Il cambiamento di scala del governo delle politiche socio-assistenziali e socio-sanitarie si è accompagnato al dibattito pubblico sulla rilevanza di alcuni principi di regolazione e organizzazione dell’intervento sociale: 1. la mobilitazione delle forze sociali e delle risorse locali intorno a un progetto; 2. la definizione di criteri procedurali che favoriscano l’ascolto e l’inclusione degli attori nella programmazione; 3. l’attenzione alla dimensione processuale e, più precisamente, incrementale; 4. l’opzione per incentivi collettivi che vincolino alla partecipazione; 5. la necessità di produrre beni collettivi a disposizione di tutti gli attori di un territorio; 6. le strategie di integrazione (fra materie, fra competenze, fra attori e tra settori) per riconoscere e valorizzare al meglio i potenziali di un territorio; 7. l’importanza di tenere sempre conto della dimensione temporale, e quindi la possibilità di sezionare il processo atteso in fasi distinguibili; 8. la rilevanza in ciascuna fase del piano dei processi di valutazione, intesi come opportunità di apprendimento, ma anche come strumenti di comunicazione pubblica e costruzione incrementale di legittimità. Con riferimento a questo schema, nell'articolo viene discusso in particolare il caso della Regione Lombardia
Vitale, T. (2009). Risorse, rappresentazioni e interessi. Le politiche sociali Lombardia come costruzione collettiva di attori in interazione. SKILL, 36, 9-18.
Risorse, rappresentazioni e interessi. Le politiche sociali Lombardia come costruzione collettiva di attori in interazione
VITALE, TOMMASO
2009
Abstract
Il cambiamento di scala del governo delle politiche socio-assistenziali e socio-sanitarie si è accompagnato al dibattito pubblico sulla rilevanza di alcuni principi di regolazione e organizzazione dell’intervento sociale: 1. la mobilitazione delle forze sociali e delle risorse locali intorno a un progetto; 2. la definizione di criteri procedurali che favoriscano l’ascolto e l’inclusione degli attori nella programmazione; 3. l’attenzione alla dimensione processuale e, più precisamente, incrementale; 4. l’opzione per incentivi collettivi che vincolino alla partecipazione; 5. la necessità di produrre beni collettivi a disposizione di tutti gli attori di un territorio; 6. le strategie di integrazione (fra materie, fra competenze, fra attori e tra settori) per riconoscere e valorizzare al meglio i potenziali di un territorio; 7. l’importanza di tenere sempre conto della dimensione temporale, e quindi la possibilità di sezionare il processo atteso in fasi distinguibili; 8. la rilevanza in ciascuna fase del piano dei processi di valutazione, intesi come opportunità di apprendimento, ma anche come strumenti di comunicazione pubblica e costruzione incrementale di legittimità. Con riferimento a questo schema, nell'articolo viene discusso in particolare il caso della Regione LombardiaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.