Il glioblastoma multiforme (GBM) è un astrocitoma di IV grado, è il più comune tra i tumori maligni cerebrali. La sopravvivenza media dei pazienti trattati è inferiore a 16 mesi e non è significativamente migliorata in questi ultimi decenni, sottolineando le difficoltà nell’efficace caratterizzazione e trattamento di questo tipo di tumore. L’alta frequenza di recidiva del GBM, il suo elevato potere infiltrante e la resistenza alla radio e chemioterapia rendono urgente lo sviluppo di strategie di trattamento maggiormente efficaci per la cura di questo tumore. La resistenza ai trattamenti convenzionali è legata alla presenza di una sottopopolazione di cellule tumorali con caratteristiche staminali definite glioma stem cells (GSCs), in grado di sostenere la propagazione del tumore e di guidarne la recidiva. Interessanti evidenze preliminari suggeriscono che pazienti diabetici con GBM, trattati con agonisti di PPARɤ (peroxisome proliferator-activated receptor gamma) mostrano una sopravvivenza media maggiore rispetto a pazienti riceventi la terapia standard per il trattamento del GBM. Da qui nasce l’interesse di uno studio più approfondito sui potenziali effetti antineoplastici di un agonista di PPARɤ, il Pioglitazone, farmaco insulino-sensibilizzante, attualmente impiegato in clinica per il trattamento del diabete di tipo II. Inoltre, in diversi studi condotti su diversi tipi di cellule di glioma, è stato dimostrato un effetto Pioglitazone nella riduzione della proliferazione cellulare, nell’invasività e nell’induzione della morte cellulare per apoptosi. Lo scopo di questo studio è stato dunque quello di verificare se il Pioglitazone possa avere gli stessi effetti antineoplastici anche su linee di cellule staminali tumorali da GBM utilizzate nel nostro laboratorio e già precedentemente caratterizzate e pubblicate (GBM2, G179, G166, G144, Glins2 e GBM04) al fine di individuare nuove potenziali strategie terapeutiche. Sono state condotte diverse analisi tra cui saggi di vitalità (MTT e Trypan Blue) e valutazione dell’indice mitotico, analisi morfologica e di immunofluorescenza, analisi di espressione tramite RT-PCR e saggio di invasione cellulare. Tutte queste analisi hanno messo in luce l’estrema variabilità di risposta di queste linee a conferma dell’ eterogeneità che caratterizza questo tipo di tumore. Dai risultati ottenuti si possono suddividere le linee in base alla loro sensibilità/resistenza al trattamento con Pioglitazone o alla possibile attivazione di vie indipendenti dal recettore di PPARɤ attivate da questo farmaco. Questo studio rappresenta un inizio di valutazione dei potenziali effetti antineoplastici del Pioglitazone e ci ha permesso di identificare tra le nostre linee in esame quelle più o meno responsive al trattamento farmacologico, per poter procedere con studi futuri più specifici e selettivi.
(2014). Studio dei potenziali effetti antineoplastici del pioglitazone su cellule staminali tumorali da Glioblastoma Multiforme. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014).
Studio dei potenziali effetti antineoplastici del pioglitazone su cellule staminali tumorali da Glioblastoma Multiforme
BUTTA, VALENTINA
2014
Abstract
Il glioblastoma multiforme (GBM) è un astrocitoma di IV grado, è il più comune tra i tumori maligni cerebrali. La sopravvivenza media dei pazienti trattati è inferiore a 16 mesi e non è significativamente migliorata in questi ultimi decenni, sottolineando le difficoltà nell’efficace caratterizzazione e trattamento di questo tipo di tumore. L’alta frequenza di recidiva del GBM, il suo elevato potere infiltrante e la resistenza alla radio e chemioterapia rendono urgente lo sviluppo di strategie di trattamento maggiormente efficaci per la cura di questo tumore. La resistenza ai trattamenti convenzionali è legata alla presenza di una sottopopolazione di cellule tumorali con caratteristiche staminali definite glioma stem cells (GSCs), in grado di sostenere la propagazione del tumore e di guidarne la recidiva. Interessanti evidenze preliminari suggeriscono che pazienti diabetici con GBM, trattati con agonisti di PPARɤ (peroxisome proliferator-activated receptor gamma) mostrano una sopravvivenza media maggiore rispetto a pazienti riceventi la terapia standard per il trattamento del GBM. Da qui nasce l’interesse di uno studio più approfondito sui potenziali effetti antineoplastici di un agonista di PPARɤ, il Pioglitazone, farmaco insulino-sensibilizzante, attualmente impiegato in clinica per il trattamento del diabete di tipo II. Inoltre, in diversi studi condotti su diversi tipi di cellule di glioma, è stato dimostrato un effetto Pioglitazone nella riduzione della proliferazione cellulare, nell’invasività e nell’induzione della morte cellulare per apoptosi. Lo scopo di questo studio è stato dunque quello di verificare se il Pioglitazone possa avere gli stessi effetti antineoplastici anche su linee di cellule staminali tumorali da GBM utilizzate nel nostro laboratorio e già precedentemente caratterizzate e pubblicate (GBM2, G179, G166, G144, Glins2 e GBM04) al fine di individuare nuove potenziali strategie terapeutiche. Sono state condotte diverse analisi tra cui saggi di vitalità (MTT e Trypan Blue) e valutazione dell’indice mitotico, analisi morfologica e di immunofluorescenza, analisi di espressione tramite RT-PCR e saggio di invasione cellulare. Tutte queste analisi hanno messo in luce l’estrema variabilità di risposta di queste linee a conferma dell’ eterogeneità che caratterizza questo tipo di tumore. Dai risultati ottenuti si possono suddividere le linee in base alla loro sensibilità/resistenza al trattamento con Pioglitazone o alla possibile attivazione di vie indipendenti dal recettore di PPARɤ attivate da questo farmaco. Questo studio rappresenta un inizio di valutazione dei potenziali effetti antineoplastici del Pioglitazone e ci ha permesso di identificare tra le nostre linee in esame quelle più o meno responsive al trattamento farmacologico, per poter procedere con studi futuri più specifici e selettivi.File | Dimensione | Formato | |
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