L’indagine storica riveste, come è noto, un ruolo di fondamentale importanza dal momento che costituisce il punto di partenza basilare per un’accurata ed approfondita analisi del pensiero e della cultura ragioneristica. La presenza di una premessa a carattere storico nella ricerca economico aziendale non rappresenta un elemento di staticità: ad evidenza è sia la testimonianza sia il simbolo di una cultura storica in continua evoluzione, dove è possibile intravedere i segni del progresso della disciplina ragioneristica, caratterizzata da profondi e ripetuti cambiamenti nel corso dei secoli. Le antiche teoriche e metodologie contabili evidenziano non soltanto la continuità del percorso evolutivo della disciplina contabile, ma anche la conferma riguardo la fondata immutabilità di alcuni principi basilari, che mantengono inalterate le loro potenzialità applicative. E proprio in tale ambito è possibile rinvenire il senso dell’attualità del pensiero di alcuni grandi studiosi, fra i quali il Paciolo rappresenta indubbiamente il simbolo dei valori originari della cultura ragioneristica. Fin dalla preistoria l’esigenza istintiva dell’uomo di tenere memoria degli affari svolti ha indotto ad individuare la prima espressione del conto nel cosiddetto conto mentale, intendendo quel procedimento mnemonico necessario per poter «prendere nota» di quanto accadeva. Da tali riflessioni non è possibile non cogliere l’importanza di una ricerca storica in ambito logismologico, che tuttavia non deve limitarsi all’analisi evolutiva degli aspetti tecnico-formali inerenti la tenuta dei conti. Come è agevole comprendere fra la forma del conto e il contenuto delle scritture contabili esiste un forte nesso di collegamento, tanto che spesso i due aspetti vengono confusi. In effetti la forma e la sostanza hanno contribuito entrambe al medesimo processo di evoluzione, raggiungendo una perfetta simbiosi nell’ambito della Logismologia, cioè nella teorica del conto. Si tratta, in effetti, di quella parte della Ragioneria teoretica che ha svolto nei secoli un ruolo di fondamentale importanza nel processo di formazione della disciplina contabile, costituendo la base teorica dei differenti metodi di rilevazione contabile, che sono stati adottati nel corso del tempo. E proprio nell’ambito dell’evoluzione degli studi logismologici la teoria personalistica svolge un ruolo di primo piano, fin dalle primordiali manifestazioni delle scritture contabili. Il conto infatti, pur in una forma ancora incerta e rudimentale, appare sempre riferito alle persone: ciò costituisce ad evidenza un principio basilare che, seppur in forme differenti, sarà posto alla base delle rilevazioni contabili, in maniera pressochè costante per un lungo periodo di tempo. Il lavoro cerca appunto di delineare il cammino intrapreso dal personalismo contabile nei secoli, partendo dall’analisi delle sue origini, fino alle sue più mirabili manifestazioni, che troveranno una concreta attuazione nell’opera di Giuseppe Cerboni. Le fonti storiche utilizzate sono sia di tipo primario che secondario. L’elaborato, articolato in otto capitoli, analizza il processo evolutivo della teoria personalistica, indagata nell’ambito dello sviluppo e della formazione della materia logismologica e corredata degli indispensabili chiarimenti sul contesto storico-politico, economico, sociale e culturale di riferimento.
Doni, F. (2007). La teoria personalistica del conto. Aspetti evolutivi ed approfondimenti critici. Milano : Giuffrè.
La teoria personalistica del conto. Aspetti evolutivi ed approfondimenti critici
DONI, FEDERICA
2007
Abstract
L’indagine storica riveste, come è noto, un ruolo di fondamentale importanza dal momento che costituisce il punto di partenza basilare per un’accurata ed approfondita analisi del pensiero e della cultura ragioneristica. La presenza di una premessa a carattere storico nella ricerca economico aziendale non rappresenta un elemento di staticità: ad evidenza è sia la testimonianza sia il simbolo di una cultura storica in continua evoluzione, dove è possibile intravedere i segni del progresso della disciplina ragioneristica, caratterizzata da profondi e ripetuti cambiamenti nel corso dei secoli. Le antiche teoriche e metodologie contabili evidenziano non soltanto la continuità del percorso evolutivo della disciplina contabile, ma anche la conferma riguardo la fondata immutabilità di alcuni principi basilari, che mantengono inalterate le loro potenzialità applicative. E proprio in tale ambito è possibile rinvenire il senso dell’attualità del pensiero di alcuni grandi studiosi, fra i quali il Paciolo rappresenta indubbiamente il simbolo dei valori originari della cultura ragioneristica. Fin dalla preistoria l’esigenza istintiva dell’uomo di tenere memoria degli affari svolti ha indotto ad individuare la prima espressione del conto nel cosiddetto conto mentale, intendendo quel procedimento mnemonico necessario per poter «prendere nota» di quanto accadeva. Da tali riflessioni non è possibile non cogliere l’importanza di una ricerca storica in ambito logismologico, che tuttavia non deve limitarsi all’analisi evolutiva degli aspetti tecnico-formali inerenti la tenuta dei conti. Come è agevole comprendere fra la forma del conto e il contenuto delle scritture contabili esiste un forte nesso di collegamento, tanto che spesso i due aspetti vengono confusi. In effetti la forma e la sostanza hanno contribuito entrambe al medesimo processo di evoluzione, raggiungendo una perfetta simbiosi nell’ambito della Logismologia, cioè nella teorica del conto. Si tratta, in effetti, di quella parte della Ragioneria teoretica che ha svolto nei secoli un ruolo di fondamentale importanza nel processo di formazione della disciplina contabile, costituendo la base teorica dei differenti metodi di rilevazione contabile, che sono stati adottati nel corso del tempo. E proprio nell’ambito dell’evoluzione degli studi logismologici la teoria personalistica svolge un ruolo di primo piano, fin dalle primordiali manifestazioni delle scritture contabili. Il conto infatti, pur in una forma ancora incerta e rudimentale, appare sempre riferito alle persone: ciò costituisce ad evidenza un principio basilare che, seppur in forme differenti, sarà posto alla base delle rilevazioni contabili, in maniera pressochè costante per un lungo periodo di tempo. Il lavoro cerca appunto di delineare il cammino intrapreso dal personalismo contabile nei secoli, partendo dall’analisi delle sue origini, fino alle sue più mirabili manifestazioni, che troveranno una concreta attuazione nell’opera di Giuseppe Cerboni. Le fonti storiche utilizzate sono sia di tipo primario che secondario. L’elaborato, articolato in otto capitoli, analizza il processo evolutivo della teoria personalistica, indagata nell’ambito dello sviluppo e della formazione della materia logismologica e corredata degli indispensabili chiarimenti sul contesto storico-politico, economico, sociale e culturale di riferimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.