I coccolitoforidi sono microalghe nanoplanctoniche che producono uno scheletro esterno di minute placche carbonatiche. Sono presenti in tutti gli oceani, dalle zone equatoriali a quelle sub-polari, e in condizioni favorevoli possono proliferare in dense ed estese fioriture. Sono considerati tra i principali produttori primari marini, rappresentando circa il 15% della biomassa totale del fitoplancton. Inoltre, rivestono un ruolo importante nel controllo delle variazioni climatiche, giocando un ruolo fondamentale nel ciclo dello zolfo per la produzione di dimetilsolfuro e in quello del carbonio grazie ai processi di fotosintesi e calcificazione. Studi recenti sull’acidificazione degli oceani, dovuta all’aumento di anidride carbonica in atmosfera, hanno messo in evidenza un possibile impatto sulla calcificazione dei coccolitoforidi. Nell’ambito del progetto MedSea (Mediterranean Sea Acidification in a changing climate, EU-FP7, 2011-in corso), si è proposto di approfondire le conoscenze sulle associazioni a coccolitoforidi in un sito costiero del golfo di Trieste, dove esiste una serie temporale (C1-LTER, 1986-2013) di dati sul plancton. Scopi principali del lavoro sono valutare il contributo dei coccolitoforidi all’interno della comunità fitoplanctonica, anche in relazione alla serie storica disponibile per il sito, identificare la distribuzione stagionale delle diverse specie durante un anno di campionamento (agosto 2011-agosto 2012) e confrontare i risultati dell’analisi dei coccolitoforidi ottenuti attraverso diverse metodologie (microscopia ottica a contrasto di fase e a luce polarizzata e microscopia elettronica a scansione). I coccolitoforidi mostrano un’alta variabilità interannuale e un tipico andamento stagionale, con concentrazioni massime in autunno-inverno e minime in estate. Nell’intervallo analizzato, l’associazione a coccolitoforidi è dominata in autunno-inverno da Emiliania huxleyi, seguita da Acanthoica quattrospina, Syracosphaera pulchra e alcune specie minori (presenti solo in autunno, e.g. Ophiaster hydroideus, Calciosolenia brasiliensis, C. murrayi, Michaelsarsia adriaticus); in primavera l’associazione è dominata da olo-coccolitoforidi e subordinata E. huxleyi; in estate sono presenti principalmente E. huxleyi, Syracosphaera spp., Rhabdosphaera clavigera e olo-coccolitoforidi.
Cerino, F., Malinverno, E., Fornasaro, D., Cabrini, M. (2013). I coccolitoforidi in un sito costiero del Golfo di Trieste. In Sessione poster - riassunti: atti del XXI Congresso dell’Associazione Italiana di Oceanologia e Limnologia A.I.O.L. (pp.114-114). A.I.O.L..
I coccolitoforidi in un sito costiero del Golfo di Trieste
MALINVERNO, ELISASecondo
;
2013
Abstract
I coccolitoforidi sono microalghe nanoplanctoniche che producono uno scheletro esterno di minute placche carbonatiche. Sono presenti in tutti gli oceani, dalle zone equatoriali a quelle sub-polari, e in condizioni favorevoli possono proliferare in dense ed estese fioriture. Sono considerati tra i principali produttori primari marini, rappresentando circa il 15% della biomassa totale del fitoplancton. Inoltre, rivestono un ruolo importante nel controllo delle variazioni climatiche, giocando un ruolo fondamentale nel ciclo dello zolfo per la produzione di dimetilsolfuro e in quello del carbonio grazie ai processi di fotosintesi e calcificazione. Studi recenti sull’acidificazione degli oceani, dovuta all’aumento di anidride carbonica in atmosfera, hanno messo in evidenza un possibile impatto sulla calcificazione dei coccolitoforidi. Nell’ambito del progetto MedSea (Mediterranean Sea Acidification in a changing climate, EU-FP7, 2011-in corso), si è proposto di approfondire le conoscenze sulle associazioni a coccolitoforidi in un sito costiero del golfo di Trieste, dove esiste una serie temporale (C1-LTER, 1986-2013) di dati sul plancton. Scopi principali del lavoro sono valutare il contributo dei coccolitoforidi all’interno della comunità fitoplanctonica, anche in relazione alla serie storica disponibile per il sito, identificare la distribuzione stagionale delle diverse specie durante un anno di campionamento (agosto 2011-agosto 2012) e confrontare i risultati dell’analisi dei coccolitoforidi ottenuti attraverso diverse metodologie (microscopia ottica a contrasto di fase e a luce polarizzata e microscopia elettronica a scansione). I coccolitoforidi mostrano un’alta variabilità interannuale e un tipico andamento stagionale, con concentrazioni massime in autunno-inverno e minime in estate. Nell’intervallo analizzato, l’associazione a coccolitoforidi è dominata in autunno-inverno da Emiliania huxleyi, seguita da Acanthoica quattrospina, Syracosphaera pulchra e alcune specie minori (presenti solo in autunno, e.g. Ophiaster hydroideus, Calciosolenia brasiliensis, C. murrayi, Michaelsarsia adriaticus); in primavera l’associazione è dominata da olo-coccolitoforidi e subordinata E. huxleyi; in estate sono presenti principalmente E. huxleyi, Syracosphaera spp., Rhabdosphaera clavigera e olo-coccolitoforidi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.