuro e accrescere la consapevolezza nelle scelte di produzione e consumo. Infatti, la non completa reversibilità delle trasformazioni di energia sotto diverse forme (calore, movimento etc) e il fenomeno dell’entropia hanno conseguenze dirette sull’economia, che si fonda su questo tipo di trasformazioni. Secondo Nicholas Georgescu Roegen l’economia ignora il concetto di entropia, ovvero la non reversibilità delle trasformazioni dell’energia e della materia. (Latouche, 2007). Il contributo proposto intende presentare le esperienze di ricerca interdisciplinare e di educazione alla sostenibilità realizzate negli ultimi 3 anni, sperimentando metodi e approcci alla formazione formale ed informale e relazionandosi con esperienze nazionali ed internazionali. L’esperienza ha permesso di delineare un orizzonte nel quale l’educazione allo sviluppo sostenibile richiede il ripensamento dei modelli classici di educazione ambientale al fine di mettere in relazione aspetti scientifici ed aspetti di cultura civica e di cittadinanza, per evolvere dalla comprensione dei problemi alla modifica dei comportamenti. Le iniziative presentate come casi di studio consistono in una serie di progetti focalizzati sul tema del ciclo di vita di prodotti e processi, indirizzati a tre categorie chiave di soggetti: studenti delle scuole primarie e secondarie, cittadini-consumatori ed imprese. Per ognuna di queste categorie di soggetti, sono state individuate modalità di interazione ad hoc, partendo da attività di sensibilizzazione, informazione ed educazione incentrate sulla diffusione di modelli di produzione e consumo sostenibili, con l’obiettivo di intervenire sui modelli culturali di riferimento nonché sugli stili di vita e sui valori dei destinatari. Verranno, inoltre, presentati e discussi i risultati di una serie di incontri organizzati presso l’Università Bicocca nel corso dell’anno. In occasione del decennale dell’Università, il GRISS ha infatti promosso delle giornate di studio sul tema dello sviluppo sostenibile, come momento di confronto tra i docenti e i ricercatori che hanno sviluppato linee di ricerca sui diversi aspetti della sostenibilità . Le sfide poste dallo sviluppo sostenibile richiedono, infatti, di evolvere i paradigmi culturali, economici e sociali espressi dal nostro attuale modello di sviluppo e in questa evoluzione il ruolo dell’Università e della ricerca è quanto mai cruciale. Ed è cruciale anche il ruolo delle modalità e dei contenuti della comunicazione della scienza in questo contesto. Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio abuso dei termini “sostenibile/sostenibilità” con significati e contesti di utilizzo molto diversificati e con una scarsa condivisione dei concetti fondanti ad essi sottesi. Dal momento che proprio nella comunicazione pubblica e pubblicitaria si usano molti “slogan”, utilizzando come sinonimi sviluppo e crescita, la ricerca nell’ambito della scienza della sostenibilità dovrebbe anche individuare modalità nuove per la comunicazione dei propri risultati per distinguersi e non adeguarsi al dilagante impoverimento di significato.
Sala, S., Castellani, V. (2009). Scienza della sostenibilità: nuovi paradigmi e modalità di comunicazione. Intervento presentato a: X Convention ARG. "Chimica, Ambiente e Beni Culturali. Un futuro per la ricerca, la ricerca per il futuro", Bergamo.
Scienza della sostenibilità: nuovi paradigmi e modalità di comunicazione
SALA, SERENELLA;CASTELLANI, VALENTINA
2009
Abstract
La scienza della sostenibilità (sustainability science) sta delineando il suo paradigma scientifico integrando aspetti ambientali, economici e sociali in una prospettiva di innovativa relazione tra uomo e sistemi naturali, economici, sociali ed istituzionali nei quali esso vive. Ma al di là del paradigma scientifico - inteso come “una costellazione di conclusioni, concetti, valori, tecniche condivise da una comunità scientifica , e usate dalla comunità per definire problemi e soluzioni lecite” (Kuhn, 1962), la scienza della sostenibilità richiede di definire anche un nuovo paradigma sociale – inteso come “una costellazione di concetti, valori, percezioni e comportamenti condivisi da una comunità, che da forma ad una visione particolare della realtà come base del modo in cui la comunità si organizza” (Capra, 1996). La ragione di questa necessità di nuovi paradigmi nasce proprio dalle specificità della scienza della sostenibilità: problemi e soluzioni lecite possono essere definite solo muovendo da alcuni principi base relativi alla finitezza delle risorse a disposizione, della capacità di carico dei sistemi naturali, del ruolo delle reti e della loro complessità (Buchanan, 2004). Le cosiddette soluzioni lecite non investono però la sola sfera scientifica ma anche e soprattutto i modelli di produzione e consumo e, in ultima analisi, le scelte economiche e sociali di coloro che su quelle stesse risorse basano la propria sopravvivenza. Appare logico, quindi, che il paradigma sociale che determina scelte di produzione e consumo e comportamenti rappresenti la dimensione delle soluzioni lecite dei problemi riguardanti la sostenibilità, sia essa intesa come debole o forte (Daly & Farley, 2004). In questo contesto la scienza della sostenibilità rappresenta una scienza di sintesi che integra diverse discipline al fine di comprendere i cicli di materia ed energia, dinamiche e proprietà delle reti, evoluzione dei sistemi e, quindi, per comprendere il futuro e accrescere la consapevolezza nelle scelte di produzione e consumo. Infatti, la non completa reversibilità delle trasformazioni di energia sotto diverse forme (calore, movimento etc) e il fenomeno dell’entropia hanno conseguenze dirette sull’economia, che si fonda su questo tipo di trasformazioni. Secondo Nicholas Georgescu Roegen l’economia ignora il concetto di entropia, ovvero la non reversibilità delle trasformazioni dell’energia e della materia. (Latouche, 2007). Il contributo proposto intende presentare le esperienze di ricerca interdisciplinare e di educazione alla sostenibilità realizzate negli ultimi 3 anni, sperimentando metodi e approcci alla formazione formale ed informale e relazionandosi con esperienze nazionali ed internazionali. L’esperienza ha permesso di delineare un orizzonte nel quale l’educazione allo sviluppo sostenibile richiede il ripensamento dei modelli classici di educazione ambientale al fine di mettere in relazione aspetti scientifici ed aspetti di cultura civica e di cittadinanza, per evolvere dalla comprensione dei problemi alla modifica dei comportamenti. Le iniziative presentate come casi di studio consistono in una serie di progetti focalizzati sul tema del ciclo di vita di prodotti e processi, indirizzati a tre categorie chiave di soggetti: studenti delle scuole primarie e secondarie, cittadini-consumatori ed imprese. Per ognuna di queste categorie di soggetti, sono state individuate modalità di interazione ad hoc, partendo da attività di sensibilizzazione, informazione ed educazione incentrate sulla diffusione di modelli di produzione e consumo sostenibili, con l’obiettivo di intervenire sui modelli culturali di riferimento nonché sugli stili di vita e sui valori dei destinatari. Verranno, inoltre, presentati e discussi i risultati di una serie di incontri organizzati presso l’Università Bicocca nel corso dell’anno. In occasione del decennale dell’Università, il GRISS ha infatti promosso delle giornate di studio sul tema dello sviluppo sostenibile, come momento di confronto tra i docenti e i ricercatori che hanno sviluppato linee di ricerca sui diversi aspetti della sostenibilità . Le sfide poste dallo sviluppo sostenibile richiedono, infatti, di evolvere i paradigmi culturali, economici e sociali espressi dal nostro attuale modello di sviluppo e in questa evoluzione il ruolo dell’Università e della ricerca è quanto mai cruciale. Ed è cruciale anche il ruolo delle modalità e dei contenuti della comunicazione della scienza in questo contesto. Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio abuso dei termini “sostenibile/sostenibilità” con significati e contesti di utilizzo molto diversificati e con una scarsa condivisione dei concetti fondanti ad essi sottesi. Dal momento che proprio nella comunicazione pubblica e pubblicitaria si usano molti “slogan”, utilizzando come sinonimi sviluppo e crescita, la ricerca nell’ambito della scienza della sostenibilità dovrebbe anche individuare modalità nuove per la comunicazione dei propri risultati per distinguersi e non adeguarsi al dilagante impoverimento di significato.File | Dimensione | Formato | |
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