The EU distinctive approach to social fundamental rights: Exploring the sources and their interaction

Cultural and historical factors reinforce the notion that social rights occupy a subordinate position within the hierarchy of human rights, frequently yielding either to other rights or to other interests of different kind. Among the numerous explanations, the financial burdens and the proactive measures required to ensure their enjoyment have entailed their limited self-standing. This imbalance can be observed also at EU level. However, despite its economic priorities, since its inception, the Community has consistently demonstrated the capacity and the interest to address the protection of some selected social rights, in particular labour and welfare rights. Accordingly, the post-Lisbon legal framework has consolidated the EU social dimension through some crucial amendments culminating in the goal of establishing a “social market economy” under Article 3 TEU. Despite the growing sensitivity towards the social, the EU endeavours remain subject to the rules and the boundaries of the EU competences. As a consequence, the EU initiatives aiming to address social rights must be coherently situated within the Treaty framework. In order to explore the EU distinctive approach to social fundamental right, this ever-increasing number of EU law sources more or less directly engaged with this matter must be considered individually, and in their interaction, from both the law-making and the judicial perspective of the ECJ called upon to interpret them and clarify their relationship with one another.

Fattori storici e culturali hanno contribuito ad affermare l’idea che i diritti sociali occupino una posizione subordinata nella gerarchia dei diritti fondamentali e che, dunque, nel bilanciamento, cedano di fronte ad altri diritti o a interessi di diverso genere. Diverse ragioni spiegano questa disparità. Anzitutto, gli oneri finanziari e le misure necessarie a garantirne il godimento sono considerati un ostacolo alla loro piena affermazione. Questo fenomeno è evidente anche nell’ordinamento dell’Unione europea in cui, nonostante gli obiettivi di stampo economico, sin dalla sua fondazione, la Comunità ha assunto iniziative connesse alla tutela di tali diritti, in particolare in materia di lavoro e previdenza sociale. Il quadro giuridico prodotto dal Trattato di Lisbona ha cristallizzato un imponente rete di riferimenti di vario tenore che contribuiscono a definire la dimensione sociale dell’Unione culminando nell’obiettivo di creare “un’economia sociale di mercato” previsto all’articolo 3 del TUE. È però necessario tenere a mente che, nonostante la crescente sensibilità verso il sociale, le azioni dell’Unione rimangono soggette alle regole e ai limiti che derivano dal sistema delle competenze e, dunque, anche le iniziative in materia di diritti sociali devono iscriversi nel quadro dei Trattati. Al fine di esplorare i tratti distintivi dell’approccio dell’Unione ai diritti sociali fondamentali, è necessario considerare il numero sempre crescente di fonti di diritto UE in materia, sia individualmente che nella loro interazione, sia dal punto di vista del legislatore dell’Unione che da quello della Corte di giustizia chiamata a interpretare queste fonti e a chiarirne i rapporti.