Introduzione Un’adeguata comunicazione della diagnosi migliora la compliance del bambino e dei suoi familiari. Nei reparti di oncologia pediatrica vengono utilizzati metodi e strumenti diversi a discrezione del primario e/o del singolo medico in base a convinzioni o predisposizioni personali. Questa ricerca ha l’obiettivo di indagare le modalità comunicative adottate dagli oncologi e di approfondire il modo in cui vengono condotti i colloqui con bambini e genitori; inoltre si vogliono valutare i vissuti e le convinzioni di chi comunica la diagnosi e la soddisfazione dei genitori in merito alla comunicazione diagnostica e alla relazione con il medico. Metodo E’ stato somministrato ai genitori (n=35) di bambini ricoverati o in day hospital un questionario sulla soddisfazione rispetto alla comunicazione della diagnosi ricevuta. Ai medici (n=39) che solitamente si occupano di comunicare la diagnosi, invece, è stato somministrato un questionario sulla modalità di comunicazione della diagnosi. Risultati Le modalità di comunicazione della diagnosi nei diversi ospedali sono eterogenee sia per quanto riguarda la forma che i contenuti: il bambino non sempre è coinvolto nella comunicazione e questa è demandata talvolta allo psicologo. E’ presente una grande variabilità nelle emozioni e nei comportamenti dei clinici di fronte alla morte, dovuta alla mancanza di una formazione adeguata e alla difficoltà di far fronte alle risposte emotive dei pazienti.I genitori ritengono importante la presenza dello psicologo in reparto anche se dichiarano di non sentire la necessità di un suo intervento. Esiste una stretta connessione tra la soddisfazione dei genitori per la comunicazione della diagnosi e la soddisfazione per la relazione instaurata con il medico. Conclusioni I risultati ottenuti offrono spunti di riflessione, da approfondire attraverso un ampliamento del campione. Risulta evidente che, all’interno dei singoli ospedali, esista una sostanziale uniformità della comunicazione, ma manchi un protocollo comune. Laddove questo è adottato, non è però sostenuto da dati empirici che ne confermino la validità.
Sala, F., Flebus, G., Jankovic, M., Bertolotti, M., Beschi, C., Favara, C., et al. (2013). La comunicazione della diagnosi in oncologia pediatrica. In Atti del congresso "XV Congresso Nazionale AIP della sezione di psicologia clinica e dinamica" (pp.186-186).
La comunicazione della diagnosi in oncologia pediatrica
SALA, FRANCESCA CHIARAPrimo
;FLEBUS, GIOVANNI BATTISTASecondo
;RIPAMONTI, CHIARA ADRIANAUltimo
2013
Abstract
Introduzione Un’adeguata comunicazione della diagnosi migliora la compliance del bambino e dei suoi familiari. Nei reparti di oncologia pediatrica vengono utilizzati metodi e strumenti diversi a discrezione del primario e/o del singolo medico in base a convinzioni o predisposizioni personali. Questa ricerca ha l’obiettivo di indagare le modalità comunicative adottate dagli oncologi e di approfondire il modo in cui vengono condotti i colloqui con bambini e genitori; inoltre si vogliono valutare i vissuti e le convinzioni di chi comunica la diagnosi e la soddisfazione dei genitori in merito alla comunicazione diagnostica e alla relazione con il medico. Metodo E’ stato somministrato ai genitori (n=35) di bambini ricoverati o in day hospital un questionario sulla soddisfazione rispetto alla comunicazione della diagnosi ricevuta. Ai medici (n=39) che solitamente si occupano di comunicare la diagnosi, invece, è stato somministrato un questionario sulla modalità di comunicazione della diagnosi. Risultati Le modalità di comunicazione della diagnosi nei diversi ospedali sono eterogenee sia per quanto riguarda la forma che i contenuti: il bambino non sempre è coinvolto nella comunicazione e questa è demandata talvolta allo psicologo. E’ presente una grande variabilità nelle emozioni e nei comportamenti dei clinici di fronte alla morte, dovuta alla mancanza di una formazione adeguata e alla difficoltà di far fronte alle risposte emotive dei pazienti.I genitori ritengono importante la presenza dello psicologo in reparto anche se dichiarano di non sentire la necessità di un suo intervento. Esiste una stretta connessione tra la soddisfazione dei genitori per la comunicazione della diagnosi e la soddisfazione per la relazione instaurata con il medico. Conclusioni I risultati ottenuti offrono spunti di riflessione, da approfondire attraverso un ampliamento del campione. Risulta evidente che, all’interno dei singoli ospedali, esista una sostanziale uniformità della comunicazione, ma manchi un protocollo comune. Laddove questo è adottato, non è però sostenuto da dati empirici che ne confermino la validità.File | Dimensione | Formato | |
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ABSTRACT comunicazione della diagnos_AIP NAPOLI 2013.doc
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Descrizione: Abstract intervento al simposio dal titolo: Il triangolo relazionale tra paziente, genitori e medico in ambito pediatrico
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