Nella storia del cinema, le pellicole a colori e quelle in bianco e nero sono state usate per esprimere significati diversi. Inizialmente il colore era riservato al genere fantastico o al musical, mentre il bianco e nero era considerato più adatto a rappresentare la realtà del quotidiano. Oggi la maggior parte dei film è a colori e si ricorre al bianco e nero per evocare un periodo storico, per sottolineare un tono espressivo della pellicola o di un suo momento, talvolta quasi soltanto per permettere al colore di irrompere nella scena segnando caratteri, appartenenze, tensioni. Il colore ha assunto ormai un ruolo tanto importante nella narrazione cinematografica da essere protagonista anche quando è assente. Spettri differenti vengono vissuti dallo spettatore come egualmente “realistici”, così ora è il gioco dei contrasti, la saturazione, la quantità e la qualità della luce, che divengono portanti, assieme al colore, nel racconto filmico e nella definizione del ritmo nar-rativo. Ma come si esprime questo racconto nell’esperienza di chi quei colori, quella luce, quei contrasti non riesce a percepire appieno o per nulla? È ancora possibile per uno spettatore non vedente o ipovedente o acromata essere partecipe della rappresentazione filmica? È possibile recuperare parte delle informazioni perse o travisate dalle disabilità arricchendo la visione di altre stimolazioni e trasformandola in un’esperienza percettiva plurisensoriale? E ancora, è possibile utilizzare gli strumenti della luce e del colore in modo da mantenere il loro ruolo simbolico e iconografico oltreché espressivo, in una costruzione narrativa ugualmente significativa tanto per i normovedenti che per i disabili della vista? Questo libro nasce con l’intento di considerare la disabilità un punto di partenza per nuove riflessioni, per nuovi modi di intendere la comunicazione, la socialità e la formazione. Nasce con l’intento di sollevare interrogativi e di suscitare risposte ancora inesplorate.
Poli, A. (2009). Cinema e disabilità visive. L'esperienza filmica senza colore. Milano : Franco Angeli.
Cinema e disabilità visive. L'esperienza filmica senza colore
POLI, ANNAMARIA
2009
Abstract
Nella storia del cinema, le pellicole a colori e quelle in bianco e nero sono state usate per esprimere significati diversi. Inizialmente il colore era riservato al genere fantastico o al musical, mentre il bianco e nero era considerato più adatto a rappresentare la realtà del quotidiano. Oggi la maggior parte dei film è a colori e si ricorre al bianco e nero per evocare un periodo storico, per sottolineare un tono espressivo della pellicola o di un suo momento, talvolta quasi soltanto per permettere al colore di irrompere nella scena segnando caratteri, appartenenze, tensioni. Il colore ha assunto ormai un ruolo tanto importante nella narrazione cinematografica da essere protagonista anche quando è assente. Spettri differenti vengono vissuti dallo spettatore come egualmente “realistici”, così ora è il gioco dei contrasti, la saturazione, la quantità e la qualità della luce, che divengono portanti, assieme al colore, nel racconto filmico e nella definizione del ritmo nar-rativo. Ma come si esprime questo racconto nell’esperienza di chi quei colori, quella luce, quei contrasti non riesce a percepire appieno o per nulla? È ancora possibile per uno spettatore non vedente o ipovedente o acromata essere partecipe della rappresentazione filmica? È possibile recuperare parte delle informazioni perse o travisate dalle disabilità arricchendo la visione di altre stimolazioni e trasformandola in un’esperienza percettiva plurisensoriale? E ancora, è possibile utilizzare gli strumenti della luce e del colore in modo da mantenere il loro ruolo simbolico e iconografico oltreché espressivo, in una costruzione narrativa ugualmente significativa tanto per i normovedenti che per i disabili della vista? Questo libro nasce con l’intento di considerare la disabilità un punto di partenza per nuove riflessioni, per nuovi modi di intendere la comunicazione, la socialità e la formazione. Nasce con l’intento di sollevare interrogativi e di suscitare risposte ancora inesplorate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.