Con un procedimento inverso rispetto a quello operato da N. Wachtel, che titolava i suoi saggi di antropologia storica “Des archives aux terrains”, nell’ambito della mia ricerca al Vajont la pratica etnografica – con la conoscenza di territori, persone e memorie vive – è stata presupposto fondamentale per l’ingresso negli archivi che conservano tracce del passato. Oltre che luoghi dove trovare informazioni, gli archivi sono stati oggetto e terreno di ricerca, nel tentativo di comprendere le logiche sottese alla creazione e archiviazione dei documenti. I fondi documentali “ufficiali” che raccontano la storia del Vajont sono tasselli sparsi di un patrimonio documentale frammentato e spesso di difficile fruizione. Ma i documenti si trovano anche altrove: le case dei superstiti del Vajont custodiscono dei veri e propri archivi domestici ricchi di carte, immagini, ritagli di giornali, scritture private ed ego-documenti. Questi sono la materia con cui la testimonianza si corrobora e si rafforza. Talvolta mostrati, sempre evocati, i documenti raccolti contribuiscono attivamente alla costruzione della narrazione del proprio passato – spesso una narrazione diversa (nel contenuto, ma soprattutto nella forma) da quella “ufficiale” degli archivi istituzionali. La mia riflessione sugli archivi si è arricchita quando sono stata chiamata a coordinare un progetto locale per la creazione di un archivio pubblico di testimonianze orali: come procedere per custodire e valorizzare queste memorie?
Calzana, C. (2023). Dal terreno agli archivi. Etnografia, ricerca d'archivio e pratiche di archiviazione al Vajont. Intervento presentato a: Quarto Convegno Nazionale Società Italiana di Antropologia Culturale SIAC - Il ritorno del sociale, Roma, Italia.
Dal terreno agli archivi. Etnografia, ricerca d'archivio e pratiche di archiviazione al Vajont
Calzana, C
2023
Abstract
Con un procedimento inverso rispetto a quello operato da N. Wachtel, che titolava i suoi saggi di antropologia storica “Des archives aux terrains”, nell’ambito della mia ricerca al Vajont la pratica etnografica – con la conoscenza di territori, persone e memorie vive – è stata presupposto fondamentale per l’ingresso negli archivi che conservano tracce del passato. Oltre che luoghi dove trovare informazioni, gli archivi sono stati oggetto e terreno di ricerca, nel tentativo di comprendere le logiche sottese alla creazione e archiviazione dei documenti. I fondi documentali “ufficiali” che raccontano la storia del Vajont sono tasselli sparsi di un patrimonio documentale frammentato e spesso di difficile fruizione. Ma i documenti si trovano anche altrove: le case dei superstiti del Vajont custodiscono dei veri e propri archivi domestici ricchi di carte, immagini, ritagli di giornali, scritture private ed ego-documenti. Questi sono la materia con cui la testimonianza si corrobora e si rafforza. Talvolta mostrati, sempre evocati, i documenti raccolti contribuiscono attivamente alla costruzione della narrazione del proprio passato – spesso una narrazione diversa (nel contenuto, ma soprattutto nella forma) da quella “ufficiale” degli archivi istituzionali. La mia riflessione sugli archivi si è arricchita quando sono stata chiamata a coordinare un progetto locale per la creazione di un archivio pubblico di testimonianze orali: come procedere per custodire e valorizzare queste memorie?File | Dimensione | Formato | |
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