Negli ultimi tre decenni nelle società occidentali contemporanee si è registrato un cospicuo e repentino aumento del numero di individui in stato di obesità. Sovente si è riferito circa la fattiva propagazione di tale condizione fisica nelle popolazioni dei Paesi economicamente più avanzati nei termini di una vera e propria pandemia. Parallelamente a ciò, nel medesimo contesto sociale si è altresì accordata una crescente rilevanza al dato corporeo. Il corpo ha, infatti, assunto un ruolo sempre più centrale nel processo di definizione e di rappresentazione del sé dell’attore sociale contemporaneo. Tuttavia non può essere taciuto come l’incremento della prevalenza dell’obesità sembra, di fatto, disattendere e contraddire le aspettative in merito a uno scenario sociale contrassegnato da un elevato valore attribuito al corpo a fini identitari. L’obesità, benché sempre più diffusa, non cessa invero di rappresentare una disposizione fisica condannata dal punto di vista della morale, dell’estetica e del benessere individuale e collettivo, nonché di costituire la causa di frequenti pregiudizi e altrettante assidue discriminazioni per quanti la sperimentano. Costatato il suo indubbio portato stigmatizzante, tale condizione corporea pare prima facie disfunzionale nell’illustrazione di un’identità positiva e coerente e di un percorso biografico coeso e riuscito. La tesi di dottorato qui anticipata tenta pertanto d’interrogarsi proprio sulle precise modalità con cui i sempre più numerosi soggetti obesi vivono tale dotazione fisica con riferimento all’espressione del loro sé. Proprio il desiderio di comprendere come si coniughi il rilievo assunto dal dato corporeo con la sperimentazione di un corpo obeso e quindi stigmatizzato ha stimolato il presente lavoro. In particolare si è cercato di studiare come il corpo obeso sia esperito in rapporto ai processi di costituzione e di rappresentazione delle singole identità, appurando più in dettaglio l’eventuale possibilità dell’individuo di elaborare e di aggirare il suo portato svalutante. Lo scritto si presenta dunque suddiviso in due parti. La prima parte (dal capitolo 1 al capitolo 5) è dedicata alla rassegna del nutrito corpus di contributi teorici ed empirici riguardanti la stigmatizzazione dell’obesità e all’esame della letteratura sociologica concernente la più generale relazione tra il corpo e l’identità nel contesto sociale tardo-moderno. La seconda parte (dal capitolo 6 al capitolo 10) è invece riservata alla presentazione e alla discussione dei risultati della personale ricerca condotta su un gruppo di 40 soggetti obesi attraverso la realizzazione di interviste discorsive. Tale sezione offre, accanto alla disamina degli effetti della stigmatizzazione sul sé e sul modo di interagire con gli altri, anche l’analisi del singolare vissuto corporeo esperito in relazione all’obesità. Un vissuto marcatamente compromesso dalla sperimentazione dell’insoddisfazione estetica, della compromissione dell’efficienza organica e dell’incompatibilità con lo spazio fisico circostante ma altresì paradossalmente caratterizzato dall’esperienza della dissociazione dal dato corporeo e dell’evitamento dello stesso.
(2014). L'obesità e l'esperienza del corpo nell'era dell'opulenza. Incorporazione, stigma e identità. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014).
L'obesità e l'esperienza del corpo nell'era dell'opulenza. Incorporazione, stigma e identità
MAZZAGATTI, LORIS
2014
Abstract
Negli ultimi tre decenni nelle società occidentali contemporanee si è registrato un cospicuo e repentino aumento del numero di individui in stato di obesità. Sovente si è riferito circa la fattiva propagazione di tale condizione fisica nelle popolazioni dei Paesi economicamente più avanzati nei termini di una vera e propria pandemia. Parallelamente a ciò, nel medesimo contesto sociale si è altresì accordata una crescente rilevanza al dato corporeo. Il corpo ha, infatti, assunto un ruolo sempre più centrale nel processo di definizione e di rappresentazione del sé dell’attore sociale contemporaneo. Tuttavia non può essere taciuto come l’incremento della prevalenza dell’obesità sembra, di fatto, disattendere e contraddire le aspettative in merito a uno scenario sociale contrassegnato da un elevato valore attribuito al corpo a fini identitari. L’obesità, benché sempre più diffusa, non cessa invero di rappresentare una disposizione fisica condannata dal punto di vista della morale, dell’estetica e del benessere individuale e collettivo, nonché di costituire la causa di frequenti pregiudizi e altrettante assidue discriminazioni per quanti la sperimentano. Costatato il suo indubbio portato stigmatizzante, tale condizione corporea pare prima facie disfunzionale nell’illustrazione di un’identità positiva e coerente e di un percorso biografico coeso e riuscito. La tesi di dottorato qui anticipata tenta pertanto d’interrogarsi proprio sulle precise modalità con cui i sempre più numerosi soggetti obesi vivono tale dotazione fisica con riferimento all’espressione del loro sé. Proprio il desiderio di comprendere come si coniughi il rilievo assunto dal dato corporeo con la sperimentazione di un corpo obeso e quindi stigmatizzato ha stimolato il presente lavoro. In particolare si è cercato di studiare come il corpo obeso sia esperito in rapporto ai processi di costituzione e di rappresentazione delle singole identità, appurando più in dettaglio l’eventuale possibilità dell’individuo di elaborare e di aggirare il suo portato svalutante. Lo scritto si presenta dunque suddiviso in due parti. La prima parte (dal capitolo 1 al capitolo 5) è dedicata alla rassegna del nutrito corpus di contributi teorici ed empirici riguardanti la stigmatizzazione dell’obesità e all’esame della letteratura sociologica concernente la più generale relazione tra il corpo e l’identità nel contesto sociale tardo-moderno. La seconda parte (dal capitolo 6 al capitolo 10) è invece riservata alla presentazione e alla discussione dei risultati della personale ricerca condotta su un gruppo di 40 soggetti obesi attraverso la realizzazione di interviste discorsive. Tale sezione offre, accanto alla disamina degli effetti della stigmatizzazione sul sé e sul modo di interagire con gli altri, anche l’analisi del singolare vissuto corporeo esperito in relazione all’obesità. Un vissuto marcatamente compromesso dalla sperimentazione dell’insoddisfazione estetica, della compromissione dell’efficienza organica e dell’incompatibilità con lo spazio fisico circostante ma altresì paradossalmente caratterizzato dall’esperienza della dissociazione dal dato corporeo e dell’evitamento dello stesso.File | Dimensione | Formato | |
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